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La Cgil in campo per la sanità delle Ulss 3 e Ulss 4

Appena concluse le manifestazioni organizzate da sindacato nel mese di marzo, che hanno toccato tutti gli ospedali delle due Ulss. Per il sindacato “serv una svolta decisiva, che dimostri come da questa pandemia si voglia uscire con più sanità pubblica e con maggiori investimenti pubblici. Chiediamo alla Regione Veneto di aprire gli stati generali della salute in tutto il territorio”

di Endrius Salvalaggio
04 APR - Una serie di presidi che ha visto la CGIL Spi e Fp impegnata in due Ulss provinciali, come la Ulss 3 Serenissima e la Ulss 4 Veneto Orientale. Un impegno che è iniziato nel mese di marzo e che è terminato in questi giorni ed ha voluto attirare l’attenzione della Regione Veneto e dei Direttori Generali delle due Ulss su temi importanti, che per la CGIL Spi e Fp non sono più procrastinabili. Stiamo parlando di programmazione, servizi esternalizzati, organici all’osso con condizioni di lavoro gravi per il personale, prestazioni arretrate ed innalzamento della qualità delle prestazioni, ma anche di diritto dei lavoratori e tutela della persona con tolleranza zero alla violenza negli ambienti sanitari.

Per la Ulss 3 Serenissima, in particolare, il sindacato propone:

Per gli ospedali di Dolo/Mirano/Noale e territorio
- Ritornare alla programmazione prevista dalle schede ospedaliere e territoriali
- Far riaprire l’area materno infantile e il punto nascite di Dolo
- Va fermata la privatizzazione strisciante dei servizi di riabilitazione
- Nessun trasferimento di laboratori e servizi verso l’ospedale di Mestre ma garanzie per il mantenimento del laboratorio analisi e dell’anatomia patologica
- Attivare i 40 posti di ospedale di comunità previsti e i 45 posti letto di riabilitazione sia a Dolo che Mirano
- Garantire in tempi certi per la realizzazione della nuova sede distrettuale di Mira
- Vanno garantiti i servizi oggi attivi all’interno della struttura di Noale con una chiarezza sulla programmazione di quest’area e vanno completate le ristrutturazioni necessarie ed aprire i posti letto delle strutture intermedie previste dalla programmazione regionale
- Va fermata la privatizzazione del servizio di fisioterapia
- Si deve aprire un tavolo che discuta del futuro della struttura di Noale perché riteniamo che non vi sia chiarezza rispetto all’utilizzo di questo presidio e sulla sua vocazione territoriale, dato che è stata prima chiusa la lungodegenza e poi utilizzata per ricoveri Covid e ora per l’accoglienza dei profughi

Per l’Ospedale di Mestre e territorio
- L’Ospedale risulta strutturalmente sottodimensionato e serve una verifica su quali investimenti fare. Vanno reperite risorse adeguate perché le esigenze strutturali non possono andare a scapito degli investimenti sui servizi territoriali e sulla prevenzione;
- La Regione deve necessariamente intervenire per una revisione del progetto di finanza che sta drenando risorse destinate al finanziamento dei Lea;
- Serve accelerare sul nuovo distretto e una verifica sull’allocazione delle case della comunità;

Ospedale di Venezia e territorio
- Riconoscere la specificità veneziana con finanziamenti e risorse adeguate
- Spazi per i servizi ospedalieri e territoriali
- Investimenti tecnologici e di edilizia sanitaria
- Risorse per incentivare chi lavora a Venezia con navette di collegamento per l’ospedale gratuite con parcheggi riservati gratuiti, con alloggi/foresterie a prezzi calmierati
- Attuare la casa della comunità all’interno del Giustinian

Ospedale di Chioggia
- Evitare che il presidio ospedaliero perda pezzi importanti di specialistica a causa della carenza di medici infermieri ed OSS. Vanno potenziati i servizi territoriali (neuropsichiatria infantile, disabilità, salute mentale)
- L’Ospedale di comunità va completato e deve ritornare alla sua vocazione territoriale di sostegno ai pazienti convalescenti e si apra al più presto l’hospice che aspettiamo da anni
-La casa della comunità va pensata e organizzata fuori dal presidio ospedaliero. Si dica chiaramente quali servizi pubblici rimarranno nella cittadella sanitaria di Cavarzere
- Ai problemi specifici dei singoli presidi ospedalieri non possiamo che denunciare le gravi condizioni del personale
- La situazione, in termini di carenza del personale è drammatica e si sostanzia nella mancanza di: 224 Medici, 11 Veterinari, 21 Dirigenti Sanitari, 7 Dirigenti PTA; 179 Infermieri, 75 OSS, 38 Tecnici Sanitari, 21 Assistenti Sanitari, 14 Tecnici della Riabilitazione, 13 Tecnici del Dipartimento di Prevenzione e 75 Amministrativi

Per l’Ulss 4 Veneto Orientale, le proposte riguardano:

Per l’ospedale di San Donà’/Jesolo
- Serve un programma di ristrutturazione e riqualificazione di molti servizi ed unità operative
- Evitare l’esternalizzazione del Pronto Soccorso di Jesolo
- A Jesolo va ampliata l'apertura del CUP: non bastano due giorni a settimana

Per l’Ospedale di Portogruaro;
- Serve un programma di ristrutturazione e riqualificazione di molti servizi ed unità operative
- Deve riaprire il reparto di Pediatria di Portogruaro ma con una chiarezza d'intenti
- Basta con le continue chiusure ed aperture intermittenti che creano disagi all’utenza
- Ci vuole un progetto chiaro sul futuro del punto nascita di Portogruaro
- Aprire immediatamente il reparto di day surgery inaugurato un anno e mezzo fa, per ridurre le liste d'attesa

Per la CGIL FP serve una sanità pubblica di prossimità sia nell’ospedale che nel territorio, che garantisca il diritto alle prestazioni e un servizio di qualità anche con il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. “Come Cgil, Spi e Fp Cgil abbiamo deciso di costruire un percorso di mobilitazione e sensibilizzazione nei confronti dei lavoratori e dei cittadini con dei presidi in tutte le sedi ospedaliere del nostro territorio – dichiarano Daniele Giordano Cgil, Daniele Tronco Spi Cgil e Marco Busato Fp Cgil -. È indispensabile un ripensamento delle politiche socio sanitarie da parte della Regione Veneto, rimettendo al centro di tutto la qualità dell’assistenza e la presa in carico delle persone”.

“Riteniamo che serva una svolta decisiva, che dimostri come da questa pandemia si voglia uscire con più sanità pubblica e con maggiori investimenti pubblici sulle nostre strutture. Come sindacato – concludono Giordano, Tronco e Busato - chiediamo con chiarezza alla Regione Veneto di aprire gli stati generali della salute in tutto il territorio per costruire un nuovo piano sociosanitario in grado di affrontare i cambiamenti della sanità dopo questa fase emergenziale che, peraltro, non potrà più essere quella di prima e che metta al centro il rilancio della sanità pubblica e la valorizzazione di chi ci lavora ossia di coloro che sono stati l’ancora di salvezza per reggere, con grandi difficoltà, la bufera della pandemia”.

Endrius Salvalaggio

04 aprile 2022
© Riproduzione riservata

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