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Medicina generale. Parte dal Veneto la proposta di legge per equipararla alle altre Specializzazioni

Prima firmataria Anna Maria Bigon, del Pd, che spiega come l’equiparazione sia una possibile soluzione di contrasto alla carenza di medici sul territorio. “Molte carenze di mmg sono causate dalla scarsa attrattività e dalle remunerazioni più basse proprio a causa della disomogeneità fra specializzazioni”. LA PDL

di Endrius Salvalaggio 
17 APR - Parte dal Veneto, con la proposta di Legge nazionale nr 27 che i consiglieri Anna Maria Bigon, Zottis, Possamai, Camani, Montanariello e Zanoni presentato qualche giorno fa in commissione Salute, la richiesta di equiparare la formazione dei medici di medicina generale alla specializzazione universitaria. “Dalla maggioranza ci attendiamo ora consapevolezza della necessità di questa svolta”, afferma Anna Maria Bigon, consigliera Pd e prima firmataria del testo.

“Occorre – spiega Bigon - rendere attrattiva la professione di medico di medicina generale ed è per questo che abbiamo presentato questa proposta di legge statale. L’obiettivo è quello di equiparare la specializzazione di medicina generale alle altre specializzazioni sanitarie post laurea, di livello universitario, naturalmente senza perdere il coinvolgimento con la specificità̀ del territorio che è la caratteristica della medicina generale”.

Per Bigon, infatti, il medico di medicina generale è un laureato in Medicina e chirurgia in possesso della laurea magistrale a ciclo unico che si è abilitato ma non ha conseguito alcuna specializzazione post lauream. Il suo percorso di formazione non è equipollente allo specialista di medicina di comunità e delle cure primarie. “Per tutti questi motivi urge la necessità di rendere omogenei i percorsi formativi esistenti istituendo una nuova specializzazione in medicina generale, di comunità e cure primarie mettendo tutto allo stesso livello. Questa proposta, presentata dal nostro gruppo prevede l’attivazione del diploma di specializzazione in medicina generale, di comunità e cure primarie, che consentirebbe ai mmg anche l’accesso a percorsi di carriera e manageriali all’interno del servizio sanitario nazionale, come ad esempio diventare direttore di distretto”, spiega la consigliera Dem.

Un altro dato che riporta Annamaria Bigon è che molti degli iscritti alla scuola di formazione di medicina generale regionale lasciano non appena riescono ad entrare in un'altra specializzazione universitaria, per un corso universitario più attrattivo che permette una carriera lavorativa più prospera e sin da subito, con una somma della borsa di studio di circa il doppio.

Endrius Salvalaggio

17 aprile 2023
© Riproduzione riservata

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