Togliere il doppio segreto al test HIV e garantire Prep gratuita in tutte le Asl

Gentile Direttore, quali soluzioni possiamo proporre per risolvere i problemi emersi dall’ultima analisi di dati pubblicati sull’HIV dall’ISS relativi al 2024?

Gentile Direttore,

quali soluzioni possiamo proporre per risolvere i problemi emersi dall’ultima analisi di dati pubblicati sull’HIV dall’ISS relativi al 2024?

L’ISS mostra un quadro epidemiologico dell’HIV in Italia caratterizzato da stabilità, ma con una grave criticità persistente: la diagnosi tardiva, con la maggioranza dei pazienti già con una grave riduzione dei CD4. Questo indica che molte infezioni vengono scoperte quando il sistema immunitario è già compromesso, rendendo più difficile la presa in carico e aumentando il rischio di progressione verso l’AIDS, il che sarebbe evitabile, visto che esistono terapie che portano i pazienti in condizioni di U=U.

Eppure in Italia facciamo ancora diagnosi di HIV in fase AIDS in ben 450 casi nel 2024.

Sul fronte della prevenzione, l’arrivo di lenacapavir, somministrabile ogni sei mesi, potrebbe trasformare la “Pre-Exposure Prophylaxis” (PrEP) rendendola più accessibile e migliorando l’aderenza, un elemento essenziale soprattutto per i gruppi a maggiore rischio, come MSM ed eterosessuali ad alta esposizione. Tuttavia questa viene proposta solo in rari centri di terzo livello, mentre la popolazione che ne dovrebbe usufruire avrebbe bisogno, come in altri Paesi che sia accessibile tramite Medico di Base o almeno tramite le ASL, diffuse su tutto il territorio.

D’altra parte i dati ci mostrano che esiste una riserva di persone infette da virus che ignorano la propria condizione e che continuano a diffondere loro malgrado l’HIV. Senza voler tacciare di assurdità medievali queste persone, bisogna riconoscere che oggi il test per l’HIV è sottoposto ad un grave stigma sociale e allo stesso tempo ad un grave stigma istituzionale perché sottoposto a doppia privacy.

Rispetto allo stigma istituzionale, il fenomento dipende dalla mancata abrogazione della legge sulla privacy della cosiddetta legge Grillini, che storicamente è stata in assoluto la prima ad inserire in sanità il concetto di stesso di privacy. (https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1990-06-05;135)

Il doppio segreto inoltre moltiplica l’effetto di stigma sociale, che comunque colpisce gravemente in Italia le persone Omosessuali o Transgender, nonostate i dati indichino l’ampia diffusione in tutta la popolazione. La stessa popolazione LGBTI si difende dall’idea di poter essere sieropositivo per evitare il doppio stigma sociale. La doppia privacy di fatto serve solo a costringere la persona a dichiararsi a rischio in modo imbarazzante di fronte al personale sanitario o appunto a dichiararsi omosessuale e quindi a subire il doppio stigma. Tutto questo sarebbe evitabile se l’HIV diventasse un esame di routine insieme ad HBV ed HCV, nella serena consapevolezza che tutti i dati sono comunque per legge sottoposti a privacy.

La ricerca scientifica sta oggi aprendo nuove prospettive. Nature Biotechnology ha recentemente illustrato importanti progressi nella strategia di eradicazione dell’HIV, con particolare enfasi sulle terapie basate sul recettore delle cellule T (TCR), progettate per riconoscere peptidi virali presentati dalle cellule infette e reclutare cellule T capaci di colpire in modo mirato i reservoir latenti, principale ostacolo alla cura definitiva.

Questo permetterà di superare gli attuali limiti della terapia antiretrovirale (ART) che rimane altamente efficace nel controllare l’infezione, portando il paziente in condizione di U=U, ma non elimina il virus latente.

I TCR bispecifici e altre strategie innovative – dai bNAbs, alle architetture “kick and kill”, fino alle CAR-T, ai vaccini a mRNA e all’editing genomico CRISPR – rappresentano una serie di linee terapeutiche in rapida evoluzione, che potrebbero risolvere questo problema.

In particolare, i vaccini a mRNA, che consentono una produzione rapida e altamente personalizzabile di antigeni virali, stanno emergendo come piattaforme versatili per stimolare una risposta immunitaria cellulare potente e mirata (https://www.nature.com/articles/d41586-025-02439-4), come già dimostrato nel contesto dei vaccini COVID-19.

Analogamente, le tecniche di editing genomico CRISPR offrono la possibilità di eliminare o rendere inattivi i reservoir virali integrati – o di potenziare le cellule immunitarie mediante precise modifiche genetiche – aprendo la strada a strategie realmente curative.  

Di fronte a un’Italia in cui l’incidenza resta relativamente contenuta ma la diagnosi tardiva persiste, è indispensabile rafforzare prevenzione, test, ma anche garantire educazione sessuale, oggi sottoposta a feroce battaglia ideologica, considerando che si inizia a fare sesso intorno ai 12 anni.

E’ necessario facilitare l’accesso ai test ed alla PREP, soprattutto per le popolazioni chiave, il che include la popolazione carceraria, che ha un’incidenza tanto nelle sezioni maschili, quanto in quelle femminili, ed in quelle transgender di oltre 14 volte le attese.

E’ cruciale riflettere sulla distribuzione gratuita di Preservativi a partire dai 12 anni di età, almeno agli adolescenti ed alla popolazione carceraria e sarebbe cruciale sostenere la ricerca per creare le condizioni per l’introduzione, sicura ed equa, delle terapie innovative nel più breve tempo possibile.

La lotta all’HIV richiede più strade ma soprattutto di focalizzarsi sull’obiettivo di eliminare definitivamente il virus, considerando che non stiamo facendo tutto quanto il possibile, forse a causa del doppio stigma a livello politico e sanitario.

Nicola Luigi Bragazzi
Epidemiologo
Socio Amigay

Manlio Converti
Psichiatra
Presidente AMIGAY aps

28 Novembre 2025

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