Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Mercoledì 24 APRILE 2024
Cronache
segui quotidianosanita.it

Fnomceo. Bianco: "Il codice deontologico terrà conto delle innovazioni tecnologiche"


Internet e sanità ovvero la salute ai tempi del web. Il mutamento di una serie di processi per il medico, non ultimo quello con il paziente che sempre più spesso si informa da sé. A Padova il convegno Fnomceo sulla Cybermedicine dove si è parlato anche di un nuovo articolo ad hoc del Codice deontologico

01 OTT - Cybermedicine, ovvero l’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei processi decisionali del Sistema sanitario e nelle cure dei pazienti. Su questo si sono confrontati lo scorso fine settimana a Padova in un convegno organizzato dalla Fnomceo: medici, rappresentanti del ministero della Salute, del Cnr, giuristi, rappresentanti degli Ordini e Collegi delle professioni e dei sindacati medici, oltre che della comunicazione.
 
Una due giorni per confrontarsi sul connubio tra internet e sanità, un tema certamente non nuovo, ma tornato di grande attualità in queste settimane in cui si è in attesa che il governo elabori un provvedimento sull’agenda digitale che dovrebbe contenere anche una norma sul fascicolo sanitario elettronico.
 
Molteplici sono gli aspetti coinvolti nel rapporto tra la rete e la sanità: la diagnosi, le terapie, lo scambio di informazioni e dati e la comunicazione. Tutti processi raccolti nel termine “Cybermedicine” che indica i rapporti non sempre facili tra la medicina e il web.
 
I vantaggi della cybermedicine, secondo quanto emerso dal Convegno di Padova sono evidenti: i pazienti diabetici, come ha dimostrato uno studio pubblicato sul British Medical Journal, controllati con la telemedicina hanno avuto un numero molto minore di ospedalizzazioni e di decessi rispetto a chi è trattato con i metodi tradizionali. Eppure sulla sanità elettronica in Italia siamo ancora molto indietro rispetto agli altri paesi europei. Nel Nord Europa, tutti i risultati degli esami e i dati sanitari sono disponibili online e consultabili da qualunque medico abbia in carico il paziente, mentre in Italia ogni ospedale ha il proprio sistema di cartelle cliniche elettroniche, difficilmente leggibili da altre strutture o medici.
 
Dunque è forte la necessità di aggiornare il sistema poiché ci sono criticità che frenano l’uso la sanità elettronica. Tra le necessità la principale è la definizione di “standard condivisi – è stato detto più volte a Padova – per permettere ai sistemi informatici di dialogare tra loro”.
 
“Le Information and communication technologies – ha spiegato Maurizio Benato, presidente Omceo di Padova che ha fortemente voluto questo appuntamento – sono entrate prepotentemente a far parte della nostra professione e della nostra sanità. La rete informatica oggi trascina, condiziona, integra, condivide l’informazione, configurando una compenetrazione tra ambiti un tempo separati. I sistemi sanitari, i decisori politici, le tecnologie, la ricerca, la diagnosi, la cura, le questioni economiche si incontrano, si intrecciano, si coinvolgono a vicenda, dando origine a una nuova categoria concettuale della medicina: la cybermedicine, appunto. Una categoria concettuale che non solo definisce un nuovo modo di intendere la medicina e la sanità, ma a sua volta le modifica, in termini bioetici, filosofici, scientifici, applicativi. Per questo, la Fnomceo ha voluto un incontro tra tutti gli attori coinvolti in questo processo – dagli Ordini alle Associazioni di pazienti e consumatori, dai Giuristi, ai Ricercatori, dai Sociologi, agli Informatici, dai Bioeticisti, ai Comunicatori – per analizzare il fenomeno e per partecipare a un cambiamento che non potrà non vedere coinvolto anche il Codice Deontologico”.
 
“Nel processo di revisione del Codice – ha spiegato Roberta Chersevani, coordinatrice della Consulta deontologica nazionale della Fnomceo – si dovrà tener conto di quanto la cybermediucine sia ormai penetrata in tutti i percorsi della Professione: dalla diagnostica alla terapia, dall’informazione alla formazione, fino ad incidere sulla relazione medico-paziente”.
 
E secondo Antonio Panti, componente della Consulta, anche lui presente ai lavori di Padova: “la relazione di cura non può prescindere dall’empatia, dal contatto, dall’ascolto. Una medicina completamente virtuale non solo è impossibile, ma dovrebbe essere condannata dallo stesso codice”.
 
