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Aborto. La svolta sull'obiezione di coscienza. Camera chiede norme più severe per i medici obiettori


Sei mozioni e una risoluzione impegnano il governo a garantire la piena applicazione della 194. Obiezione di coscienza, tavolo tecnico di monitoraggio con le regioni, Ivg anche farmacologica, attenzione verso le donne straniere, centralità dei consultori. Ieri a tarda sera la Camera ha impegnato il Governo per una maggiore attenzione sulla 194. Lorenzin favorevole.

12 GIU - Ieri l’Aula della Camera dei Deputati ha discusso di Interruzione volontaria di gravidanza. A partire da una mozione presentata dal gruppo di Sinistra ecologia e libertà.a garanzia del rispetto e della piena applicazione della legge n. 194 del 1978 su tutto il territorio nazionale a partire dalla questione dell'obiezione di coscienza.  I dati dell'ultima relazione sullo stato di attuazione della legge, seocondo i firmatari, impongono “con forza una seria riflessione sulla garanzia e la qualità del servizio per l'interruzione della gravidanza”.

 In questo senso la mozione impegna il Governo “ad assumere tutte le iniziative finalizzate all'assunzione di personale non obiettore”. Sull’onda di questa richiesta del partito di Vendola si sono aggiunte, da parte di tutti gli altri partiti, altre mozioni su cui si è sviluppato il dibattito parlamentare che a partire dal primo pomeriggio ha visto impegnata l’Aula di Montecitorio.
 
Chiamato ad intervenire anche il governo che, a sorpresa, ha dato parere favorevole alla mozione Migliore e alle altre riconoscendo che in effetti c’è un problema con l’obiezione di coscienza e per questo, ha riferito  la ministra Lorenzin, quanto prima sarà attivato “un tavolo tecnico di monitoraggio degli assessori regionali” in modo da poter presentare a Luglio, nel corso della consueta relazione annuale sulla legge 194 lo stato di attuazione della legge".
 
Quando si è andati al voto, con procedimento elettronico, l’Aula di Montecitorio si è praticamente astenuta sulla mozione di Sel che comunque è stata approvata (votanti 253, astenuti 254, maggioranza 127, hanno votato sì 230, no 23), insieme a quella del Pd, presentata da Lenzi, quella del Pdl, presentata da Brunetta, quella del M5S, presentata da Lorefice, quella di Scelta Civica, presentata da Tinagli e quella del Misto-Centro Democristiano, presentata da Formisano.
Respinte invece le mozioni della deputata dell’Udc, Binetti, della Meloni, Fratelli d’Italia e della Lega Nord, a prima firma Rondini.  
 
Approvata infine anche una risoluzione sullo stesso tema, presentata dalla deputata Locatelli, Misto.
 
Le sei risoluzioni impegnano fortemente il governo sulla 194. Diversi i problemi che i gruppi parlamentari sottolineano al governo e su cui chiedono un impegno dell’esecutivo affinché, è il fil rouge che unisce i documenti, sia data piena applicazione alla 194 che quest’anno compie 35 anni.
 
Ogni gruppo a suo modo pone l’accento su tematiche che sente più vicine e vede come esigenze. La risoluzione di Sel chiede tra l’altro, il rispetto della procedura dell’Ivg farmacologica. Mentre in quella del Pdl c’è un’attenzione verso le donne straniere “che devono essere informate”. Sull’informazione e l’educazione da fare già nelle scuole è il richiamo della mozione del Pd. Di natura “partecipativa” è invece l’impegno che chiede la mozione del M5S, che vorrebbe che il monitoraggio per verificare l’attuazione della legge coinvolgesse anche i rappresentanti dei cittadini.
Scelta civica chiede al di adottare “dove necessario”, una revisione dell'organizzazione delle mansioni e del reclutamento delle strutture sanitarie che faccia leva su mobilità del personale e che preveda forme di reclutamento differenziato per riequilibrare il numero di obiettori e non obiettori. Infine, dal gruppo arriva la richiesta di “promuovere un potenziamento della presenza sul territorio del nostro Paese dei consultori familiari”.
 
In sintesi le sei mozioni e la risoluzione approvate ieri
La mozione presentata da Sel chiede al governo di “garantire piena applicazione della legge n. 194 del 1978 su tutto il territorio nazionale” 
e insiste affinché l’esecutivo si attivi “per assicurare il reale ed efficiente espletamento delle procedure e degli interventi di Ivg chirurgica e farmacologica”. L’accreditamento di ogni struttura ”pubblica o privata accreditata” secondo Sel deve essere concesso solo a fronte del “pieno rispetto della legge da parte di ogni struttura”. C’è poi una richiesta al governo di attivarsi perché l'Ivg “farmacologica sia garantita come opzione a tutte le donne che devono poter scegliere”, Ivg farmacologica, anche in day hospital. Il governo deve inoltre costituire un “tavolo tecnico di monitoraggio con gli assessori per verificare la piena e corretta attuazione della legge” per “evitare discriminazioni fra operatori sanitari, obiettori e non obiettori”. Inoltre si chiede l’intervento degli “ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri di monitorare l'applicazione della legge”, dare “piena centralità ai consultori familiari”, assumere iniziative affinché “le competenti federazioni nazionali degli ordini professionali del personale sanitario si adoperino per garantire uniformità sul territorio nazionale in ordine agli indirizzi deontologici relativi all'esercizio dell'obiezione di coscienza”. Cancellata, invece, nella versione finale della mozione, la parte relativa alla preclusione di incarichi apicali ai ginecologi obiettori, presente nella prima versione.
 
