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Con l’approvazione del progetto del nuovo Ospedale di Pesaro il Ministero ha ufficializzato la fine del DM 70

17 MAR -

Gentile direttore,
ho spesso utilizzato (grazie Direttore) le pagine di Qs per una battaglia per la applicazione del DM 70 nei programmi di riordino delle reti ospedaliere regionali e dei programmi di edilizia sanitaria. È mia convinzione tecnica (e di conseguenza politica) che una razionalizzazione di queste reti in base alle indicazioni di quel DM sia in grado di recuperare parte delle risorse che servono allo sviluppo delle reti dei servizi territoriali. Un’altra mia convinzione è che i programmi di edilizia sanitaria che frammentano o lasciano frammentate le reti ospedaliere siano particolarmente pericolosi perché ingessano in modo stabile una struttura dell’offerta energivora, insicura e inefficace.

Questa mia battaglia l’ho portata spesso su queste pagine perché nelle Marche, la mia Regione, la programmazione ospedaliera e la relativa programmazione edilizia sono totalmente difformi dalle indicazioni del DM 70, prevedendo a solo titolo di esempio 14 ospedali con DEA contro i 10 da DM. Nei miei interventi ho sempre documentato come queste difformità rendano particolarmente fragile sia la rete ospedaliera pubblica che la rete dei servizi territoriali delle Marche con allungamento dei tempi di attesa anche in area oncologica, con un massiccio ricorso ai medici gettonisti e con un sottodimensionamento di tutte le tipologie di attività nell’Area distrettuale e dei Dipartimenti di Prevenzione.

Una sorta di simbolo di questo conflitto tra DM 70 e politica sanitaria della Regione Marche è, o meglio era, il progetto del nuovo Ospedale di Pesaro. Si tratta di un progetto infatti che la Giunta di centrodestra insediatasi nel 2020 ha fortemente voluto “disfacendo” un precedente progetto della precedente Giunta che prevedeva l’integrazione strutturale dei due presidi di Pesaro e Fano dell’allora Azienda Ospedaliera Marche Nord. Due presidi distanti pochi chilometri che raddoppiano tutte le discipline o quasi previste in un Ospedale con DEA di primo livello, a partire da Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, Terapia intensiva, Cardiologia con UTIC, Punto Nascita e Ortopedia. Su questo progetto si doveva da agosto scorso esprimere il Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici del Ministero della Salute.

Questa scelta della precedente Giunta di integrare ospedali con DEA di primo livello vicini riguardava anche altre due coppie di ospedali della Regione pure molto vicini tra loro: Macerata e Civitanova Marche, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Ovviamente la nuova Giunta ha bloccato anche gli altri due progetti che però erano in uno stato di avanzamento molto in ritardo rispetto a quello Pesaro-Fano che era in dirittura finale in attesa di quella approvazione ministeriale che adesso è arrivata invece per il progetto del solo ospedale di Pesaro. Contestualmente alla scelta di fare quest’ultimo ospedale la nuova Giunta ha deciso anche di fare altri due nuovi ospedali al posto di quelli di Macerata e San Benedetto del Tronto e di “regalare” una nuova palazzina con il DEA all’altro partner della coppia e cioè agli ospedali di Fano, Civitanova Marche e Ascoli Piceno in modo da accontentare le aspettative locali e da strutturare in modo definitivo una rete ospedaliera con 14 DEA in una Regione che ne potrebbe al massimo far funzionare 10.

A questo punto è chiaro da tutto questo mio discorso che il Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici del Ministero della Salute ha poi approvato il progetto dell’Ospedale di Pesaro. Stralcio da una recente Delibera della Regione Marche, la 288 del 3 marzo 2025 (avente come oggetto “Nuovo polo ospedaliero di Pesaro”: atto prodromico al perfezionamento dell’Accordo di Programma ex art 20 della legge 67/1988”) questo passaggio: “A seguito dell’istruttoria della documentazione trasmessa, nonché a seguito di ampio confronto e approfondimento nelle sedute del Nucleo del 22 ottobre 2024 e 20 gennaio 2025, nonché nell’incontro con i referenti regionali tenutosi il 21 novembre 2024 e della documentazione trasmessa dalla Regione Marche con nota prot. n. 1517277 del 02/12/2024, il Nucleo, all’unanimità̀, ha espresso parere favorevole con la sola prescrizione di adottare un atto formale che impegni la Regione al completamento dell’opera e all’utilizzo della relativa fonte di finanziamento.”

Certamente uno dei criteri di valutazione del Nucleo doveva essere la corrispondenza del progetto alle indicazioni del DM 70 in termini non solo locali, ma anche regionali. Ma pare (farò l’accesso agli Atti) che di questo aspetto il Nucleo non si sia interessato. Pare anche che io abbia perso la mia battaglia (e fin qui pazienza), ma l’hanno persa anche i marchigiani che si vedranno riempire di cantieri ospedalieri fuori da ogni logica programmatoria e che vedranno abbassarsi ulteriormente la qualità dei servizi loro erogati. Come l’hanno persa, a mio parere, coloro che credono possibile e doverosa una indipendenza almeno relativa degli organi tecnici da quelli politici. Ma aspettarsi questa relativa indipendenza dal Ministero in un anno di elezioni regionali per le Marche era evidentemente da illusi. A vincere, in definitiva, è stata la filiera istituzionale con il perfetto allineamento delle scelte della Giunta delle Marche con quelle del Ministero di Roma.

Claudio Maria Maffei



17 marzo 2025
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