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Def. “Finanziamento Ssn sia coerente con i costi per nuovi Lea, farmaci innovativi e  sviluppo delle risorse umane”. Il parere della commissione Sanità del Senato


I senatori della XII commissione, all'interno del parere favorevole alla Nota di aggiornamento del Def, hanno manifestato la loro preoccupazione sull'attuale capacità del Ssn di erogare servizi alle persone in un contesto di incrementi del Fondo sanitario "non pienamente adeguati alle necessità". Richiamata la necessità di un rinnovo dei contratti e delle convenzioni, e di una nuova governance della spesa farmaceutica. IL PARERE

06 OTT - La commissione Sanità di Palazzo Madama ha oggi promosso con riserva la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata da Palazzo Chigi. I senatori della XII commissione, all'interno del loro parere favorevole hanno infatti inserito cinque osservazioni dettate, principalmente, dalla preoccupazione circa le attuali "capacità del Sistema sanitario nazionale di erogare servizi alle persone e alla collettività nel rispetto dei principi di universalismo e equità", in un contesto di incrementi del Fondo sanitario "non pienamente adeguati alle necessità".

Nelle premesse si legge infatti come "le restrizioni alla sanità pubblica colpiscono in modo più duro e drammatico le fasce di popolazione fragili peraltro quantitativamente in crescita in ragione della crisi economica che aggiunge nuove povertà a quelle già esistenti allargando diseguaglianze tra ceti sociali e generazioni, un fenomeno che va contrastato con un Welfare proattivo ed inclusivo che sinergicamente deve operare su più livelli, assistenziale ,sociale, previdenziale e ovviamente sanitario".
 
Nel documento viene poi posta una particolare attenzione nei confronti del personale, laddove si segnala come "i molteplici interventi di contenimento della spesa si sono fondati su misure (blocco del turn-over, delle carriere, delle retribuzioni, dei contratti e delle convenzioni) che hanno indebolito e demotivato la risorsa più preziosa del Ssn".
 
Infine, viene richiamata la necessità di una nuova governance della spesa farmaceutica "messa a dura prova dalla disponibilità di farmaci innovativi".
 
Di seguito le osservazioni avanzate dai senatori della commissione Sanità:
1) il finanziamento pubblico di parte corrente del SSN per il 2017 non può sottrarsi ad una coerente corrispondenza al pieno conseguimento degli obiettivi di sanità pubblica,con particolare riferimento alla erogazione dei nuovi LEA, alla stabile copertura degli oneri connessi ai farmaci innovativi ,allo sviluppo delle risorse umane e più in generale alla realizzazione delle innovazioni organizzative previste dal Patto della salute 2014/16 ;

2) il rinnovo dei contratti e delle convenzioni richiamato in più contesti dai documenti necessita di finanziamenti specifici idonei a frenare il progressivo impoverimento delle retribuzioni e la demotivazione professionale del personale, accompagnandosi a misure che rendano disponibili risorse già presenti nelle realtà aziendali per premiare ulteriormente il merito, la produttività e le innovazioni organizzative e gestionali indispensabili a reggere la sfida di garantire in sicurezza e qualità i vecchi e, finalmente, i nuovi LEA;

3) è quanto mai urgente dare attuazione al comma 570 della Legge di stabilità 2016 e, cioè, attuare una nuova governance della spesa farmaceutica messa a dura prova dalla disponibilità di farmaci innovativi, tenendo anche conto che l'Aifa riporta che nel primo semestre 2016 la spesa farmaceutica ospedaliera ha superato per 861 milioni di euro il relativo tetto e quella territoriale, nei primi 5 mesi, ha superato il relativo tetto per 331 milioni, in un contesto nel quale la compartecipazione alla spesa dei cittadini è stata pari a 773 milioni, mentre permangono incertezze sull'applicazione della normativa sul pay-back. Al riguardo la sfida dei farmaci innovativi è anche una sfida etica e civile e l'Europa non può sottrarsi alla responsabilità di una governance del settore armonizzando prezzi e condizioni di fornitura;

4) nell’ambito del rilancio degli investimenti pubblici avviato nel 2015 (+1,1 per cento dopo 5 anni di continua contrazione), anche con riferimento alla messa in sicurezza della popolazione, del territorio e dei patrimoni del Paese, specifica attenzione va riservata alle strutture sanitarie il cui livello di obsolescenza è sempre più elevato e il cui mancato funzionamento in caso di calamità impone al Paese un prezzo molto alto in termini di mancata assistenza alle popolazioni colpite dalle avversità; a tal fine, appare fondamentale prevedere sin dalla prossima Legge di Bilancio l'assegnazione di fondi per l'ammodernamento tecnologico ed edilizio del patrimonio sanitario e la individuazione di modalità per favorire l'accesso ai fondi di investimento del piano Juncker. Al contempo, appare cruciale da un lato intervenire sulla preoccupante lentezza delle amministrazioni regionali chiamate a programmare, realizzare e porre in sicurezza le strutture sanitarie e dall’altro accelerare il completo utilizzo delle risorse stanziate da leggi che risalgono anche alla fine dello scorso secolo;

5) l'invito dell'Unione europea a favorire misure di concorrenza nelle professioni regolamentate necessita di una attenta ponderazione applicativa nell'ambito delle attività sanitarie in quanto la mera equiparazione di questi servizi professionali - connessi alla tutela dei diritti fondamentali della persona e caratterizzati da persistenti asimmetrie informative - ad una qualunque altra attività professionale può determinare preoccupanti ricadute negative sulla qualità e sulla sicurezza delle prestazioni.

06 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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