Una bella joint-venture di tutela degli interessi sindacali degli operatori medici, quella venutasi a creare tra l’ACOI e l’ANAAO nel difendere il sistema pubblico sociosanitario e l’autonomia delle aziende della salute da una sorta di indebita invadenza, registrata negli ultimi due anni, del sistema universitario. Ciò a fronte della trascuratezza venticinquennale nei confronti delle AOU, rappresentative del vero fulcro della collaborazione del Ssn con le università, tale da renderle attive senza il loro “certificato di nascita”: il Dpcm sancito per essere riconosciute come tali, a mente dell’art. 8, comma 2, del d.lgs. 517/1999. Ebbene, ne sono venute fuori 31 delle quali solo una regolarmente istituita con Dpcm 31 gennaio 2013: è la AOU “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – Scuola medica salernitana”.
E già nel profondo sud, quella di Salerno è l’unica AOU con le carte a posto. Tutte le altre sono “fuori legge”, ma nonostante ciò hanno nominato professori universitari e ricercatori direttori responsabili di UOC (i primari) quasi sempre senza concorso pubblico.
È giunto il momento di mettere le cose a posto e lo ben dice, meglio lo ben scrive Gerardo Anastasio dell’Anaao, che critica motivatamente lo “Schema tipo per il Protocollo di Intesa tra Regione e Università” elaborato dal MUR e offerto in lettura al ministero della salute e alla CRUI. Ha ragione Anastasio: attraverso la combinazione letterale «Autonomia nell’esercizio delle responsabilità gestionali assistenziali da parte delle strutture sanitarie universitarie» si tenta di scassinare la cassaforte che contiene il Ssn, quel tesoro venuto fuori dalla riforma del 1978 in combine con il d.lgs. 502/1992.
Le regole ci sono è occorre solo rispettarle. Il d.lgs. 517/1999, seppure bisognoso di qualche aggiustamento e adattamento ai tempi, costituisce la colonna portante di un sistema collaborativo Ssn-Università che, se rispettato nella regolazione, avrebbe garantito, da subito, il meglio rispetto ad oggi e potrà farlo, di certo, nel futuro.
Non è con clinicizzazione “selvaggia” (Anaao dixit) che si costruisce il migliore sistema assistenziale, di ricerca e didattico ideale. Si fanno solo guai, irreparabili, ai quali solo la magistratura potrà offrire una soluzione, bocciando le brutte abitudini praticate in tutto il Paese e sollecitando la rigorosa applicazione della disciplina che l’ordinamento pone a corretta regolazione della materia.
I problemi generati da questa colposa confusione ultradecennale sono stati tanti e non sono certo risolvibili con la proposta ipotesi di “Protocollo di Intesa tra Regione e Università” che, oltre ad essere ultra tardiva, offre non soluzioni. Propone la frequenza di metodologie improprie per tentare di sanare quanto di illegittimo è stato messo a terra negli anni. Arriva persino a riproporre le aziende di riferimento di felice memoria del quadriennio sperimentale, di cui all’art. art. 2, comma 2, del d.lgs. 517/1999, oggetto di tante confuse interpretazioni che hanno creato e creano ancora penose discriminazioni salariali tra dipendenti del Ssn e del sistema universitario. Con questo dimenticando che, scaduto il quadriennio 2000/2003, ad essere legittimamente attive sono solo le AOU.
Ettore Jorio