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Lotta al fumo. Dieci anni dalla legge. Lorenzin: "Giovani target principale". Sirchia: "Fumare non è naturale, è un business"


Celebrato al liceo Visconti di Roma il decennale della legge "Sirchia". Da allora la prevalenza dei fumatori è diminuita del 18%. Il ministro: "Fondamentale agire sui giovani per evitare che i nostri ragazzi entrino nella spirale di questo vizio". Sirchia: "Il fumo fa male anche all'ambiente, non solo alla salute dell'uomo".

09 GEN - A dieci anni dall’entrata in vigore, la legge che ha vietato il fumo in tutti i luoghi chiusi (art 51 ‘Tutela della salute dei non fumatori’ della legge 3/2003, nota anche come ‘Legge Sirchia’ dal Ministro della Salute che l’ha proposta) “è forse la più conosciuta ed apprezzata dai cittadini italiani”. E’ quanto ricorda una nota diffusa dal Ministero in occasione del convengo per il decennale della legge promosso oggi a Roma presso il liceo Visconti dalla Consulta per il tabagismo, presieduta proprio dal firmatario di quella legge, l’ex ministro Girolamo Sirchia.

Grazie a questa legge ed al costante impegno del Ministero della Salute e del Servizio Sanitario Nazionale per la prevenzione del tabagismo e delle patologie correlate al fumo, osserva, in questi dieci anni sono stati ottenuti risultati importanti come la diminuzione del 18% della prevalenza dei fumatori (dal 23,8% del 2003 al 19,5% del 2014 secondo i dati Istat), la riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno, la diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco.

“Da molti anni il Dicastero che rappresento – ha detto il ministro Lorenzin - è impegnato nella lotta contro questo nemico difficile da abbattere. La lotta al fumo ha rappresentato, fin dall’inizio del mio mandato, una sfida da accettare e, soprattutto, un obiettivo da perseguire con determinazione. Il fumo uccide, dobbiamo essere tutti consapevoli di questo. Sono convinta che sia fondamentale agire sui giovani in via prioritaria per evitare che i nostri ragazzi entrino nella spirale di questo vizio che, purtroppo, è tornato ad essere di moda tra loro. Dobbiamo fare in modo che non fumare divenga “cool” educando e informando adeguatamente i giovani. L' Organizzazione mondiale della sanità ha infatti rilevato come si determini una oscillazione a favore dell' abitudine al fumo quando vengono meno le campagne di sensibilizzazione”.
 
Gli Italiani hanno positivamente accolto la norma e il principio in esso contenuto: sono liberi di fumare, al di fuori di ogni proibizionismo, ma chi non fuma ha il diritto di tutelare la propria salute e di non essere esposto passivamente al fumo altrui. La legge ha anche sortito alcuni effetti benefici sulla salute, risultato non secondario la riduzione degli infarti acuti dell’11 - 13% oltre ad un consenso popolare senza precedenti dell’88% degli italiani.
 
Questo principio di parità di diritti è la chiave di volta che ha consentito di approvare una delle prime leggi in Europa e nel mondo (in Cina entrerà in vigore nell’estate del 2015) divenuta la bandiera di numerose associazioni non governative riunite nell'alleanza contro il tabacco, che uccide prematuramente 80.000 italiani ogni anno, con elevati costi umani, sanitari e sociali.
 
La Consulta sul Tabagismo, a cui aderiscono 15 organizzazioni tra cui l’ENEA e il Codacons, ha festeggiato questo decennale presentando una iniziativa educazionale per la scuola, luogo di prevenzione per eccellenza, per formare “una nuova generazione di cittadini non fumatori”.
 
“Vogliamo spiegare che l'uso del tabacco non fa parte della normale esistenza degli umani ma è un artefatto creato ad arte da chi trae lauti guadagni da una dipendenza del 20%-25% della popolazione” afferma Girolamo Sirchia, Presidente della Consulta. “Per questo motivo abbiamo realizzato uno strumento innovativo di promozione della salute, un film interattivo dal titolo The Answer - la risposta siamo noi. Si tratta di un percorso didattico-educativo per i ragazzi, le loro famiglie e la comunità. Il film è finanziato dalla Fondazione “Il Sangue” di Milano e da donazioni private”.
 
La storia è stata creata da una serie di focus group realizzati dall’equipe del Prof. Giacomo Mangiaracina e dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione, con una classe di studenti dell’Istituto Visconti di Roma. Si tratta di uno storytelling partecipato attraverso vissuti, sensazioni, emozioni e desideri dei ragazzi, in tre mesi di lavoro, dal quale è germogliata una storia, approdata poi alla sceneggiatura ad opera di Ludovico Fremont, Giacomo Mangiaracina e Anna Parravicini. La collaborazione si è estesa al dott. Carmine Ciro Lombardi dell'ENEA, per la consulenza tecnico-scientifica in relazione all’impatto ambientale del tabacco, e all'Ufficio per lo studente del MIUR, per gli aspetti più propriamente didattico-educativi. A sostegno delle progettualità in ambito di prevenzione si sono schierati la ministra per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta e il Dott. Ranieri Guerra, nuovo Direttore Generale della Prevenzione al Ministero della Salute.
 
Il film verrà girato nel mesi di aprile e maggio e sarà messo a disposizione di alcune scuole prima dell'inizio dell'anno scolastico 2015-2016 ai fini della validazione. Successivamente, dopo approvazione del MIUR, potrà essere offerto ad altre sedi scolastiche italiane.
 
Ma nel decennale della Legge ci sono ancora considerazioni importanti da fare, ricorda la Consulta, tra cui una sull’impatto ambientale, ancora poco considerata: “Il tabacco è una pianta piuttosto delicata”, spiega Sirchia, “antiparassitari di vario tipo, anti germoglianti e diserbanti vengono usati sistematicamente e largamente nella sua coltivazione. Essi, oltre ad essere assorbiti dalla pianta, contaminano pesantemente il terreno, i corsi d’acqua e le falde acquifere. La pianta del tabacco ha bisogno di grandi quantità di nutrienti che vengono addizionati al terreno il quale si impoverisce e si esaurisce in breve tempo. Per questo motivo sempre nuovi terreni devono essere adibiti alla coltivazione con l'abbandono di quelli esauriti per qualche anno. I nuovi terreni vengono spesso ottenuti dal disboscamento di grandi aree verdi. I mozziconi dispersi nell'ambiente sono causa di incendi: una buona parte degli 8.000 incendi che si sviluppano ogni anno in Italia riconoscono questa causa. La dispersione dei mozziconi nell’ambiente (circa 50 miliardi l'anno in Italia), con il loro carico di veleni nel tabacco residuo e con l'acetato di cellulosa del filtro, finiscono nei fiumi e nei mari e rappresentano un contaminante quantitativamente molto elevato e assai nocivo per tutti gli esseri viventi. Queste sono sfide nuove a cui sarà necessario rispondere anche per una spinta dal basso che richiede un maggiore rispetto per la salute ambientale e del territorio”.
 
La Consulta sul Tabagismo e l’Agenzia Nazionale per la Prevenzione auspicano che tale iniziativa rappresenti la continuazione della leadership italiana nelle strategie di controllo del tabagismo iniziata dieci anni fa con la Legge 3/2003, per dare continuità e coerenza ad una fondamentale azione di Salute pubblica, a fianco dei Paesi più evoluti e attivi in questo ambito.

09 gennaio 2015
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