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Farmaci generici. Marcia indietro su obbligo prescrizione dei principi attivi


Quattro emendamenti al Dl Sviluppo presentati ieri da Udc, Lega, Pdl e Pd propongono la modifica delle norme della spending review sulla prescrizione dei generici. L’articolo 13-bis inserito dall'emendamento vorrebbe trasformare questo “obbligo” in “facoltà”.

16 NOV - Niente obbligo per i medici di prescrivere il principio attivo invece della 'griffe' del farmaco, ma solo una ''facoltà''. È quanto prevedono 4 emendamenti al Dl sviluppo presentati ieri da Udc, Lega, Pdl e Pd. Nel dettaglio, l’articolo 13-bis inserito nel Decreto Sviluppo, andrebbe a modificare l’articolo 11-bis dell’articolo 15 della legge n. 135 del 7 agosto 2012 (Spending review). “Il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti, indica nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la denominazione di uno specifico medicinale. Il medico ha altresì la facoltà di aggiungere la denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco”. Dunque, non più un "obbligo" ma una semplice "facoltà" lasciata alla discrezione del medico curante.

La proposta di modifica non è stata accolta dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, che l'ha definita "un'iniziativa individuale di singoli senatori, non dei partiti". Balduzzi ha, inoltre, sottolineato che "la norma vigente dà la facoltà al medico di orientare i pazienti e i farmacisti. Quando c'è una ragione per indicare il nome commerciale di un farmaco, il medico lo motiva; in tutti gli altri casi vale il principio di equivalenza come in tutto il resto del mondo". Sui farmaci griffati, il ministro ha poi aggiunto: "I produttori, se lo vorranno, abbasseranno il prezzo e venderanno lo stesso i loro prodotti".

Sulla stessa lunghezza d'onda di Balduzzi, anche il capogruppo Pd in Commissione Sanità, Fiorenza Bassoli, che ha ribadito la posizione del suo partito sulla prescrizione del principio attivo da parte del medico, "anche perchè siamo il Paese in Europa che meno utilizza i generici". "Occorre semmai prevedere, per alcune categorie fragili, quali gli epilettici e gli immunosoppressi, che non prevedono un farmaco sostitutivo, un elenco da parte dell'Aifa, in modo che il costo del farmaco non ricada sui cittadini - ha proseguito la senatrice - per quanto riguarda poi l'industria farmaceutica andrebbe sostenuta l'innovazione e la ricerca non agendo unicamente sulla politica del farmaco".

C'è però da sottolineare che, nonostante le dichiarazioni di Bassoli, tra i promotori degli emendamenti figura il vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità, Daniele Bosone (Pd).

Infine, il presidente della Commissione Industria, Cesare Cursi (Pdl), ha così difeso gli emendamenti proposti: "E' giusto difendere l’industria farmaceutica, che spende in ricerca e investe nel Paese creando lavoro e innovazione”. Quanto alla posizione di Balduzzi, Cursi replica che “il ministro è il ministro, poi c’è il Parlamento”.

16 novembre 2012
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