Più cauto sulle potenzialità della rete Aldo Pagni, past president Fnomceo e Consulente della Consulta Deontologica nazionale: “Certamente le potenzialità delle connessioni offerte oggi da Internet sono enormi e rappresentano un fattore di cambiamento profondo nella cultura e nell’organizzazione della società e di conseguenza anche nella sanità, che di quella è un sottosistema. Il Pc, negli anni ’90, da utile strumento di archiviazione e rapida consultazione di dati, è divenuto portatile, sempre più miniaturizzato che consente di ottenere informazioni in tempo reale. Le nuove tecnologie, alla base della comunicazione digitale, fanno paradossalmente credere di essere meno isolati perché sempre connessi, ma acuiscono il nostro senso di solitudine e fanno scemare la capacità di dialogare realmente con gli altri. Sempre più frequentemente psichiatri e psicologi denunciano anche il diffondersi di una forma ossessiva di teledipendenza definita Internet Addiction Desorders”.
 
Secondo Cosimo Nume, Coordinatore del Gruppo di lavoro Fnomceo sulla comunicazione e presidente dell’Ordine di Taranto: “Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare, ritengo che in termini complessivi il web non abbia assunto quell’autorevolezza che altri media, più canonici, hanno avuto o continuano ad avere, e che in definitiva e sui grandi numeri esso operi un condizionamento molto minore, se non addirittura residuale, su comportamenti e orientamenti”. In questa cornice generale per Nume “il ruolo di un medico che sappia non solo consigliare ma soprattutto ascoltare è di fondamentale importanza sulla strada del recupero di un rapporto di fiducia, fondamentalmente duale e paritario, se non nei presupposti culturali quantomeno nelle aspettative e nei percorsi di diagnosi e cura. In tal senso, al di fuori dei processi di alta specializzazione a cui la moderna medicina non deve rinunciare, credo vada ripensato un nuovo e più moderno approccio comunicativo, meno paternalista e più rispettoso della persona e dei suoi tempi”.
 
A chiudere la due giorni padovana una tavola rotonda dal titolo “integrazione di ruoli e processi in sanità attraverso l’I&ct alla quale hanno partecipato rappresentanti del ministero della Salute, del Cnr, giuristi, rappresentanti degli Ordini e Collegi delle professioni e dei sindacati medici, oltre che della comunicazione.
“Quello del Fascicolo sanitario elettronico – ha detto Rossana Ugenti, Dg del sistema informativo e statistico sanitario del ministero –  è un lavoro partito nel 2008. Abbiamo cominciato chiedendoci cosa esisteva in materia di sanità digitale. La nostra esigenza è di fornire un modello unico di riferimento. Nel 2001 se ne è parlato in Conferenza Stato-regioni e successivamente in base a quanto fatto in alcune regioni si è pensato di elaborare un modello di riferimento”.
 
Di linee guida ha parlato Maria Carla Gilardi del Cnr, secondo la quale “la telemedicina è una realtà diffusa in tutto il paese anche se frammentata. Di prossima pubblicazione le linee guida dovrebbero essere portate all’attenzione delle regioni”.
 
Per Andrea Mandelli, presidente della Fofi, “Il problema è lo stato del Paese, purtroppo le infrastrutture tecnologiche sono antiquate e le riforme che si vogliono fare sono a costo zero e quindi sono non riforme”.
 
Altra esponente delle professioni Barbara Mangiacavalli, Ipasvi, che ha ricordato come “i problemi che i professionisti devono affrontare sono i sistemi che fanno fatica a parlarsi”
 
“Quanto la tecnologia ha influenzato il nostro lavoro? – si è chiesto Giacomo Milillo, Fimmg, l’Ict ha aperto orizzonti prima non esplorabili. Ma il quadro è che le istituzioni vanno per i fatti loro credendo di utilizzare questi strumenti per controllare noi operatori. Pensiamo al certificato on-line e a come è stato gestito”.
 
Critico anche Roberto Lala, Sumai, sulla gestione dei processi informatici “che ci vengono calati dall’alto, senza il nostro coinvolgimento. Mentre tutti gli attori devono essere coinvolti”.
 
Il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, al termine dei lavori ha spiegato che le innovazioni del codice “riguarderanno anche le norme che regolano il comportamento medico nei test clinici, nell’uso delle biobanche, nella raccolta dati e molto altro ancora".

01 ottobre 2012
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Cronache

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy