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I neonatologi contro il bonus latti artificiali. La Sin: “Penalizza l’allattamento materno”


Il presidente Mosca: “Sostenere solo l’allattamento artificiale, infatti, rischia di disincentivare l’allattamento al seno, che resta e deve essere la scelta privilegiata, e potrebbe compromettere ulteriormente uno scenario non ottimale per il nostro Paese. Nelle scelte sull’allattamento è fondamentale il coinvolgimento di neonatologi e pediatri”.

13 LUG - “L’allocazione di risorse finanziarie per le famiglie dovrebbe prescindere dal tipo di allattamento ed essere una modalità per sostenere la nascita, la crescita e l’alimentazione corretta del neonato e del bambino. Sostenere solo l’allattamento artificiale, infatti, rischia di disincentivare l’allattamento al seno, che resta e deve essere la scelta privilegiata, e potrebbe compromettere ulteriormente uno scenario non ottimale per il nostro Paese. Nelle scelte sull’allattamento è fondamentale il coinvolgimento di neonatologi e pediatri”.

Ad affermarlo è il Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), Fabio Mosca, commentando il provvedimento inserito nella legge di bilancio di prevedere un fondo per i sostituti del latte materno.

In una nota la Sin sottolinea che “anche se manca in Italia a tutto oggi un monitoraggio nazionale dell’allattamento (che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ripetutamente richiede), sulla base dei dati disponibili raccolti in una Survey condotta dal Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della Salute nel 2014, l’allattamento esclusivo alla dimissione dall’Ospedale oscilla dal 20 al 97%, con rilevanti disomogeneità inter-aziendali, a 3 mesi è del 47-52% ed a 5 mesi del 12-30%”.
 
Questi dati, spiegano dalla Sin, “mostrano la necessità di un maggiore investimento sulla promozione e diffusione dell’allattamento al seno, a più livelli, in considerazione del gap esistente rispetto alla raccomandazione dell’OMS di un allattamento possibilmente esclusivo al seno per tutti i primi 6 mesi di vita del neonato”.

“Riteniamo che questo provvedimento, se non verranno definiti criteri oggettivi e stringenti, possa penalizzare l’allattamento al seno. È necessario, da una parte, identificare le poche situazioni, basate su solide evidenze scientifiche, in cui l’allattamento materno è controindicato, dall’altra affiancare questa iniziativa ad interventi dedicati al sostegno dell’allattamento naturale. Servono politiche organiche a favore dell’allattamento al seno e della maternità, che da tempo sosteniamo insieme alle altre società scientifiche dell’area perinatale, come misure legislative ancora più incisive a supporto delle donne lavoratici, affinché riescano ad allattare i loro bambini più a lungo di quanto attualmente avvenga e norme specifiche per la diffusione delle banche del latte umano donato”, aggiunge Mosca.

“La lista allegata al testo di legge, che contiene le condizioni materne che giustificherebbero il ricorso all’allattamento artificiale, non corrisponde alle recenti evidenze scientifiche, né alla pratica clinica. Va pertanto riconsiderata e siamo pronti, insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP), come anche manifestato direttamente al Ministro della Salute Speranza in una lettera a lui indirizzata, a dare il nostro dettagliato parere, anche in sintonia col documento di consenso del 2015 promosso dal Tavolo Tecnico Allattamento del Ministero della Salute (Allattamento al seno ed uso del latte materno/umano. Position Statement 2015 di Società Italiana di Pediatria (SIP), Società Italiana di Neonatologia (SIN), Società Italiana di Cure Primarie Pediatriche (SICuPP), Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP), in collaborazione con il Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare sulla Promozione dell'Allattamento al Seno (TAS) del Ministero della Salute)”, conclude il Presidente Mosca.

13 luglio 2021
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