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Malattie mentali. L’Università di Verona lancia il nuovo approccio Recovery College

Lo strumento, nato in terre anglosassoni e sperimentato nel vicino Trentino, ora mutuato anche in Veneto. A promuoverlo il Prof. Antonio Lasalvia: “Il motto del Recovery College è ‘essere studenti del proprio benessere’. La prima esperienza in Veneto si focalizzerà fra tematiche inerenti al benessere e alla salute mentale, attività più pratiche e operative che riguardano l’area del fare e attività di natura più creativa ed espressiva”.

di Endrius Salvalaggio 
19 FEB - La Psichiatria dell’Università di Verona è pronta a partire con un nuovo modo di affrontare i problemi di salute mentale attraverso il Recovery College, vale a dire una nuova strategia cura rivolta alle persone che soffrono di malattie mentali e composta da un team di, operatori dei servizi, famigliari e pazienti, che a loro volta impartiranno corsi di formazione al benessere per raccontare ad altri le loro esperienze.

Un progetto nuovo in Veneto costruito attorno a delle persone che utilizzano un approccio educativo e non solo che terapeutico, in base al quale i pazienti sono considerati studenti che a loro volta insegnano la propria esperienza a chi sta soffrendo una malattia mentale e che di fatto diventano esperti della propria vita e lavorano per raggiungere i propri obiettivi personali.

I Recovery College sono frutto di una co-progettazione e co-produzione tra operatori dei servizi, pazienti, familiari in stretta collaborazione con le realtà del territorio che si pongono come obiettivo quello di promuovere la salute mentale come bene individuale e della comunità.

“Il motto del Recovery College è ‘essere studenti del proprio benessere’ – spiega il Prof. Antonio Lasalvia, docente di Psichiatria presso l’Università di Verona promotore del progetto - un’idea che nasce nei paesi anglosassoni dove si è sviluppato il ‘recovery movement’, che sostiene la deistituzionalizzazione e l’integrazione dei cittadini-pazienti nella vita comunitaria e con la caratteristica che non c’è un figura sovra ordinata all’altra ma il team è costruito con una funzione paritaria fra operatori, famigliari e pazienti”.

Prima esperienza in Veneto a farsene carico è l’Università di Verona attraverso il Prof. Antonio Lasalvia che ha l’onere di un coinvolgimento, circolare collettivo, su base volontaria, fra persone, operatori del centro di salute mentale, utenti del servizio, famigliari e associazioni del territorio, che proporrà un’offerta formativa specifica aperta a tutti i cittadini e a maggior ragione a soffre di malattie mentali. Il modello di riferimento è costituito dai Recovery College di Rovereto (“Futuro in Circolo”) e di Cles e Mezzolombardo (“Preferisco il rumore del mare”), che il 30 gennaio scorso in un affollatissimo incontro tenutosi a Verona nella sala civica della quinta Circoscrizione hanno raccontato la loro esperienza.

“L’area di interesse si focalizzerà su tre filoni distinti con tematiche inerenti al benessere e alla salute mentale, attività più pratiche e operative che riguardano l’area del fare e attività di natura più creativa ed espressiva. Una volta che il progetto sarà operativo e saranno realizzati i cataloghi formativi, ogni studente/ssa potrà scegliere a quale corso partecipare, in base alle proprie necessità e preferenze, fra - ad esempio - corsi base sulla salute mentale seguendo l’approccio orientato alla recovery, con corsi più avanzati sulla gestione delle emozioni, e sulla gestione della crisi, moduli espressivi con laboratori artistici, ecc.” Conclude il Prof Lasalvia.

Endrius Salvalaggio

19 febbraio 2024
© Riproduzione riservata

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