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Delega lavoro (ex art 22 Patto Salute). Le Regioni rilanciano “il doppio binario” per l’accesso dei medici al Ssn. Si può entrare anche senza specializzazione, ma niente dirigenza. Ecco il testo definitivo che andrà al Governo


Continua il ping pong di ipotesi sul ddl delega che dovrebbe rivedere i criteri di accesso e i contratti di specializzazione per i medici del Ssn. Le Regioni hanno definito la loro nuova proposta da inviare al Governo che prevede nuovamente l’accesso diretto al Ssn con la sola laurea e abilitazione ma con inquadramento non dirigenziale. E dalla proposta regionale "spariscono" i riferimenti alle altre figure non mediche. LA PROPOSTA REGIONALE.

18 FEB - Prosegue il confronto tra Governo e Regioni sul ddl delega previsto dall’art.22 del Patto per la salute in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane. Come è noto i lavori del tavolo Governo-Regioni si sarebbero dovuti concludere entro il 31 ottobre scorso, ma evidentemente le posizioni tra le due parti continuano ad essere discordanti o quantomeno appare difficile trovare una sintesi condivisa per ottemperare a quanto siglato nel Patto.
 
Scopo della delega era quello di indicare principi e criteri direttivi finalizzati a:
1. valorizzazione delle risorse umane del Ssn per favorire un'integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie e i processi di riorganizzazione dei servizi;
2. accesso delle professioni sanitarie al Ssn nel rispetto dei vincoli di spesa di personale e, per le Regioni in Piano di rientro, dei vincoli fissati dai Piani stessi;
3. disciplina della formazione di base e specialista per il personale dipendente e convenzionato della formazione di base specialistica;
4. disciplina dello sviluppo professionale di carriera con l'introduzione di misure volte ad assicurare una maggiore flessibilità nei processi di gestione delle attività professionali e nell'utilizzo del personale nell'ambito dell'organizzazione aziendale;
5. introduzione di standards di personale per livello di assistenza ai fini di determinare il fabbisogno di professionisti sanitari a livello nazionale;
6. applicazione del Dpcm sul precariato per assicurare l'erogazione dei Lea e la sicurezza nelle cure.
 
A distanza di 7 mesi dalla sigla del Patto sono state elaborate diverse ipotesi di delega. In particolare il Governo ne ha finora espresse tre. La prima a novembre, dove si prevedeva il cosiddetto “doppio binario” per l’accesso al Ssn che suscitò molte polemiche tra i sindacati che accusarono il Governo di istituire di fatto un medico “non dirigente” di serie “B”, e poi altre due (proposta A e proposta B) a metà gennaio sulle quali c’era stata una prima condivisone dei ministri Lorenzin e Giannini e dove veniva di fatto superato quel “doppio binario” all’accesso, prevedendo un nuovo iter per le specializzazioni con la nascita delle reti regionali formative “ospedale/università” e (ma solo nella bozza A) anche la creazione di un nuovo contratto di formazione e lavoro a partire dall’ultimo biennio di specializzazione.
 
Sulla base di queste due nuove proposte governative hanno ora lavorato le Regioni che hanno approvato una “loro” proposta che si basa sulla proposta B del Governo, modificandola ulteriormente e reinserendo il “doppio binario” per l’accesso al Ssn che, secondo la nuova proposta regionale, potrà avvenire anche con il solo “titolo di formazione di base e l’abilitazione all’esercizio della relativa professione” e quindi senza specializzazione. L’inquadramento di queste figure non sarà nella dirigenza, come per tutti i medici, ma in una “categoria non dirigenziale nell’ambito del contratto di area IV, con percorsi di carriera e livelli retributivi determinati dal CCNL”.
 
Questi professionisti potranno aspirare alla dirigenza solo dopo la specializzazione. E’ infatti prevista “la possibilità per i predetti professionisti di accedere, una volta acquisita la specializzazione, ai concorsi per il personale dirigenziale di cui all’articolo 15 del decreto legislativo n. 502 del 1992”.
 
E’ evidente che su questo punto, sul quale il Governo aveva fatto, come abbiamo visto, dietro front nelle sue due proposte di metà gennaio, è prevedibile si riapra il contenzioso con i sindacati ma anche tra Governo e Regioni, anche perché nella proposta regionale si parla solo di medici escludendo, come invece prevede l'art. 22 del Patto, le altre categorie di professionisti.

18 febbraio 2015
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