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Manovra. Le Regioni chiedono che il Fondo sanitario resti a 113 mld. Ma sanno già che non sarà così. E lanciano l’allarme su sostenibilità Lea, contratti e farmaci innovativi

di Luciano Fassari

Primo incontro delle Regioni in vista della Legge di Bilancio. Un confronto tecnico dove si è cercato di trovare una strategia per rendere meno ‘dura’ la manovra che per gli Enti locali si annuncia “preoccupante”. “Sulla sanità leggiamo sui giornali che c’è l’intenzione di tagliare un po’ ma facciamo presente che ci sono molte criticità: nuovi Lea, farmaci innovativi e contratti”. Ma per ora gli Enti locali non scoprono le carte e attendono la presentazione della manovra da parte del Governo. Ecco tutti i conti delle Regioni

14 OTT - “Chiediamo che sulla parte sanitaria il Fondo rimanga quello scritto nel Def e nell'intesa Stato-Region di febbraio (113,063 mld di euro per l’anno 2017 e 114,998 mld di euro per l’anno 2018.) e di non fare un taglio su quanto promesso. Se poi il Governo decide di rimangiarsi la ‘sua’ parola è una scelta dell’Esecutivo”. Così al termine il coordinatore degli assessori all’Economia delle Regioni Massimo Garavaglia al termine della conferenza straordinaria delle Regioni di oggi in vista della Legge di Bilancio.

Una riunione tecnica quella di oggi dove lo stesso Garavaglia ha riferito degli incontri delle ultime settimane con Palazzo Chigi. “Prima di fare un documento – ha detto Garavaglia - abbiamo dovuto fare un’analisi di com’è la situazione a legislazione vigente. Sulla base di questo abbiamo fatto una serie di richieste al Governo”.

In ogni caso le Regioni hanno valutato come attutire l’impatto di quella che  si preannuncia come una manovra che richiederà agli Enti locali nuovi sacrifici. “Nella tabella – ha sottolineato Garavaglia - che ci ha fatto vedere Padoan ci sono poi ulteriori 2,6 mld di spending ma vedremo dove li mettono”.
 
E uno dei comparti dovrebbe proprio essere la sanità. Nello specifico però i governatori, oltre le richieste di mantenere il fondo a 113 mld, hanno ormai ben chiaro che la cifra però non sarà quella. “Sulla sanità leggiamo sui giornali che c’è l’intenzione di tagliarlo un po’ ma facciamo presente che ci sono molte criticità: i nuovi Lea che sono finanziati per la metà, il rinnovo dei contratti, ci sono i farmaci innovativi che non sono coperti e ci sono tutta una serie di cose che fanno sì che non basterebbero nemmeno i 2 miliardi in più già previsti dalla legislazione vigente”.

Garavaglia ha parlato anche del rinnovo dei contratti. “Abbiamo visto dai giornali che si parla di 900 mln (per tutta la Pa) che sono meno dello 0,5% lordo del monte salari. Ora se un capo azienda propone un aumento del genere ai suoi dipendenti penso che questi si arrabbino. Ma questo è quello che leggiamo dai giornali. Ora vedremo le scelte del Governo”.

Una battuta anche in merito al nuovo Dg di Aifa che dovrà essere nominato (l’attuale Dg Luca Pani è in scadenza il 21 ottobre e ha dichiarato che non si ricandiderà) e su cui le Regioni avevano chiesto che si procedesse alla nomina attraverso un bando pubblico. “Non abbiamo nessuna notizia. Dipende dal Ministero della Salute e noi rispettiamo le regole”.
 
“È evidente che la manovra, come si sta delineando, è molto preoccupante – ha detto il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti - . Ma aspettiamo di vedere il testo che non è ancora chiaro quando verrà presentato, se già domani o la prossima settimana dal Governo. A quel punto presenteremo i nostri emendamenti e faremo una valutazione più compiuta .Oggi abbiamo valutato alcuni strumenti tecnici che stiamo negoziando con il Mef per mettere in sicurezza alcune poste di bilancio” (pagamenti Pa, sanità, bonus welfare).
 
“Sulla sanità – ha concluso Toti - non sappiamo. Il sottosegretario De Vincenti ha ribadito che il Fondo 2017 aumenterà rispetto al 2016 ma che probabilmente non arriverà a quanto previsto (113 mld). Ma ancora i numeri non ci sono”. 
 
Ma ecco nel dettaglio i conti delle Regioni a riprova della necessità di mantenere l’incremento promesso di 2 miliardi.
 
Nuovi LEA: accanto allo stanziamento finalizzato di 800 milioni le Regioni stimano la necessità di altri 800 milioni, comprensivi del Piano nazionale vaccini;
 
Farmaci innovativi (oncologici), le Regioni stimano oneri per circa 300 milioni di euro a cui sommare circa 800 milioni di quelli per l’Epatite C , sulla base di una platea più ampia in attesa del trattamento;
 
Rinnovo dei contratti, il costo stimato dalle Regioni per la dirigenza e per il comparto: le risorse sono relative agli oneri derivanti dai rinnovi dei contratti e sono stimate nell’incremento di almeno 0,4% del monte salario complessivo sia per la dirigenza che per il comparto per almeno 150 milioni di euro.
 
L.F.

14 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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