La mozione del Pdl chiede di “garantire sempre il diritto all'obiezione di coscienza, costituzionalmente fondato, così come previsto dalla normativa vigente” e, allo stesso tempo chiede di “garantire il pieno accesso al servizio sanitario su tutto il territorio nazionale, nel rispetto della normativa vigente”. Il Pdl chiede al governo di “assumere ogni iniziativa volta ad eliminare qualsiasi discriminazione fra lavoratori obiettori e non obiettori di coscienza”, e di “assumere ogni iniziativa per la piena applicazione della legge in tutte le sue parti, compresa quella preventiva a tutela della maternità”. 
Attenzione poi verso le donne straniere che devono essere informate “sulle opportunità e sulle modalità di accesso ai servizi di salute della donna, compresa l'Ivg, per evitare il ricorso a strutture clandestine”. 
Promuovere “l'accesso totale alle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione del servizio relativo all'Ivg e le modalità di attuazione dell'intero percorso dell'Ivg, ivi compreso il monitoraggio regionale dedicato alle modalità di aborto con RU486”.
 
Il Pd nella sua mozione prevede “di dare piena attuazione alla legge nel rispetto del diritto del singolo all'obiezione di coscienza” e per far questo vuole da governo un impegno “a predisporre tutte le iniziative necessarie affinché nelle regioni si attui l'obbligo di controllare e garantire l'attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole, anche attraverso una diversa gestione e mobilità del personale, garantendo la presenza di un'adeguata rete di servizi sul territorio”. C’è poi l’attenzione  verso i consultori che devono essere distribuiti equamente “sul territorio nazionale” “tenendo conto della necessità di rivolgersi anche alle donne immigrate da altri paesi”. Anche il Pd chiede l’attivazione affinché “l'Ivg farmacologica sia proposta come opzione alle donne, che devono poter scegliere quale percorso intraprendere”. Si auspica “d'intesa con le autorità scolastiche, attività di informazione ed educazione alla salute nelle scuole, con particolare riferimento alle problematiche connesse alla tutela della salute sessuale e riproduttiva anche in collaborazione con la rete dei consultori”. Infine c’è la richiesta al governo “a presentare al più presto la relazione annuale al Parlamento così come prevista dalla legge n. 194 del 1978”.
 
I cinque stelle hanno particolare attenzione verso forme partecipative. Per questo sollecitano il governo “ad assumere iniziative con le regioni allo scopo di istituire tavoli di monitoraggio a livello locale, anche con la partecipazione di rappresentanti di associazioni per la tutela della salute delle donne, per verificare l'attuazione della legge n. 194 del 1978, allo scopo di avere dati periodici e certi, in particolare sul numero dei consultori sul territorio, nelle loro attività, sulla formazione degli operatori presenti nei consultori, nelle strutture ospedaliere che effettuano interruzione volontaria di gravidanza, sul numero di operatori coinvolti nell'interruzione volontaria di gravidanza per ogni struttura ospedaliera, sul numero delle strutture nelle quali non si effettuano attività di interruzione volontaria di gravidanza”.
 
Scelta civica chiede “un'analisi conoscitiva approfondita sull'impatto dell'obiezione di coscienza sull'applicazione della legge”. Analisi condotta “a livello di struttura e che si basi su dati e indicatori sufficientemente articolati in grado di affrontare il problema dell'interdipendenza tra presenza di personale non-obiettore e lunghezza delle liste di attesa”. Inoltre per garantire il rispetto e la piena attuazione della legge si chiede “una revisione dell'organizzazione delle mansioni e del reclutamento delle strutture sanitarie che faccia leva sugli strumenti di mobilità del personale previsti dalla legge e che preveda forme di reclutamento differenziato atti a riequilibrare il numero di obiettori e non obiettori, così come raccomandato dal Cnb”.
Il sistema di monitoraggio, secondo Scelta Civica, deve essere fatto “in tutte le strutture operanti sul loro territorio, collegando a tali risultati meccanismi di premialità e penalizzazione”. Occorre poi “rafforzare l'attività dei consultori, monitorando l'effettiva disponibilità del personale che vi opera a erogare tutti i servizi legati alle richieste di interruzione volontaria della gravidanza e ad emettere le necessarie documentazioni, promuovendo una maggiore interazione tra questi e le strutture ospedaliere e definendo percorsi integrati secondo standard e procedure che consentano di seguire e supportare la donna in tutte le fasi legate all'interruzione volontaria della gravidanza e di valutarne poi i risutati (già previsto dal progetto obiettivo materno-infantile del 2000)”.
 
 
La mozione del gruppo Misto-centro democratico fa riferimento “alle indicazioni dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa” a cui chiede di attenersi. In più c’è la richiesta  all’esecutivo di “attivarsi al fine di assicurare, pur nel rispetto del diritto all'obiezione di coscienza, il pieno ed efficiente espletamento da parte degli enti ospedalieri delle procedure necessarie per le eventuali richieste di interruzione volontaria di gravidanza”. Per questo è necessario “promuovere un potenziamento della presenza sul territorio del nostro Paese dei consultori familiari, quali strutture in grado di aiutare la donna nella difficile scelta che ha di fronte, ed anche strumento indispensabile per le politiche di prevenzione, oltre che come strumento essenziale di attivazione del percorso per l'Ivg”.
 
 
Infine la risoluzione della deputata Locatelli. Misto, chiede al governo una rigorosa indagine conoscitiva sull’applicazione della 194 “con un’attenzione particolare” al ricorso “all’obiezione di coscienza che coinvolge la gran parte degli operatori sanitari” e chiede di verificare se “su tutto il territorio nazionale, la legge sia applicata nella sua interezza e la prestazione del servizio della Ivg sia garantita”. Attenzione poi alla rete nazionale dei consultori di cui si chiede la consistenza, l’organizzazione, la distribuzione, la dotazione in termini di strutture e personale”. 

12 giugno 2013
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