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La sanità avrà una sua area contrattuale. La conferma oggi dal presidente dell’Aran Gasparrini e dal sottosegreatrio alla PA Rughetti


La notizia oggi in convegno della Cosmed. Confermato inoltre che la dirigenza medica, veterinaria e sanitaria non sarà oggetto dei decreti delegati della riforma Madia. Questi tratteranno esclusivamente del ruolo unico regionale dove è invece compresa la dirigenza amministrativa, professionale e tecnica del Ssn.

28 OTT - È confermato, i decreti delegati della legge 124 del 2015, sulla riforma della Pubblica amministrazione non riguarderanno la dirigenza medica, sanitaria e veterinaria, ma solo quella tecnico, professionale e amministrativa del Ssn.  Mentre per quanto riguarda le aree contrattuali l’orientamento di Aran e Governo è quello di prevedere un'area contrattuale autonoma della sanità dalla quale sarà però esclusa la dirigenza amministrativa, tecnica e professionale che rientra nel ruolo unico della dirigenza delle Regioni come previsto dalla legge di riforma della PA.
Sono queste le conferme e le novità emerse nel corso del convegno nazionale della Cosmed sulle aree contrattuali, che si è tenuto oggi a Roma e che ha visto la partecipazione del presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini e del Sottosegretario al Ministero per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.
 
La definizione delle aree contrattuali rappresenta il passaggio obbligato per la ripresa della stagione dei contratti e l'apertura delle trattative.  E proprio per chiarire i tempi e le modalità di definizione delle aree, la Confederazione dei medici e dirigenti del Ssn ha voluto organizzare un confronto con l’obiettivo analizzare il perimetro, gli ambiti di azione e i possibili contenuti del decreto delegato sulla dirigenza pubblica in fase di emanazione e delle sue ricadute su operatori e cittadini.
 
E una risposta è arrivata.  “Stiamo cercando di rimettere al centro dell’attenzione del sistema pubblico i servizi e le persone, premiando le competenze – ha affermato Rughetti – per cui stiamo cercando di orientare tutte le misure che vengono prese verso questi obiettivi. E dentro questo nuovo approccio rientra la contrattazione nella quale un elemento portante, rimasto incompiuto, è quello della definizione dei comparti. Secondo logica noi dovremmo avere tre comparti, ossia quello della Repubblica che tiene insieme le istituzioni di cui all’art 119 della Costituzione con tutte le derivazioni che conosciamo, quindi Stato, Regioni e Comuni e i due comparti delle competenze, ossia la sanità e la scuola. L’aver abbandonato le competenze è un approccio che personalmente non condivido. Credo sia più logico, ed anche in linea con le scelte operate dal Governo – prosegue il sottosegretario – cercare regole omogenee sulle competenze per poi dare responsabilità alle autonomie, siano esse Comuni, Regioni, Asl e in un rapporto legato ai servizi, e non ai soggetti inquadrati in queste autonomie”.
 
Per quanto riguarda i decreti delegati delle dirigenza pubblica, ha confermato Rughetti, questi non riguarderanno i dirigenti medici e quelli scolastici.
 
“La scelta fatta dal Parlamento è netta – ha aggiunto il sottosegretario alla Pa – e non a caso i comparti vanno in quella direzione, per questo i decreti delegati riguardano i dirigenti con esclusione di quelli medici e scolastici”. Insomma, come specificato nel provvedimento, interesseranno solo la dirigenza ammnistrativa, professionale e tecnica del Ssn e non quella medica, veterinaria e sanitaria
 
“Il ragionamento alla base di questa logica – ha aggiunto Rughetti – è avere tre aree distinte. Di queste una è costituita da un ampio contenitore nella quale, come ha anche detto il presidente dell’Aran saranno garantite le autonomie e le specificità. A questa saranno affiancate le altre competenze ossia quella sanitaria e quella scolastica”.

28 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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