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Malattie rare. Pronto il Piano nazionale. Ecco la bozza illustrata alle associazioni


Il ministro Balduzzi ha incontrato questa mattina le associazioni dei pazienti affetti da malattie rare e gli ha consegnato la bozza del Piano nazionale. Obiettivo: unire gli sforzi pubblici e privati nella ricerca e nell'assistenza. L'Europa l'aveva richiesto fin dal 2009. IL DOCUMENTO.

18 DIC - Come da direttive dell’Unione europea, l’Italia si è dotata di un Piano nazionale per le malattie rare: proprio oggi, il Ministro della Salute Renato Balduzzi, presenterà infatti presso l’Auditorium del Ministero la prima bozza del documento alle Associazioni dei pazienti e dei loro familiari. Il documento è stato elaborato da un gruppo di lavoro istituito nel 2011 presso il Ministero della Salute.
 
Obiettivo del documento è quello di delineare le strategie e definire i compiti delle diverse istituzioni coinvolte (Ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Regioni e aziende del Servizio sanitario nazionale), per dare unitarietà all’insieme delle azioni già in atto e programmare quelle future con continuità e coerenza. Tra le questioni affrontate ci sono l’organizzazione della rete nazionale, il sistema di monitoraggio, le banche dati, il percorso diagnostico e assistenziale, l’innovazione terapeutica (tra cui i farmaci orfani) e il ruolo delle associazioni.
La bozza del Piano è stata pubblicata sul portale del Ministero www.salute.gov.it, nell’area tematica “Malattie rare” ed è stato attivato un form per consentire ai soggetti interessati – associazioni di malati, strutture della Rete nazionale delle malattie rare, società scientifiche – di inviare suggerimenti utili a migliorare il documento o a chiarire aspetti specifici. 
 
“Le malattie rare sono uno dei settori della sanità pubblica per i quali è fondamentale la collaborazione a tutti i livelli”, ha sottolineato il Ministro della Salute, Renato Balduzzi. Per il Ministro “la sfida che abbiamo davanti è quella di garantire interventi efficaci per la globalità delle malattie rare, favorendo contemporaneamente la crescita e la valorizzazione delle competenze superspecialistiche e la possibilità di intervenire su ogni singola patologia per rispondere ai bisogni specifici di ciascuna, studiando le possibilità di una cura per quelle che, purtroppo, di una vera cura non si possono ancora giovare”.
Balduzzi ha ricordato che, una volta definito, al Piano saranno correlate “importanti risorse finanziarie incluse tra gli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale nell’ambito del riparto del Fondo sanitario nazionale 2012: 20 milioni vincolati per le malattie rare e 15 milioni per la rete dei tumori rari”. Un risultato importante al quale si aggiunge quanto previsto dal decreto Balduzzi, ovvero l’aggiornamento dell’elenco delle malattie rare che danno diritto all’esenzione, a maggiore garanzia dei pazienti, dei bisogni di salute, della equità nell’accesso all’assistenza, della qualità e appropriatezza delle cure. “Il Governo, pur in tempo di crisi e nonostante le difficoltà che stiamo attraversando, ha ritenuto di procedere con urgenza”, ha ribadito il Ministro, “e confido di poter inviare il provvedimento alla Conferenza Stato-Regioni”.

 
Prende così il via la consultazione con le istituzioni, i rappresentanti dei pazienti e gli altri soggetti interessati, necessaria per poter procedere alla stesura definitiva del Piano e al suo invio alla Conferenza Stato-Regioni. 
 
