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Toscana. Protocollo Regione-Università-Ordine Medici contro conflitti interesse in sanità

I firmatari si impegnano a diffondere modelli organizzativi e prassi operative finalizzate a un costante monitoraggio in materia di conflitto d'interesse nella pratica medica. E a fornire ai medici e alle altre professioni coinvolte nell'assistenza un modello operativo di comportamento che possa essere garanzia di eticità.

10 MAR - Un protocollo per la promozione di azioni comuni di responsabilizzazione nei confronti del conflitto d'interesse in sanità e di contrasto ai comportamenti scorretti. Lo hanno firmato l'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, i tre rettori delle Università toscane (Alberto Tesi, Firenze; Massimo Augello, Pisa; Angelo Riccaboni, Siena) e il presidente della Federazione degli Ordini dei medici della Toscana, Antonio Panti.

Il protocollo impegna i firmatari a promuovere un'etica condivisa, un modello organizzativo, prassi operative, azioni formative e un clima culturale adeguato, la promozione di azioni di informazione, prevenzione, monitoraggio e vigilanza in tema di conflitto d'interesse nella pratica medica. E a fornire ai medici e alle altre professioni coinvolte nell'assistenza un modello operativo di comportamento che possa essere garanzia sulla eticità dei singoli e del sistema.

"Non siamo all'anno zero, abbiamo una legge anticorruzione, abbiamo codici etici - chiarisce l'assessore Marroni - Con questo protocollo abbiamo però voluto fare un ulteriore passo avanti in questa direzione. Riteniamo opportuno che le istituzioni e gli ordini professionali collaborino e costruiscano alleanze, perché siano diffusi e condivisi indirizzi in grado di orientare i comportamenti professionali verso le buone pratiche e la trasparenza dei rapporti, vigilando su eventuali infrazioni delle norme giuridiche e deontologiche e disincentivando le prassi che più espongono a rischi di conflitto di interesse, per la tutela del paziente e del pubblico interesse".

"Iniziative come questa - è il commento di Alberto Tesi - rappresentano occasioni importanti per perfezionare la trasparenza delle nostre istituzioni e offrono a chi vi opera sollecitazioni positive verso una sempre maggiore consapevolezza etica". "Con questo patto - osserva Antonio Panti - si vuole fornire a tutti i professionisti della sanità un modello di comportamento e di relazioni tra operatori, pazienti ed enti, consentendo ai cittadini di condividere un tale processo di responsabilizzazione. E si vuole promuovere le direzioni e i vertici organizzativi a tutelare la deontologia, inserendo questa tutela tra i criteri di accreditamento".
 

10 marzo 2015
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