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Manovra. La vigilia: ecco le misure sulla sanità all’esame del Governo


Riepiloghiamo le misure per la sanità in vista del Consiglio dei ministri di domani che darà il via libera alla manovra di Tremonti. Nella bozza di ieri sera sono confermati nuovi ticket, tagli all’acquisto di beni e servizi, proroga al 2014 dei tagli per il personale e abbassamento del tetto per la farmaceutica.

29 GIU - Mancano solo 24 ore all’ora “x” della manovra da 47 miliardi articolata da qui al 2014. Nelle bozze ancora oggetto di aggiustamento da parte del ministero dell’Economia, la sanità è coinvolta con tagli importanti al fondo sanitario che si dovranno ottenere grazie a nuovi ticket e misure più stringenti nell’acquisto di beni e servizi. Ma paga pegno anche la farmaceutica con l’abbassamento di 0,8 punti percentuali, a partire dal 2013, del tetto della territoriale e con la conferma ancora per un anno di tutte le misure di taglio a stipendi e assunzioni per il personale dipendente e convenzionato. Altra novità la privatizzazione della Croce Rossa Italiana, mentre resta aperta la questione sull’intenzione del Governo di effettuare una generale liberalizzazione nell’accesso e nell’esercizio delle professioni, dalla quale sarebbero esclusi solo architetti, ingegneri, avvocati, notai, farmacisti e autotrasportatori.
Ma ecco in sintesi le principali misure contenute nella bozza della manovra economica riguardanti la sanità:

Personale sanitario dipendente e convenzionato del Ssn
Anche se scritte con qualche equivoco lessicale, le norme riguardanti il pubblico impiego dovrebbero comprendere anche il complesso del personale del Ssn dipendente e convenzionato.
Obiettivo, per tutto il settore della pubblica amministrazione, quello di un’ulteriore riduzione della spesa di 30 milioni per il 2013, di 740 per il 2014, di 340 per il 2015 e di 370 a decorrere dal 2016.
Le misure previste che, il decreto specifica, saranno disposte con successivi regolamenti concernono:
- la proroga  a tutto il 2014 del blocco del turn over;
- la proroga del blocco dei trattamenti economici anche accessori sempre fino al 2014;
- la fissazione delle modalità di calcolo relative all’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015/2017;
- la semplificazione delle procedure di mobilità.

Finanziamento del Ssn
Il livello di finanziamento del Ssn a cui concorre lo Stato viene incrementato dello 0,5% nel 2013 e dell’1,4% nel 2014, fissando così a priori il tetto massimo al quale potrà arrivare il finanziamento nei primi due anni di applicazione dei costi standard sanitari che, lo ricordiamo, scatteranno proprio a partire dal 2013.

Costi standardizzati per i beni e servizi
Saranno fissati prezzi di riferimento per tutti i beni e i servizi sanitari e non sanitari individuati dall’Agenas tra quelli di maggiore impatto economico.
In tal modo sarà rivoluzionato l’attuale sistema di gare d’acquisto per i dispositivi medici, i farmaci ospedalieri e gli altri beni e servizi individuati, prevedendo appunto delle soglie di riferimento per il prezzo massimo d’acquisto da inserire nei bandi regionali e aziendali. La finalità è infatti quella di mettere a disposizione delle Regioni ulteriori strumenti operativi di controllo e razionalizzazione della spesa.
 
Abbassamento del tetto della farmaceutica territoriale
L’Aifa dovrà riesaminare l’attuale tetto sulla spesa farmaceutica territoriale rideterminandone l’incidenza percentuale al 12,5% della spesa complessiva, anziché al 13,3% dell’attuale tetto, tenendo conto dei risparmi ottenibili dall’applicazione delle misure previste dalla manovra del luglio 2010 che stabilivano la determinazione di “tabelle di raffronto tra la spesa farmaceutica territoriale delle singole regioni, con la definizione di soglie di appropriatezza prescrittiva basate sul comportamento prescrittivo registrato nelle regioni con il miglior risultato in riferimento alla percentuale di medicinali a base di principi attivi non coperti da brevetto, ovvero a prezzo minore, rispetto al totale dei medicinali appartenenti alla medesima categoria terapeutica equivalente. Ciò al fine di mettere a disposizione delle regioni strumenti di programmazione e controllo idonei a realizzare un risparmio di spesa non inferiore a 600 milioni di euro su base annua che restano nelle disponibilità dei servizi sanitari regionali”.
 
