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Calabria. Ipasvi e Cid: “Si dia attuazione su tutto il territorio al Servizio delle professioni sanitarie”

Il Coordinamento dei Collegi Ipasvi della Calabria con il Comitato infermieri dirigenti (Cid) auspicano la piena realizzazione di quanto previsto dalla legge n. 251/2000. "I servizi delle professioni sanitarie devono essere dotati non solo del dirigente unico ma anche di altre figure con incarichi dirigenziali professionali in grado di sviluppare tale mandato in ambito ospedaliero, territoriale e universitario".

25 GEN - "È necessario dare concreta attuazione, su tutto il territorio regionale, al Servizio delle Professioni Sanitarie tenendo in debita considerazione la complessità e la tipologia delle nature aziandali sua pubblica (Ospedaliera, Universitaria e Territoriale) che privata". Così il Coordinamento dei Collegi Ipasvi della Regione Calabria con il Comitato infermieri dirigenti (Cid) che auspicano nelle varie aziende sanitarie regionali la piena realizzazione di quanto previsto dalla legge n. 251/2000 in tema di servizio delle professioni sanitarie.
 
Per questo motivo chiedono, al Presidente della Terza Commissione “Sanità, Attività sociali, culturali e formative” della Regione (M. Mirabello) una specifica audizione per esaminare e velocizzare l'iter di recepimento della PL n. 51 "Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e delle professioni sociali".
 
Nelle more del completamento dell'iter legislativo e alla luce del recente recepimento della direttiva 2013/55/UE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del Regolamento comunitario n. 1024/2012 riguardante la cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno (“Regolamento IMI”) ritengono "sia arrivato arrivato il momento di assumere, da parte del Commissario ad Acta, un apposito decreto per avviare concretamente un processo di valorizzazione e di responsabilizzazione delle professioni sanitarie, affinché nel Sistema Sanitario Regionale si crei un giusto equilibrio tra il governo clinico e la gestione delle risorse umane adibite alla funzione assistenziale. Da molti anni, infatti, in molte regioni italiane tutto ciò è diventato strategico e fondamentale per la difesa ed il rilancio del Ssr nella consapevolezza che la reputazione professionale degli operatori sanitari dipende da quanto ognuno riesce ad intervenire sui processi di cura nel rispetto delle competenze di ciascuno".
 
Oltre al recepimento della legge n. 251/2000, Ipasvi e Cid chiedono la stesura urgente di un regolamento "capace di incidere subito nella definizione degli atti aziendali al fine di poter conferire incarichi dirigenziali, (a figure professionali in possesso di laurea magistrale - legge n. 43 del 2006 - art. 6, normativa concorsuale D.M. 2 aprile 2001 ed in riferimento ai CCNNLL STPA), per l'assunzione di un elevato 'livello di autonomia organizzativa e gestionale' che consenta, agli stessi, di assumersi la responsabilità della 'funzione assistenziale' conferendo loro anche la gestione delle risorse umane e strumentali in un rapporto di collaborazione 'funzionale' con le direzioni distrettuali e dipartimentali, riservando, a queste ultime, la titolarità della diagnosi clinica e la definizione della terapia farmacologica medica e/o chirurgica".
 
I servizi delle professioni sanitarie, spiegano gli infermieri calabresi, affinché possano sviluppare al meglio l'intera funzione assistenziale, "devono essere dotati non solo del dirigente unico ma anche di altre figure con incarichi dirigenziali professionali in grado di sviluppare tale mandato sia in ambito ospedaliero, territoriale nonché in quello universitario. Queste competenze professionali comprendono un’ampia gamma di ambiti specifici, tra i quali: la formazione di base o complementare, le cure primarie, le reti oncologiche, il settore della emergenza/urgenza, la ricerca (EBN), il rischio clinico, la prevenzione e la riabilitazione. Tali competenze professionali possono essere sviluppate da professionisti formati e abilitati da specifici percorsi formativi in grado di farsi carico del processo di cura, ognuno per il proprio ambito di competenza. Per nessuna ragione, tali funzioni, possono essere compensati da altri professionisti, tanto meno dai medici, biologi, psicologi, sociologi e altro per i quali, ovviamente, vale la tesi contraria".
 
"A tale scopo - concludono - facciamo nostro il contenuto dell'articolo pubblicato su Quotidiano Sanità il 3 gennaio u.s. del collega E. Lisanti 'Ogni professione ha diritto a una propria evoluzione professionale senza paletti o ostacoli' … omissis... “'a gestione finanziaria e l’allocazione delle risorse nei sistemi sanitari richiedono all’infermiere dirigente di saper utilizzare la pianificazione strategica finanziaria, l’analisi di bilancio, il budget, e attivare strategie decisionali finanziari specifiche per il settore sanitario. Dovrà saper esplorare i problemi anche alla luce delle fonti di finanziamento e dei vincoli, conoscere i sistemi di rimborso delle prestazioni, il contenimento dei costi e di marketing. I dirigenti strategici sono consapevoli che il tempo/professionale ha un valore principalmente economico pertanto non può essere utilizzato per azioni improprie o lasciato per raggiungere obiettivi diversi da quelli aziendali'”. 

25 gennaio 2016
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