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Mennini (Tor Vergata): "Corruzione in sanità determina l'inefficienza del sistema"


23 GEN - Riportiamo qui di seguito il contributo di Francesco Saverio Mennini dell'Università Tor Vergata di Roma, intervenuto questa mattina alla prima Assise nazionale sull'etica di sanià pubblica, promossa dall'istituto per la promozione dell'etica in sanità (Ispe).
La corruzione è un fenomeno da sempre esistito, ma solo negli anni Novanta si è realmente presa coscienza della sua rilevanza.
La più comune definizione di corruzione, che ben si adatta al settore sanitario, è quella di “Abuso di Pubblico ufficio per un Guadagno Privato” (Bardhan, 1997).

Nel settore della sanità, la corruzione rappresenta una questione di vita e morte: le strutture crollano e sono fatiscenti quale conseguenza di sottrazione e distrazione di fondi, farmaci falsi inondano il mercato,  la corruzione dei decisori porta il sistema a non fornire le cure necessarie, il conseguimento di obiettivi politici porta a forti ritardi nell’accesso di cure efficaci.  
Da questo si evince che per corruzione non si intende solamente il pagamento informale o le tangenti bensì, e in maggior misura, tutti quei comportamenti poco etici e poco professionali che determinano una forte inefficienza del sistema sanitario accompagnata da una riduzione e mancato rispetto dell’equità nell’accesso alle cure dei pazienti.

La corruzione in sanità, come dimostrato da studi recenti, è un grave problema tanto per quanto attiene il settore  pubblico che quello privato, e la declinazione delle principali modalità di corruzione ci fa comprendere come la corruption si annida, e forse genera maggiori inefficienze e problemi, in quei settori che solitamente non stanno sotto i riflettori.

Il nostro Paese non è, ovviamente, esente da questo problema ed anzi potrebbe rappresentare, per certi aspetti, un’esempio paradigmatico nel panorama Internazionale. Con questo, chi scrive, non vuole affermare che l’Italia è il Paese dove si evidenzia maggiormente il problema corruzione in sanità, ma certamente è il Paese dove si registrano delle differenze territoriali ampie, una percezione a macchia di leopardo del fenomeno [2] nonché un’attenzione più forte nei confronti delle tangenti e dei pagamenti informali.
L’Italia, insieme alla Francia, il Belgio, ed il Regno Unito fa parte di un gruppo di Paesi dove vi è la percezione di una elevate qualità dei servizi erogati con un livello di corruzione e soddisfazione nella media, anche se emergono importanti, soprattutto per l’Italia, differenze tra le Regioni (le regioni del Sud Italia fanno parte del gruppo caratterizzzato da una cattiva gestione accompagnata da un forte grado di corruzione) .

Il tutto ha portato ad un’attenzione spasmodica, e per certi versi giustificata, di questi ultimi dimenticando il maggiore e pericoloso impatto di tutte le altre tipologie che stanno portando il sistema verso il collasso, tanto in termini economico e finanziari quanto in termini di equità nell’accesso alle cure dei cittadini.

Quale conferma di quanto sopra, come si evince da una recente analisi della Corte dei Conti in Italia (Corte dei Conti 2012), per quanto riguarda i comparti resta "gravissima" la situazione nel settore della spesa sanitaria dove si "è accumulata una stratificazione di apparati che hanno stravolto il quadro d'insieme fino all'attuale crisi". Una situazione che "si deve alla scelta originaria di affidare a ogni Asl una serie di attivita' non strettamente limitate all'assistenza ospedaliera e farmaceutica, quali ad esempio l'igiene pubblica e le certificazioni per altri adempimenti".
Il dissesto della sanita' parrebbe quindi essere legato quanto più a comportamenti “non etici” e non professionali che generano inefficienze e sprechi.

A questo proposito, uno studio del 2008 (Cicchetti, Mennini et al., 2008) ha messo in evidenza l’esistenza di una variabilità significativa dei costi di gestione delle aziende sanitarie nelle diverse Regioni sia in termini di macro aggregati che per specifiche voci di costo. Questa variabilità appare estremamente significativa nel caso di Lavanderia, Pulizia, Mensa e Smaltimento rifiuti.  In tali casi sembra difficile poter considerare questa variabilità spiegabile da condizioni di contesto istituzionale ed operativo delle diverse Regioni in cui i dati sono stati raccolti, nonché da un collegamento con l’outcome clinico.
La variabilità in questi casi dovrebbe essere considerata “patologia” e sarebbe opportuno identificare le linee di intervento per ridurre questo fenomeno alla normalità.  Va considerato, inoltre, che tali voci rappresentano circa il 4,5% della spesa sanitaria pubblica. Quindi lo “spreco” di risorse per punto percentuale di spesa sanitaria pubblica varia da un minimo di € 179,910 milioni (valore medio) ad un massimo di € 214,360 milioni (valore mediano).

