Sicilia. Lucia Borsellino avrà scorta e auto blindata. Lo ha deciso il Viminale
La decisione sarebbe stata presa alla luce dell'attività svolta in questi ultimi anni dall'ex assessore nel campo della sanità regionale. Minacce di morte a Borsellino sarebbero state contenute anche nelle presunte intercettazioni del primario della Chirurgia Plastica del Villa Sofia, Matteo Tutino, pubblicate dall’Espresso.
17 AGO - Il comitato per l'ordine e la sicurezza del Ministero dell'Interno ha disposto la scorta per
Lucia Borsellino, l'ex assessore regionale alla Salute. Il ministero dell'Interno ha disposto che la figlia del giudice Paolo Borsellino (ucciso nel 1992 dalla mafia) usi, per i suoi spostamenti, l'auto blindata scortata da due agenti. E’ quanto si legge in un dispaccio dell’Ansa secondo cui la decisione sarebbe stata presa alla luce dell'attività svolta in questi ultimi anni dall'ex assessore nel campo della sanità regionale. “Nei mesi scorsi – riferisce l’Ansa - Lucia Borsellino ha presentato diversi esposti”. Minacce di morte contro la sua persona erano contenute anche nelle presunte intercettazioni tra il primario della Chirurgia Plastica del Villa Sofia, Matteo Tutino, e il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, pubblicate dall’Espresso, ma poi smentite da diverse procure della Sicilia e dallo stesso presidente della Regione.
I familiari di Lucia Borsellino affermano in una nota di non volere esprimere alcuna valutazione sul provvedimento deciso dal Viminale. "Benché sollecitati – affermano nella nota -, ribadiamo la ferma volontà di non rilasciare dichiarazioni. Non intendiamo tantomeno commentare o esprimere valutazioni sui tempi e sulla opportunità del dispositivo di protezione adottato dalle autorità competenti".
Intanto, sempre secondo quanto riferito dall’Ansa, il procuratore di Palermo avrebbe aperto un fascicolo di atti relativi, iniziativa che potrebbe precedere l'avvio di una indagine, sui fatti che hanno indotto il Viminale ad assegnare la scorta a Lucia Borsellino.
17 agosto 2015
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