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Legge di Stabilità. Doccia fredda da Bruxelles: “Italia rischia di sforare Patto”. Manovra da rivedere


Diffuso il parere della Commissione UE sul ddl stabilità. Se non è una bocciatura completa, poco ci manca. Per i commissari europei la manovra rischia di non rispettare il Patto di Stabilità e Crescita europeo, i progressi strutturali sono limitati, e l’andamento del rapporto debito/Pil non scende. IL DOCUMENTO DELLA UE.

15 NOV - La legge di Stabilità rischia di non rispettare il Patto di Stabilità e Crescita europeo. In particolare, riferisce l’agenzia di stampa Reuters, oltre a limitati progressi strutturali, non conduce a quel trend discendende del rapporto debito/Pil richiesto da Bruxelles. Per questo l'Italia nel 2014 non potrà utilizzare la clausola che esclude la spesa per investimenti dal calcolo del rapporto deficit/pil.
 
La bocciatura della Commissione Ue è contenuta nell'opinione sulla legge di Stabilità diffusa stamane. “C'è il rischio – fanno sapere da Bruxelles – che la bozza della legge di stabilità per il 2014 non rispetti il Patto di Stabilità e crescita. In particolare il parametro per la riduzione del debito nel 2014 non è rispettato" scrive la Commissione. In base alle stime d'autunno diffuse il 5 novembre, la Ue vede nel 2014 il debito/Pil al 134% dal 133% del 2013. Il governo vede invece una minima riduzione al 132,8% dal 132,9% del 2013”.
 
La Commissione conclude che “l'Italia non può avvantaggiarsi della clausola per gli investimenti nel 2014 .. visto che non ci sarà il minimo aggiustamento strutturale richiesto per portare il rapporto debito/Pil su un sufficiente sentiero discendente”.
Secondo la Ue, poi la legge di stabilità mostra limitati progressi strutturali rispetto alle ultime raccomandazioni europee. L'invito di Bruxelles all'Italia, quindi, è quello di modificare la legge di stabilità in modo da ridurre sufficientemente il rapporto debito/pil.
In base al Fiscal Compact l'Italia dovrebbe ridurre ogni anno il debito/pil di un ventesimo della parte eccedente il 60%, pari quindi a oltre il 3% annuo. 

15 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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