Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 21 GIUGNO 2025
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

In Conferenza Stato-Regioni è stato di fatto abrogato il DM 70. Ecco perché

di Claudio Maria Maffei

L’Intesa di ieri riguardava l’utilizzo da parte della Regione Marche dei fondi ex art.20 per il progetto del nuovo ospedale di Pesaro, progetto che sta all’interno di un programma complessivo regionale di edilizia ospedaliera che è totalmente disallineato rispetto alle indicazioni del DM 70. Un formidabile assist alla Giunta di centrodestra a pochi mesi dalle prossime elezioni regionali. Mi chiedo poi, se in autunno dovesse tornare a governare il centrosinistra, come farà a gestire un programma di edilizia ospedaliera insostenibile oltre che “illegittimo.

30 MAG -

Al primo punto dell’ordine del giorno di ieri (29 maggio) della Conferenza Stato-Regioni dopo l’approvazione del report e del verbale della precedente seduta c’era “L’ intesa, ai sensi dell’articolo 5-bis, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, sulla proposta del Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, inerente all’accordo di programma integrativo con la Regione Marche, per il settore degli investimenti sanitari, ex articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67.”

Dietro questa dicitura burocratica e rassicurante si celava una questione di grande rilevanza e cioè la validità del Decreto Ministeriale (DM) 70 del 2015 che regolamenta gli standard della assistenza ospedaliera. Infatti, l’Accordo di programma su cui è stata poi sancita l’intesa riguardava l’utilizzo da parte della Regione Marche dei fondi ex art.20 per il progetto del nuovo ospedale di Pesaro, progetto che sta all’interno di un programma complessivo regionale di edilizia ospedaliera che è totalmente disallineato rispetto alle indicazioni del DM 70. Siccome della vicenda di questo progetto e più in generale della rete ospedaliera delle Marche ho più volte scritto su Qs (le ultime due volte il 18 aprile e il 17 marzo) trascuro i dettagli per formulare qualche considerazione tecnica sulle implicazioni della abrogazione di fatto del DM 70.

Il DM 70 nasce come impostazione ai tempi della spending review e fornisce dei riferimenti per la razionalizzazione del macrolivello LEA della assistenza ospedaliera come prerequisito per un contestuale sviluppo degli altri due macrolivelli: prevenzione collettiva e sanità pubblica e assistenza distrettuale. Anche se spesso il DM 70 viene considerato uno strumento della politica dei cosiddetti tagli lineari, esso rappresentava (o meglio voleva rappresentare) uno strumento per riorientare la programmazione dei servizi e quindi l’utilizzo delle risorse nella direzione della razionalizzazione e qualificazione della rete ospedaliera come premessa del potenziamento e qualificazione dei servizi territoriali. La razionalizzazione delle reti ospedaliere regionali doveva passare attraverso interventi strutturali come la riduzione del numero dei posti letto e la lotta alla frammentazione delle strutture sia attraverso la riconversione dei piccoli ospedali che la riduzione del numero di strutture per acuti che duplicavano nella stessa area le stesse funzioni. La qualificazione doveva passare (e in effetti almeno in parte è passata) attraverso lo strumento delle reti cliniche, pure introdotto dal DM 70.

Per alcuni anni l’attenzione al DM 70 da parte delle Regioni e degli organi centrali è stata alta, come dimostrava l’attività del Tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del D.M. 70/2015 la cui attività ho visto affiorare l’ultima volta qui su QS il 6 giugno 2022, a proposito di una vicenda che riguardava la Regione Abruzzo. Ma con la pandemia l’attenzione nei confronti dell’applicazione del DM 70 si è fortemente abbassata, ad opera anche del Ministro Speranza che di fatto bloccò la revisione del DM 70 che pure era in dirittura d’arrivo. A testimonianza della perdita di attenzione ministeriale nei confronti della verifica della attuazione del DM 70 da parte delle Regioni da alcuni anni nell’Atto di indirizzo del Ministero della Salute (vedi quello del 2025) viene scritta a proposito del DM sempre la stessa cosa: “In attuazione di quanto previsto dalla scheda 15 del Patto per la Salute 2019-2021, al fine della revisione del decreto interministeriale 2 aprile 2015, n. 70 (“Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”), sono in corso attività volte a rilevare le criticità emergenti dall’attuazione di tale Regolamento, nonché di quelle derivanti dall’attuazione del Regolamento dell’assistenza territoriale (decreto interministeriale 23 maggio 2022, n.77).” In altri termini prima di tornare a occuparsi di DM 70, o meglio del suo impatto sulla struttura della assistenza ospedaliera nelle Regioni, il Ministero aspetta la fine dei lavori di quel tavolo tecnico, pletorico e inutile, che da due anni dovrebbe star lavorando sulla revisione dei due Decreti 70 e 77.

L’unica sede in cui era legittimo aspettarsi una attenzione “rispettosa” nei confronti del DM 70 doveva essere il Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici del Ministero della Salute, quello che ha fatto l’istruttoria dell’Accordo su cui ieri la Conferenza Stato-Regioni ha sancito l’intesa. Il Nucleo, cui compete esprimere un parere obbligatorio sugli accordi di Programma con le Regioni per l'utilizzo dei fondi ex art. 20 e sugli interventi di realizzazione di nuovi ospedali e progetti di ristrutturazione che superano il tetto di spesa di 40 milioni di euro, dovrebbe per logica considerare un prerequisito per rilasciare un parere favorevole il rispetto da parte della Regione interessata delle indicazioni del DM 70. Così non è evidentemente stato nel caso della intesa approvata ieri nonostante il testo dell’Accordo approvato dalla Regione Marche inviato ai Ministeri competenti lo citasse a modino: “VISTO il Decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, 2 aprile 2015, n. 70 recante “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera”.

L’Intesa sancita ieri nella Conferenza Stato-Regioni ha una importante serie di conseguenze tecniche e politiche. Quelle tecniche sono che a questo punto, passato il principio che il DM 70 non è un vincolo, nelle Marche proseguirà un programma di edilizia ospedaliera del valore di circa un miliardo che prevede 4 ospedali con DEA di troppo (14 anziché 10) oltre che clamorose anomalie in alcuni presidi di area disagiata. Questo programma sarà insostenibile sul piano delle risorse e impedirà qualunque potenziamento della assistenza territoriale già fortemente carente nelle Marche. Ma realtà marchigiana a parte, è tutto il Ssn ad avere bisogno di un riferimento valido e monitorato in termini di standard per il macrolivello ospedaliero. Se si toglie peso e significato al DM 70 non ci si può poi lamentare che le strutture del PNRR siano e rimarranno scatole vuote.

Sul piano politico mi limito a dire che l’Intesa di ieri è un formidabile assist alla Giunta di centrodestra che governa le Marche a pochi mesi dalle prossime elezioni regionali. Mi chiedo poi cosa succederà se in autunno dovesse tornare a governare il centrosinistra. Come farà a gestire un programma di edilizia ospedaliera insostenibile oltre che “illegittimo”, ma ormai pieno di progetti esecutivi oltre che considerato come una promessa esigibile da parte dei cittadini?

E, in cauda venenum, chi risponderà dell’impatto, prevedibilmente alto e probabilmente disastroso, sulla qualità dei servizi e sui conti della sanità marchigiana di quel programma?

Claudio Maria Maffei



30 maggio 2025
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy