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Plasma e Plasmaderivati. Ecco il Programma nazionale: obiettivo raddoppiare la raccolta in 5 anni


All’ordine del giorno della Stato-Regioni il programma per i prossimi anni per far fronte all’aumento della richiesta di plasma e derivati. Per raggiungere l’obiettivo è necessario che nel corso dell’anno ogni regione aumenti la raccolta del plasma di almeno il 40%. IL DOCUMENTO

23 NOV - All’attenzione della Stato Regioni del 24 novembre anche il “Programma nazionale plasma e medicinali plasmaderivati 2016-2020” che recepisce la normativa europea e si adegua alla crescente richiesta di sangue, dovuta all’invecchiamento della popolazione e alle più recenti sperimentazioni che vedono l’impiego di plasmaderivati per la cura di numerose patologie. 
 
In cinque anni, la raccolta dovrà aumentare del 57%. Per raggiungere questo obiettivo l’Italia dovrà lavorare duro e soprattutto rispettare tutti i nuovi parametri dettati dal “Programma nazionale plasma e medicinali plasmaderivati 2016-2020”. Il suo obiettivo principale è quello di rendere autosufficienti tutte le regioni del territorio nazionale, sia in termini di produzione che di utilizzo.
 
Questo documento si è reso necessario a seguito del decreto legislativo del 20 dicembre 2007 che, a sua volta, ha recepito la normativa europea in materia di trasfusioni e produzioni di farmaci ottenuti da sangue umano. Tali leggi stabiliscono, in particolare, le norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e di ogni suo componente.
 
La necessità di un preciso programma a livello nazionale  è diventata più impellente anche in virtù dell'aumento di richiesta di plasma, da un lato,  e alla diminuzione delle donazioni, dall’altro. La domanda è salita soprattutto per due fattori:  invecchiamento della popolazione e nuove indicazioni terapeutiche per l’utilizzo di sangue e farmaci da esso derivati.

Ma che cosa si intende quando si parla di autosufficienza di produzione di plasmaderivati? Questa espressione vuole indicare  la capacità del Sistema Sanitario Nazionale, ma anche regionale, di garantire ai pazienti la continua disponibilità di derivati del sangue attraverso la raccolta da donazioni volontarie e non remunerate. La normativa italiana, infatti,  prevede che la trasfusione sia una prestazione erogata gratuitamente e che il sangue sia donato altrettanto gratuitamente, in modo autonomo, da chiunque lo voglia, volontariamente.
 
Inoltre, in Italia, grazie a continui controlli sono garantiti alti livelli di qualità e sicurezza. Questo accordo prevede che tali standard siano non solo perseguiti ma anche migliorati, grazie all'utilizzo di nuove tecnologie scientifiche.

23 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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