Tetto di spesa per i dispositivi medici e le protesi
Sarà inserito, a decorrere dal 1 gennaio 2013, anche un tetto di spesa massima pari al 5,2% della spesa complessiva per l’acquisto dei dispositivi medici e per le protesi sanitarie a carico del Ssn. Il tetto opererà sia a livello nazionale che a livello di ogni singola regione.
L’eventuale sforamento sarà a carico delle Regioni, salvo nei casi in cui lo sforamento non pregiudichi l’equilibrio economico complessivo della Regione.
 
Arrivano nuovi ticket
In arrivo una possibile ondata di nuovi ticket che si andranno ad aggiungere a quelli già applicati nelle diverse regioni (vedi nostro dossier).
Intanto, dal 1 gennaio 2012, non ci sarà più la copertura dello Stato dei costi per la mancata introduzione del ticket di 10 euro per  le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale introdotto nella finanziaria 2007 del governo Prodi ma mai applicato. Da sottolineare in proposito che la manovra prevede invece lo stanziamento di 486,5 milioni di euro per la copertura di questo ticket per tutto il 2011 rispondendo così alle richieste delle Regioni.
Tornando ai ticket, la manovra prevede una generale reintroduzione della compartecipazione alla spesa dei cittadini dal 2014 sui farmaci e sulle altre prestazioni senza però specificare entità, ambiti di applicazione ed eventuali esenzioni dei nuovi ticket, anche se la stessa manovra specifica che da tali misure di compartecipazione alla spesa dovrà derivare il 47% dell’ammontare dei risparmi previsti per la sanità.
 
Altre norme per il personale del Ssn
La bozza della manovra prevede la proroga per il 2013 e 2014 delle disposizioni contenute nella finanziaria 2010 (legge 191 del 2009) che prevedevano che le spese del personale, al lordo degli oneri riflessi a carico delle amministrazioni e dell’imposta regionale sulle attività produttive, non superassero nel triennio 2010/2012 il corrispondente ammontare dell’anno 2004 diminuito dell’ 1,4%. La diminuzione, ora confermata anche per il 2013/2014, si applica anche al personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, o che presta servizio con altre forme di rapporto di lavoro flessibile o convenzionato. Sono anche escluse le spese di personale totalmente a carico di finanziamenti comunitari o privati, nonché le spese relative alle assunzioni a tempo determinato e ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa nel campo della ricerca.
La manovra conferma anche la norma, sempre contenuta nella finanziaria 2010, che prevede la messa a punto da parte delle Regioni di un programma annuale di revisione delle consistenze di personale dipendente a tempo indeterminato e determinato, finalizzato alla riduzione della spesa complessiva per il personale e al ridimensionamento dei fondi per la contrattazione integrativa.
 
L’ammontare della manovra per la sanità
Sarà un’intesa Stato Regioni da stipulare entro il dicembre 2012 a stabilire gli importi delle misure previste dalla manovra per il biennio 2013/2014, al netto di quelle riguardanti tutto il pubblico impiego (blocco turn over e contratti). In caso di mancata intesa il peso dei singoli interventi sarà così distribuito:
- per il 2013, il 30% dei risparmi si dovrà ottenere dai prezzi di riferimento per i beni e servizi, il 40% dalla riduzione del tetto della farmaceutica territoriale, un altro 30% dal nuovo tetto di spesa sui dispositivi medici;
- per il 2014, la parte del leone è affidata ai nuovi ticket che dovranno da soli garantire il 47% dei risparmi. Per il resto il 15% si dovrà ottenere dai prezzi di riferimento per i beni e servizi, il 20% dalla riduzione del tetto della farmaceutica territoriale, il 15% dal nuovo tetto di spesa sui dispositivi medici e il restante 3% ad altre misure sul personale.
 
Piani di rientro
Diventano sempre più stringenti, anche in termini di valore giuridico, con nuove norme che sembrano dettate dal caso del Tar Abruzzo che ha annullato parte dei provvedimenti del commissario ad acta (il presidente Gianni Chiodi) perché in contrasto con norme regionali precedenti mai abrogate. Con la manovra si prevede infatti che il commissario ad acta in caso rinvenga ostacoli per il piano di rientro derivanti da provvedimenti legislativi regionali precedenti, li trasmetta al Consiglio regionale che entro i successivi 60 giorni (altrimenti interverrà il Governo nazionale) dovrà apportare le necessarie modifiche o abrogare i provvedimenti per rimuovere gli ostacoli ravvisati.
E a proposito di Abruzzo, la manovra, nelle more dell’entrata in vigore di questa misura, dà esecuzione al piano di rientro di Chiodi superando così lo stop del Tar.
Per le Regioni sotto piano di rientro, infine, vengono ulteriormente definite le modalità di salvaguardia dalle procedure esecutive fino al 31 dicembre 2011in caso di debiti con fornitori esterni, già previste dalla legge di stabilità 2011 (legge 220 del 2010).
 
