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Epatite C. Mandelli (Fi): “Casi di turismo verso Oriente per accedere a terapie innovative negate in Italia. Lorenzin intervenga”


Il capogruppo di Fi in commissione Bilancio al Senato, riprendendo la denuncia lanciata da Cittadinanzattiva, chiede in una nuova interrogazione quali iniziative il ministro della Salute intenda adottare “per garantire la sicurezza delle cure evitando che soggetti intermediari possano approfittare della disperazione dei malati per lucrare sul loro stato di salute”. L’INTERROGAZIONE

05 AGO - Torna a far discutere l’accesso ai farmaci innovativi per il trattamento dei pazienti affetti da Epatite C. Una nuova interrogazione presentata dal capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio al Senato, Andrea Mandelli, richiama la mancata approvazione del piano nazionale per la lotta alle epatiti virali (Pnev), presentato nel 2012. “La mancata attuazione del piano comporta il rischio di esporre il sistema sanitario nazionale alla pressione di migliaia di pazienti che vedono negata la concreta possibilità di guarigione da patologie gravissime che spesso portano alla morte - si legge nel testo - secondo le Regioni, servono fondi straordinari per far fronte all'emergenza e garantire un accesso universale al farmaco”.
 
Mandelli, in una precedente interrogazione, chiedeva al ministro in indirizzo di vigilare sull'armonizzazione e l'unificazione delle procedure per l'accesso universale ai farmaci innovativi. “In attesa di comunicazioni ufficiali in merito all'attuazione del nuovo piano nazionale per la lotta alle epatiti virali - scrive ora - i cittadini vivono situazioni di confusione e poca trasparenza nelle liste d'attesa”. A tal proposito, il senatore di Fi riprende una recente denuncia lanciata da Cittadinanzattiva: “Come si apprende dagli organi di stampa e dalle dichiarazioni del coordinatore nazionale del Tribunale dei diritti del malato, si stanno verificando casi di turismo verso l'Oriente, in particolare in India, di pazienti che non sono eleggibili al trattamento gratuito in Italia secondo i criteri stabiliti dall'Aifa, ove ottengono l'accesso alle terapie con i farmaci innovativi sostenendo un costo molto basso”.
 
Nell'interrogazione viene inoltre segnalato come, sempre il Tribunale dei diritti del malato, nei giorni scorsi abbia inviato una nota alla Commissione salute della Conferenza delle Regioni in merito alla bozza di piano nazionale per la prevenzione delle epatiti virali da virus B e C, nella quale veniva sottolineata l'assenza di stanziamento di risorse economiche, la necessità di affrontare il tema della co-infezione Hiv-Hcv, e la necessità di prevedere che vengano coinvolte, oltre alle associazioni di pazienti, anche quelle di cittadini, in modo da permettere il contributo anche di associazioni, ad esempio, come quelle di tutela dei diritti dei detenuti, delle comunità degli immigrati, delle persone affette da Hiv.

Alla luce di tutto ciò, Mandelli chiede se il ministro della Salute sia a conoscenza della consistenza numerica di questo fenomeno di migrazione sanitaria e “quali iniziative intenda adottare per garantire la sicurezza delle cure evitando che soggetti intermediari possano approfittare della disperazione dei malati per lucrare sul loro stato di salute”.  

05 agosto 2015
© Riproduzione riservata

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