Fertilità. Per la sopravvivenza della specie umana non basteranno 2,1 figli per donna

Fertilità. Per la sopravvivenza della specie umana non basteranno 2,1 figli per donna

Fertilità. Per la sopravvivenza della specie umana non basteranno 2,1 figli per donna
Una nuova ricerca rivela che le piccole dimensioni della popolazione e i modelli di nascita casuali aumentano la soglia di fertilità necessaria per evitare l'estinzione: saranno necessari almeno 2,7 figli per donna

Le popolazioni umane necessitano di almeno 2,7 figli per donna – un tasso di fertilità molto più elevato di quanto si pensasse in precedenza – per evitare in modo affidabile l’estinzione a lungo termine. E’ quanto rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista PLOS One da Takuya Okabe dell’Università di Shizuoka, in Giappone, e colleghi. Sebbene un tasso di fertilità di 2,1 figli per donna sia spesso considerato il livello di sostituzione necessario per sostenere una popolazione, questa cifra non tiene conto delle differenze casuali nel numero di figli, così come dei tassi di mortalità, del rapporto tra i sessi e della probabilità che alcuni adulti non abbiano mai figli, rilevano gli autori. E nelle popolazioni di piccole dimensioni, queste variazioni casuali possono spazzare via intere linee familiari.

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato modelli matematici per esaminare come questa variabilità demografica influenzi la sopravvivenza delle popolazioni per molte generazioni. Lo studio ha messo in evidenza che, a causa delle fluttuazioni casuali nel numero di nascite, è necessario un tasso di fertilità di almeno 2,7 figli per donna per evitare in modo affidabile l’estinzione, soprattutto nelle popolazioni di piccole dimensioni. Tuttavia, un rapporto di natalità sbilanciato a favore delle femmine, con più femmine che maschi nati, ridurrebbe il rischio di estinzione, aiutando un maggior numero di linee evolutive a sopravvivere nel tempo. Questa intuizione potrebbe contribuire a spiegare un fenomeno evolutivo osservato da tempo: in condizioni estreme – come guerra, carestia o sconvolgimenti ambientali – tendono a nascere più femmine che maschi. Suggerisce inoltre che, sebbene l’estinzione non sia imminente nelle grandi popolazioni sviluppate, la maggior parte delle linee evolutive familiari finirà per estinguersi. Gli autori concludono che la vera sostenibilità della popolazione – così come la sostenibilità delle lingue, delle tradizioni culturali e delle diverse linee evolutive familiari – richiede di riconsiderare gli obiettivi convenzionali di fertilità. I

05 Maggio 2025

© Riproduzione riservata

Migliorano screening e territorio, ma tempi di attesa per interventi e Pronto soccorso restano critici. Ecco le performance di Asl e Ospedali
Migliorano screening e territorio, ma tempi di attesa per interventi e Pronto soccorso restano critici. Ecco le performance di Asl e Ospedali

Dalle Asl, che mostrano un significativo recupero soprattutto negli screening oncologici e nei servizi territoriali, alle Aziende ospedaliere, dove invece permangono criticità importanti sui tempi di attesa e nei Pronto...

Italia da record per longevità, ma l’assistenza agli anziani è in affanno
Italia da record per longevità, ma l’assistenza agli anziani è in affanno

Con un’aspettativa di vita alla nascita di 83,5 anni, l’Italia si conferma tra i Paesi più longevi al mondo, superando di ben 2,4 anni la media Ocse (81,1). Un primato...

Alzheimer. Iss: “Forte squilibrio Nord-Sud nell’accesso ai servizi sulle demenze”
Alzheimer. Iss: “Forte squilibrio Nord-Sud nell’accesso ai servizi sulle demenze”

In Italia c’è un forte squilibrio nella distribuzione di Rsa e Centri Diurni, presidi fondamentali per l’assistenza alle persone con demenza, con il Sud che ha un quarto delle strutture...

Europa. Metà delle diagnosi di Hiv è in ritardo: allarme per l’obiettivo 2030
Europa. Metà delle diagnosi di Hiv è in ritardo: allarme per l’obiettivo 2030

L’Europa sta fallendo nella diagnosi precoce dell’Hiv, con oltre la metà delle persone che scopre di aver contratto il virus solo quando la malattia è già in fase avanzata. È...