L’Italia dunque va ad aggiungersi al gruppo di Paesi membri che hanno già adottato Piani o strategie nazionali mirati: Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Belgio, Bulgaria, Romania, Lussemburgo, Portogallo e Repubblica Ceca. Era infatti datata 8 Giugno 2009 la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea (2009/C 151/02) che ricordava come "le malattie rare costituiscono una minaccia per la salute dei cittadini europei in quanto si tratta di patologie potenzialmente letali o cronicamente debilitanti, caratterizzate da bassa prevalenza ed elevato grado di complessità". Con tale Raccomandazione, si invitavano gli Stati membri ad "elaborare e adottare un piano o una strategia il più presto possibile, preferibilmente entro la fine del 2013, al fine di orientare e strutturare gli interventi pertinenti nel settore delle malattie rare nel quadro dei loro sistemi sanitari e sociali". Si chiedeva ai vari Paesi, inoltre, di "intervenire per integrare le iniziative presenti e future a livello locale, regionale e nazionale nei loro piani o strategie per un approccio globale" e "definire un numero limitato di interventi prioritari all'interno dei loro piani o strategie, con obiettivi e meccanismi di controllo". Con il medesimo atto, l’Ue invitava inoltre i Paesi membri a "prendere atto dell'elaborazione di orientamenti e raccomandazioni per la progettazione di interventi nazionali sulle malattie rare da parte delle autorità competenti a livello nazionale, nell'ambito dell'attuale progetto europeo per lo sviluppo di Piani nazionali per le malattie rare (EUROPLAN)". Il Piano nazionale dovrà dotarsi anche di strumenti di follow-up e monitoraggio. 
 
Si tratterà di uno strumento di pianificazione e programmazione unico e condiviso, una strategia comune di cooperazione e di condivisione delle conoscenze tra strutture competenti, in grado di agevolare la diagnosi, il trattamento e la cura dei pazienti con malattia rara: questo vuole essere il Piano nazionale. "Un approccio nazionale globale e specifico ed una collaborazione europea, così come l’adozione di soluzioni comuni, sono le condizioni per migliorare l’assistenza socio-sanitaria ai pazienti con malattia rara”, ha spiegato Domenica Taruscio, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare. “Assieme al sistema di sorveglianza costituito dai Registri regionali e interregionali con il Registro Nazionale Malattie Rare istituito nel 2001 all’Istituto Superiore di Sanità, il Piano può rendere le malattie rare una vera priorità di salute pubblica nel nostro Paese, puntando l’attenzione soprattutto sui servizi per le persone malate e sulla condivisione delle competenze tra i centri di eccellenza, pensiamo ad esempio agli strumenti diagnostici, all’organizzazione dell’assistenza medica, agli screening. Una cornice di riferimento nazionale permetterà infatti di sviluppare ed incentivare la ricerca scientifica e le azioni finalizzate a migliorare la qualità di vita delle persone colpite da patologie gravi, croniche ed invalidanti". 
 

Cos’è EUROPLAN
EUROPLAN (European Project for Rare Diseases National Plans Development) è il progetto che indica di fatto le modalità secondo le quali "costruire" i Piani nazionali. Esso è un progetto triennale cofinanziato dalla Commissione europea (DG-SANCO) e coordinato dal Centro Nazionale Malattie Rare dell’ISS , finalizzato a promuovere e implementare piani o strategie nazionali mirati a combattere le malattie rare e a far condividere esperienze rilevanti all’interno dei Paesi, mettendo in relazione gli sforzi nazionali con una strategia comune a livello europeo. Vi aderiscono 34 Paesi europei ed extraeuropei ed Eurordis (Organizzazione Europea delle Associazioni per le Malattie Rare).
La Raccomandazione del Consiglio definisce sette aree strategiche per la cura delle malattie rare, la prima delle quali, denominata "Piani e strategie nel settore delle malattie rare", raccomanda agli Stati membri di elaborare azioni che comprendano elementi delle seguenti aree strategiche: definizione, codificazione e inventariazione adeguati delle malattie rare; ricerca sulle malattie rare; centri di competenza e reti europee di riferimento per le malattie rare; convogliamento delle competenze sulle malattie rare a livello europeo; responsabilizzazione delle associazioni dei pazienti; sostenibilità.

18 dicembre 2012
© Riproduzione riservata

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