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Approvato il Def 2013. Monti: “Finita emergenza ma tenere dritta la barra dei conti pubblici”


L’indebitamento netto si attesterà al 3% nel 2013. Il rapporto tra deficit/pil è previsto in calo al 2,9% nel 2014. A legislazione vigente, l’avanzo primario dovrebbe raggiungere il 5,7% nel 2017. Il debito a quota 130,4 sul Pil nel 2013, ma in calo nel 2014. Salgono gli interessi. IL COMUNICATO – LE SLIDES.

10 APR - Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi il Documento di economia e finanza 2013. “Il graduale miglioramento della situazione sui mercati finanziari registratosi nell’area dell’euro nel 2012 – si legge nella nota di Palazzo Chigi -  non si è ancora pienamente trasmesso all’economia reale ritardando la ripresa economica. In Italia la recessione, iniziata nella seconda metà del 2011, si è protratta per tutto il 2012. Nella media dell’anno il Pil si è ridotto del 2,4 per cento in termini reali, confermando le stime diffuse a settembre nella Nota di aggiornamento del Def”.

“Dopo la crisi di novembre 2011 – ha affermato il premier Mario Monti in conferenza stampa - il Def mostra che essa è superata. Il disavanzo è sotto il 3% e abbiamo centrato obiettivo di pareggio di bilancio strutturale come previsto dagli accordi con Europa. Dal mese di maggio speriamo Italia esca dalla lista con problemi di finanza pubblica e entri nei paesi virtuosi”. Monti ha poi spiegato come l’obiettivo sarà mantenere il pareggio di bilancio e ridurre il debito pubblico e poi segnala come da più parti “si invocano inversioni di rotta con iniezioni di denaro magari chiedendo più tempo all’Europa, invece bisogna mantenere diritta la barra della finanza pubblica perché solo riducendo il debito si potrà investire nuove risorse. Il rischio è che un po’ di ossigeno oggi possa far migliorare le cose per qualche mese col rischio di altre crisi dopo”. Poi Monti ha difeso anche le misure intraprese dal suo Governo nell’ultimo anno ribadendo come “abbiamo iniziato ad aggredire la crisi e oggi il Paese è più solido ma in condizione di grande sofferenza e ci vorrà del tempo per uscirne e lo si potrà fare solo proseguendo sulla linea delle riforme strutturali”. Le riforme attuate – si legge nel Def - garantiranno un aumento cumulato del PIL di 3,9% da qui al 2020 e fino a 6,9% nel lungo periodo.
 
Ma veniamo ai numeri. L’indebitamento a legislazione vigente netto si attesterà al 3% nel 2013. Il rapporto tra deficit e pil è previsto in calo al 2,9% nel 2014 e all’1,8% nel 2015. Il debito pubblico (a lordo dei sostegni alla Grecia e al fondo ESMS) salirà nel 2013 a quota al 130,4% in rapporto al Pil per poi iniziare a scendere dal 2014. Qui di seguito la tabella con tutti gli indicatori.
 
 
 

TAVOLA I.1 : INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA (in percentuale del PIL)

 

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017


NUOVO TENDENZIALE A LEGISLAZIONE VIGENTE

 

 

 

 

 

 

 

Indebitamento netto

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

-2,5

-2,1

-1,8

Variazione indebitamento netto cumulato 2015-2017

 

 

 

 

0,9

1,2

1,4


QUADRO PROGRAMMATICO AGGIORNATO

 

 

 

 

 

 

 


Indebitamento netto

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

-1,5

-0,9

-0,4


Saldo primario

1,2

2,5

2,4

3,8

4,3

5,1

5,7


Interessi

5,0

5,5

5,3

5,6

5,8

6,0

6,1


Indebitamento netto strutturale (1)

-3,5

-1,2

0,0

0,4

0,0

0,0

0,0


Variazione strutturale

-0,2

-2,3

-1,1

0,0

0,0

0,0

0,0


Debito Pubblico  (lordo sostegni) (2)

120,8

127,0

130,4

129,0

125,5

121,4

117,3


Debito Pubblico (netto sostegni) (2)

120,0

124,3

126,9

125,2

121,8

117,8

113,8


MEMO: Relazione al Parlamento (marzo 2013)

 

 

 

 

 

 

 


Indebitamento netto tendenziale (3)

-3,8

-3,0

-2,9

-1,8

 

 

 


MEMO: NOTA AGGIORNAMENTO AL DEF 2012  (Settembre .2012)

Indebitamento netto

-3,9

-2,6

-1,8

-1,5

-1,3

 

 


Saldo primario

1,0

2,9

3,8

4,4

4,8

 

 


Interessi

4,9

5,5

5,6

5,9

6,1

 

 


Indebitamento netto strutturale (1)

-3,6

-0,9

0,0

-0,2

-0,4

 

 


Variazione strutturale

0,0

-2,8

-0,9

0,3

0,2

 

 


Debito Pubblico  (lordo sostegni) (4)

120,7

126,4

126,1

123,1

119,9

 

 


Debito Pubblico (netto sostegni) (4)

119,9

123,3

122,3

119,3

116,1

 

 


PIL nominale (val. assoluti  x 1000) (5)

1578,5

1565,9

1573,2

1624,0

1677,7

1731,3

1785,9








 
Note.
1) Strutturale: al netto delle una tantum e della componente ciclica.
2) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF diretti alla Grecia e del programma ESM. Per gli anni 2011  2012 l’ammontare di tali prestiti agli Stati membri dell'UEM (bilaterali o attraverso EFSF) è pari rispettivamente a  13.118 e 36.932 miliardi. Le stime per gli anno 2013-2017 includono i proventi da privatizzazioni per un ammontare pari a circa 1 punto percentuale di PIL all’anno.
3) Include gli effetti sull’indebitamento netto, derivanti dall’attuazione dell’accelerazione dei pagamenti dei debiti pregressi  delle P.A., valutati dell’ordine dello 0,5 per cento del PIL.
4) Al lordo ovvero al netto della quota di pertinenza dell’Italia dei prestiti EFSF diretti alla Grecia (non comprende gli aiuti previsti per la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo) e del programma ESM per gli anni dal 2010 al 2015.
5) Le stime del PIL nel breve periodo scontano solo parzialmente l’impatto delle riforme strutturali.

10 aprile 2013
© Riproduzione riservata

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