Accertamenti medico legali per assenza da malattie
La manovra conferma la destinazione di 70 milioni annui per il 2011 e 2012 per le visite di controllo ai lavoratori assenti per malattia da parte delle Asl. Dal 2013, tale somma entrerà a regime e sarà quindi decurtata dalla somma complessiva dei finanziamenti per il Ssn.
 
La Croce Rossa Italiana si privatizza
Dal 1 gennaio 2012 addio al carrozzone della Croce Rossa Italiana.  L’attuale ente di diritto pubblico, commissariato da anni, va in liquidazione alla data di entrata in vigore della manovra e dall’anno prossimo dovrà assumere propria personalità giuridica di diritto privato e piena capacità giuridica e patrimoniale. Il personale civile della Cri, sarà riassunto dal nuovo ente privatizzato o andrà in mobilità. Per i militari della Cri, invece, si prevede il reinserimento in un ruolo ad esaurimento presso il Ministero della Difesa.
 
Eliminate restrizioni per accesso ed esercizio alle professioni (medici e sanitari compresi, salvaguardate prerogative dei soli farmacisti)
La bozza della manovra (anche se il Sole 24 ore di oggi parla di un possibile stralcio) prevede che “le restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle professioni, diverse da quelle di architetto, ingegnere, avvocato, notaio, farmacista, autotrasportatore, sono abrogate quattro mesi dopo l'entrata in vigore dal presente decreto”. Non si parla di Ordini ma qualcuno ha avanzato il sospetto che con questa norma ne verrebbe vanificato il ruolo di certificatori del possesso dei titoli abilitanti all'esercizio professionale e conseguentemente anche quello di garanti dei comportamenti dei professionisti nei confronti dei cittadini.
I primi a tuonare sono stati i giornalisti per bocca del presidente Siddi che ha auspicato che non sia questa la volontà del Governo, mentre i medici, al momento, sembrano più cauti nell’interpretazione. Per Bianco (Fnomceo) la norma così come scritta nelle bozze circolate non parla di abolizioni di ordini e poi, aggiunge “mi auguro che nessuno voglia in giro medici senza laurea e abilitazione controllate e certificate”.
In ogni caso è la stessa bozza a specificare che il termine restrizione significa “la limitazione del numero di persone che sono titolate ad esercitare una certa professione in tutto il territorio dello Stato o in una certa area geografica attraverso la concessione di licenze o autorizzazioni amministrative per l'esercizio, senza che tale numero sia determinato, direttamente o indirettamente sulla base della popolazione o di altri criteri di fabbisogno”. E aggiunge che verrebbe a cadere anche “l'attribuzione di licenze all'esercizio di una professione solo dove ce ne sia bisogno secondo l'autorità amministrativa”. E poi si prevede il “divieto di esercizio di una professione al di fuori di una certa area geografica e l'abilitazione a esercitarla solo all'interno di una determinata area”. Verrebbero meno anche “l'imposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate all'esercizio della professione”, “il divieto di esercizio della professione in più sedi oppure in una o più aree geografiche” e “la limitazione dell'esercizio della professione ad alcune categorie professionali o divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di taluni prodotti”. Andando avanti nel testo si legge anche che viene abrogata “la limitazione dell'esercizio della professione attraverso l'indicazione tassativa della forma giuridica richiesta all'operatore”, nonché l’obbligo “di requisiti professionali in relazione al possesso di quote societarie”, “l'imposizione di prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni o servizi” e “l'obbligo di fornitura di specifici servizi complementari all'attività svolta”. Il testo prevede in ogni caso che “singole professioni possono essere escluse, in tutto o in parte, dall'abrogazione delle restrizioni”, ad esempio nel caso in cui “la limitazione sia funzionale a ragioni di interesse pubblico”.
Il sospetto su una possibile abolizione degli Ordini si rafforza però leggendo un’altra norma inserita nella manovra che prevede “l’eliminazione dell’obbligo di autorizzazione preventiva per l’esercizio delle professioni” non esentate dal provvedimento. La dizione lascia molti dubbi. Anche l’esame di Stato necessario per accedere a molte professioni, come quella del medico, rientra in queste “preventive autorizzazioni”? E conseguentemente anche l’obbligo di iscriversi all’Ordine per poter esercitare? Insomma, una matassa alquanto difficile da districare fino a quando non si avranno notizie e spiegazioni ufficiali sull’esatta portata di queste norme.

29 giugno 2011
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