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“Scuole che promuovono salute”: il progetto e la “scommessa” della Toscana

Bezzini: “Scegliere di promuovere la salute tra i giovani è un investimento per il futuro. Abbiamo bisogno di nuove alleanze per sviluppare competenze per il benessere e formare cittadini consapevoli. Il progetto guarda in questa direzione. La prevenzione è essenziale per la tutela della salute individuale e collettiva, per migliorare la qualità della vita delle persone, ma anche per la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari”.

14 APR - Curare è importante, ma prevenire non è sicuramente da meno. Sulla promozione della salute le scuole della Toscana fanno dunque squadra: assieme alla Regione e alle Asl. La rete già oggi conta ventotto istituti ed è destinata ad allargarsi. Non solo negli auspici, visto che all’incontro che si è svolto ieri, giovedì 13 aprile, per fare il punto sulla buone pratiche messe in atto hanno partecipato, in collegamento da remoto, duecento scuole.

Il progetto si chiama “Scuole che promuovono salute” e la scommessa è chiara: educare e diffondere attraverso gli studenti (e gli insegnanti) corretti stili di vita e, per il loro tramite, diffondere le buone pratiche alle famiglie e alla società. E se in Toscana, numeri alla mano, sono circa mezzo milione gli studenti delle scuole, quasi uno per famiglia, la possibilità di moltiplicarne gli effetti è a portata di mano. Con consigli e ‘lezioni’ su sei aree: dallo star bene a scuola all’affettività e la sessualità consapevole, dalla prevenzione delle dipendenze e dei comportamenti a rischio alla cultura della sicurezza e del benessere, della donazione e della cittadinanza consapevole e, non per ultimo, l’importanza di una alimentazione corretta e praticare attività fisica con regolarità.

“Scegliere di promuovere la salute tra i giovani è un investimento per il futuro. Abbiamo bisogno di nuove alleanze per sviluppare competenze per il benessere e formare cittadini consapevoli. Il progetto guarda proprio in questa direzione – spiega l’assessore al diritto alla salute della Toscana, Simone Bezzini – La prevenzione è essenziale per la tutela della salute individuale e collettiva, per migliorare la qualità della vita delle persone, ma anche per la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari, specialmente oggi con una popolazione che ha aspettative di vita sempre più lunghe e soggetta a patologie croniche. Non a caso è uno dei tre parametri, accanto alla sanità territoriale e i servizi ospedalieri, su cui il Ministero misura i livelli di assistenza garantiti”.

Quanto al progetto della rete delle scuole che promuovono salute c’è poi un ulteriore valore aggiunto. “Non si tratta di progetti calati dall’alto, - ricorda ancora l’assessore - ma si prova a costruire un protagonismo attivo degli attori della comunità scolastica”.

“Grazie ai giovani possiamo parlare anche agli adulti – si sofferma Bernard Dika, portavoce del presidente della Toscana Eugenio Giani con delega alle politiche giovanili – Possono essere lo strumento per arrivare ad una platea molto più vasta, grazie al lavoro degli insegnanti che vanno ringraziati”. “Promuoverò questo progetto – conclude – anche attraverso ‘Giovanisì’, il programma della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani”.

Scuola e salute costituiscono due capisaldi della vita di tutti noi. L’obiettivo del progetto toscano è provare ad unirli. “La scuola è la prima aziende del paese per addetti e più la scuola riesce a radicare comportamenti sani nei ragazzi più ampi saranno gli effetti a cascata” sottolinea Roberto Curtolo, dirigente dell’ufficio scolastico regionale, intervenuto all’evento in rappresentanza del dg Pellecchia. “Dobbiamo rendere la prevenzione prassi comune: tanto comune e diffusa quasi da non accorgerci più di farla”. Percorrendo anche terreni nuovi: dalla salute di genere all’educazione ambientale o il numero unico ad esempio del 112, giusto per citare alcuni delle proposte e dei progetti delle scuole, fino ai social che costituiscono una risorsa quando non se ne fa un uso problematico. Una situazione non così marginale, visto che pare che ne soffrano tra i quindicenni quasi un ragazzo su dieci e due ragazze su dieci.

14 aprile 2023
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