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Spending review. Padoan: "Margini di efficienza ovunque, sanità inclusa". Lorenzin: "Avviato con Regioni lavoro che porterà risultati"


In un'intervista rilasciata a 'Il Foglio' il ministro dell'Economia sottolinea: "In prima istanza il taglio non lineare è preferibile. Poi, però, se nulla si muove, si interverrà così”. La replica del ministro della Salute: "Con Patto della Salute ci sono tutti strumenti necessari".

02 OTT - Esistono settori nei quali è impossibile trovare margini di efficienza? “La mia risposta è no. Margini di efficienza si possono trovare dappertutto, sanità inclusa”. E’ la posizione espressa dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in un’intervista rilasciata a ‘Il Foglio’. E sulle modalità di intervento ha spiegato che “in prima istanza il taglio non lineare è preferibile. Poi, però, se nulla si muove, si interverrà così”.

Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, in una dichiarazione rilasciata all’Ansa, dimostrandosi d'accordo con quanto affermato dal ministro dell'Economia, sottolinea di essere stata “la prima, non appena verificati i conti, a sostenere che nella sanità ci sono molti margini di risparmio. Su questa certezza - rileva il ministro - abbiamo lavorato insieme alle Regioni inaugurando una nuova fase della spending, che porterà risultati in termini di efficienza, qualità delle prestazioni e risparmio; responsabilizzando chi ha in mano la capacità di spesa e dunque eliminando gli sprechi. Da questo punto di vista il Patto della salute è un vero impegno''.

E se ''dovesse venire meno, allora - osserva Lorenzin - ha ragione Padoan a sancire il fallimento del ruolo della capacità di realizzare una spending interna da parte delle Regioni”.

“Il Governo - sottolinea - ha già tutti gli strumenti per decidere dove intervenire, anche in sanità. C'è il Patto per la Salute, in cui abbiamo inserito l'applicazione dei costi e delle dotazioni standard. È stato fatto un grande lavoro di verifica, è stato sottoscritto un accordo e adesso non si può pensare di lasciar perdere tutto, anche perché siamo i primi a credere che il rispetto degli accorsi produrrà risparmi. Se per esempio una Regione ha più personale rispetto a quanto stabilito dalle dotazioni standard e spende di più, è giusto che quella spesa in più sia a carico del bilancio regionale.  Vogliamo parlare poi delle centrali uniche di acquisto: molte Regioni non le hanno  ancora. Il Governo tutte queste le cose le sa e ha gli strumenti per intervenire e valutare chi non rispetta le regole. Il fatto - conclude - è che mi sembra che l'Esecutivo abbia affrontato la crisi economica attuale dal lato sbagliato, bisognerebbe dare la priorità all'economia e al lavoro e poi alle riforme istituzionali”.
 

02 ottobre 2014
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