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Non autosufficienti. Giunta approva riparto fondo 2018 da 764 mln. Ora si attende l’ok del Consiglio

Il provvedimento, che quest’anno vale 764 milioni di euro, quasi 6 in più rispetto al 2017, passa ora all’esame della commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto, prima di diventare operativo.


19 NOV - Aumentano le risorse stanziate dalla Regione Veneto per cofinanziare le rette nelle case di riposo e nei centri  educativi e occupazionali per disabili.  La Giunta regionale del veneto ha approvato, su proposta dell’assessore al sociale Manuela Lanzarin, il riparto 2018 del Fondo regionale per la non autosufficienza. Il provvedimento, che quest’anno vale 764 milioni di euro, quasi 6 in più rispetto al 2017, passa ora all’esame della commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto, prima di diventare operativo.
 
“Due le novità di rilievo – evidenzia subito l’assessore Lanzarin – Innanzitutto, l’incremento di 13 milioni di euro del capitolo dedicato all’assistenza residenziale per le persone non autosufficienti, che consente di aumentare il numero delle 24.600 quote sanitarie riconosciute agli anziani accolti nelle case di riposo nelle Ulss più deficitarie di impegnative di residenzialità (la 4 Veneto Orientale, la 3 Serenissima, in particolare per l’area della Riviera del Brenta e la 6 Euganea). In secondo luogo – aggiunge l’assessore – l’incremento di 2,5 milioni di euro nel capitolo dedicato all’assistenza semiresidenziale per le persone con disabilità:  aumento che si traduce nel riequilibrio delle quote a carico della Regione per gli oltre 6.200 mila assistiti nei Ceod delle diverse Ulss e nella prosecuzione dei progetti sperimentali di riqualificazione dei centri diurni”.
 
Il fondo complessivo 2018 per la disabilità e la non autosufficienza ammonta a 764 milioni di euro, quasi 6 milioni in più rispetto ai 758.233.410 milioni di euro dello scorso anno, a loro volta in crescita di 4 milioni rispetto al 2016.
 
“I numeri parlano chiaro: questa amministrazione ha scelto di investire nel sociale e mantiene fede all’impegno assunto – sottolinea l’assessore – Le necessità sono tantissime in questo ambito, ma la prima scelta qualificante del Veneto sta nel non arretrare su nessun servizio sociale, nonostante i vincoli di bilancio. Anzi, siamo riusciti anno dopo anno ad investire risorse aggiuntive in modo da aumentare di 832 il numero delle impegnative nei servizi residenziali e  semiresidenziali, per consentire ad un maggior numero di famiglie di poter beneficiare del contributo della regione nel pagamento della retta. E per il 2019 prevediamo, con il bilancio di previsione, di aumentare di altri 11 milioni le disponibilità del Fondo regionale per la non autosufficienza, a conferma della volontà non solo di mantenere ma anche di aggiornare i livelli di assistenza sociale”.
 
“Tutto ciò – puntualizza Lanzarin – è anche una chiara risposta alle voci critiche che si sono levate in merito al nuovo piano sociosanitario 2019-2023 e alle infondate preoccupazioni espresse sulla continuità del modello veneto e sul futuro dell’integrazione socio-sanitaria nei servivi assistenziali”.
 
Con il fondo per la non autosufficienza la Regione Veneto finanzia principalmente
- le rette per le case di riposo (480,8 milioni),
- gli assegni di domiciliarità (108 milioni),
- i centri diurni per disabili (89,6 milioni di euro)
- l’assistenza residenziale per i disabili gravi (63,2 milioni)
 
Rientrano, inoltre, nel Fondo unico regionale 2018 per la non autosufficienza
- la prosecuzione del servizio di telesoccorso e telecontrollo (5,5 milioni di euro)
- ricoveri temporanei di sollievo per i malati di SLA (821 mila euro)
- i contributo per la quota sanitaria della retta per disabili over 65 accolti in strutture residenziali (700 mila euro).

19 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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