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Manifestazione CoVeSaP in difesa della sanità veneta

Continuano gli appelli da parte di associazioni e sindacati per chiedere alla Regione soluzioni alle criticità della sanità regionale. Ora anche il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica, costituito per la maggior parte da medici, sono scesi in piazza. Sotto i riflettori le carenze ancora irrisolte, a partire da quelle di personale, poi la diminuzione dei posti letto, la chiusura di reparti, gli interventi chirurgici ritardati e i servizi ambulatoriali ridotti.

di Endrius Salvalaggio
13 APR - Manifestazioni in piazza a difesa della sanità pubblica. È questo che sta accadendo in Veneto nel territorio dell’alta padovana. A fare da apripista a difesa della sanità pubblica è stata la Cgil Fp manifestando davanti a tutti gli ospedali della Ulss 3 di Venezia e nella Ulss 4 del Veneto Orientale. La scorsa settimana ha manifestato il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSaP), con la funzione di coordinare ben quindici comitati presenti in tutte le province venete, già impegnati in principi cardini come il diritto alla salute, un servizio sanitario pubblico, gratuito ed universalistico.

Nella manifestazione si è evidenziato che in Veneto, a causa della pandemia, ci sono stati oltre 13mila decessi e circa 1milione di contagi, con gravi conseguenze sulla normale attività di assistenza sanitaria e che ha portato nel 2020 ben più di 400.000 prestazioni sospese.

La risposta complessiva all’emergenza pandemica ha avuto scelte regionali come la “trasformazione in Covid Hospital di alcuni nosocomi lasciando sguarniti interi territori che hanno pagato più di altri la mancata assistenza. Le ULSS non hanno messo a punto sistemi efficaci né per la cura domiciliare né per il tracciamento e sorveglianza dei contagi; in particolare, durante l’ultima ondata di variante Omicron, hanno riversato sui medici di medicina generale e pediatri di libera scelta una grande quantità di compiti burocratici, mettendo in crisi anche l’assistenza di base”., denuncia il CoVeSaP

Attraverso una nota il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica ha voluto portare sotto i riflettori anche altre pesanti criticità pregresse nel territorio come ad esempio:
- La grave carenza dei servizi di Emergenza/Urgenza nei territori più disagiati con la chiusura o il declassamento dei Servizi di Pronto Soccorso nelle zone di montagna del bellunese, nei territori dell’area polesana, nelle isole delle zone lagunari.  
- Il depotenziamento degli ospedali periferici, con diminuzione dei posti letto, chiusura di reparti, interventi chirurgici ritardati e servizi ambulatoriali ridotti.
- La mancata realizzazione di ospedali di comunità e Strutture Riabilitative Pubbliche;
- L’aumento esponenziale delle liste di attesa e l’invio dei pazienti presso le strutture private che sono molto cresciute in numero e fatturato.
- La riduzione e l’accentramento dei servizi Territoriali quali la Neuropsichiatria Infantile, le attività di Prevenzione e di Screening, i Consultori Familiari, i Servizi per la Disabilità e per le Dipendenze; l’Assistenza Domiciliare, la Rete delle Cure Palliative.

In particolare il CoVeSaP chiede:
- Un nuovo Piano Socio-Sanitario centrato sui concreti bisogni di salute, anche alla luce della pandemia Covid19, che preveda il potenziamento degli ospedali di prossimità, lo sviluppo dei servizi distrettuali e di salute mentale secondo standard di popolazione appropriati, la salvaguardia delle specificità lagunari e delle comunità montane.

- Un PNRR che non si limiti a costruire muri, ma dia un ruolo forte al Distretto, alla Medicina Generale, con una piena integrazione tra ospedale e territorio, inclusi i Servizi Socio-sanitari e sociali, mantenendo una gestione pubblica delle Case della Comunità, dell'Ospedale di Comunità e dell'Assistenza Domiciliare Integrata.  

- Un Piano straordinario di assunzione a tempo indeterminato di operatori della salute, adeguato per numero e competenze.

- Liste di attesa ridotte e trasparenti e netta diminuzione del ricorso al privato.

- Servizi di prevenzione e sanità pubblica potenziati in modo da poter gestire le normali fondamentali attività e al tempo stesso gli eventi pandemici.

- Azioni efficaci per fronteggiare le emergenze ambientali sempre più frequenti e significative per la salute della popolazione (inquinamento da Pfas, polveri sottili, ecc.).

In Veneto si stanno mobilitando comitati, associazioni di volontariato e politici, tutti a sostegno della sanità pubblica e contro le carenze che negli anni, secondo i manifestanti, non sono mai state seriamente prese in considerazione.

Endrius Salvalaggio

13 aprile 2022
© Riproduzione riservata

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