Queste voci di costo se gestite in maniera efficiente potrebbero garantire nel breve periodo il liberarsi di risorse importanti da destinare alle priorità ormai evidenti del nostro Ssn quali: prevenzione, tecnologie innovative, servizi a livello locale ed equità nell’accesso.

Ancora, il sistema registra una forte differenza in termini di equità nell’accesso alle cure quale conseguenza di scelte strategiche gestionali indirizzate al contenimento della spesa nel brevissimo periodo (anno)  che non vedono mai un riscontro in termini di riduzione effettiva della spesa. Caso emblematico è quello registrato da uno studio del 2010 [3] dove, con riferimento all’accesso ai farmaci oncologici innovative, è stato evidenziato un ritardo nell’accesso dovuto alle decisioni delle Regioni di 160 giorni, accompagnato da differenze regionali molto ampie. Questo determina, in prima istanza, una iniquità nell’accesso per I pazienti che vivono in differenti Regioni, ed inoltre una crescita della spesa per assistenza sanitaria nel medio period (2-5 anni).

Viene, quindi, confermato quanto emerso nella letteratura internazionale più recente dove i sistemi sanitari finanziati prevalentemente con le tasse dimostrano di avere un maggiore controllo sulle prescrizioni inappropriate mentre dimostrano di non riuscire a controllare il lato della domanda e quindi l’inappropriatezza sul lato dei consumi e dell’acquisto di beni e servizi.

La corruzione non è l'unico vincolo al conseguimento degli obiettivi di sanità pubblica italiana, ma dove i sistemi sanitari sono indeboliti dalla corruzione, semplicemente spendere più soldi sulla salute non si tradurrà in un accesso migliore o di risultati.

La corruzione in sanità è, dunque, un fenomeno dannoso per la collettività per:
- le distorsioni che produce nel mercato dove vengono favorite alcuni a discapito di altri, impedendo loro di entrare in questo mercato;
- la complessità e la vastità dimensionale del problema;
- i costi socio-economico ed istituzionali. Si vanno ad intaccare diritti inviolabili dei cittadini con riflessi negative in termini di sviluppo.

Certamente, tutto quanto evidenziato e molto altro ancora, che per brevità descrittiva non è stato qui inserito, meritano, anche alla luce dei recenti problemi economico-finanziari che affliggono il nostro Paese, un approfodimento nonché un monitoraggio costante al fine di individuare le sacche di maggior corruzione su cui intervenire nonché prevedere degli interventi tendenti a ridurle. In questa ottica uno dei principali obiettivi che ISPE Sanità si prefigge di raggiungere è relative alla pubblicazione annuale di un Rapporto sulla Corruzione nella Sanità in Italia.

Tale Rapporto vedrà coinvolte Istituzioni Universitarie nazionali ed internazionali, Istituti di ricerca pubblici e di rilevanza nazionale nonché agenize, quali Transparency International, che da sempre si occupano di queste problematiche.

Nello specifico verranno analizzati:

- Tipologie di corruzione nel settore sanitario
- Corruption and Health: overview internazionale
- Acquisto e gestione di beni
- Acquisto e gestione di servizi
- Acquisto e gestione dei farmaci
- Acquisto e gestione dei dispositivi medici e medical devices
- Attività economica informale e ruolo del personale
- Strategie anti-corruption

Abbiamo, quindi, bisogno di lavorare di più per capire perché si verificano fenomeni di corruzione e per poter prendere provvedimenti, in qualità di studiosi del settore sanitario, di funzionari di governo e come cittadini per prevenire la corruzione.
L’efficacia complessiva di un sistema sanitario è, infatti, funzione stretta dell’efficienza (economica) e dell’efficacia che si realizza nell’ambito delle organizzazioni che erogano i servizi e le prestazioni sanitarie.

 

23 gennaio 2013
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