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Anteprima. Stato Regioni. Non solo 118: in arrivo un "numero unico regionale" per la guardia medica


Un numero unico regionale da affiancare al 118 per chiamare la guardia medica territoriale. E poi ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso e razionalizzare le risorse presenti sul territorio grazie all’integrazione tra emergenza ospedaliera e territoriale. Sono pronte e all'esame della Stato Regioni, le nuove linee di indirizzo sulla "Continuità delle cure" messe a punto dal ministero della Salute.

22 LUG - Tre modelli organizzativi per realizzare un sistema integrato tra 118 e continuità assistenziale. A partire dalla individuazione di un "numero unico regionale", tenendo conto di quanto si sta già facendo per adeguare la nostra rete di emergenza sanitaria alle indicazioni europee che fin dal 2009 ha previsto l'istituzione (da attivare entro l'aprile 2010) di un numero unico europeo il "116117" per il servizio di guardia medica non urgente.
Sono questi i punti cardine delle linee di indirizzo “Continuità delle cure in un sistema integrato. Modelli organizzativi 118 e Continuità Assistenziale (Ca)” - integrative dell’accordo del 20 aprile 2011 sull’utilizzo delle risorse vincolate per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale indicati nel Psn 2011 -, proposte dal ministero della Salute e inviate all’attenzione della Stato-Regioni.
 
Linee progettuali che procedono sul solco delle politiche di riforma dettate dal ministro Fazio. Ossia: piena integrazione dei servizi sanitari territoriali e ospedalieri per dare corpo ad una concreta continuità assistenziale e razionalizzare quindi anche la rete dell’emergenza urgenza.
Stella polare delle linee dettate dalla Salute è la riorganizzazione del Pronto soccorso, con l’obiettivo di ridurre gli accessi impropri, razionalizzare le risorse presenti sul territorio rispondendo così in maniera più efficace ai bisogni di salute della popolazione. Come centrare il bersaglio? Attraverso la costruzione di una rete che vede l’integrazione di figure professionali quali i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenziale con strutture e professionalità del sistema di emergenza urgenza. Ma soprattutto con l’integrazione del servizio di Ca, ossia la ex guardia medica, con il sistema 118. Un’interazione che consentirà di intercettare preventivamente i codici bianchi e verdi e inviarli, dove possibile, ai servizi distrettuali (medicina generale, assistenza domiciliare, specialistica ambulatoriale, farmacia).
Sono stati quindi individuati modelli organizzativi assistenziali diversificati e adattabili ai diversi contesti territoriali, per assicurare assistenza h24 sette giorni su sette.
 
Modello A: istituzione di un’area dedicata all’attività della Ca nelle centrali 118.
Èapplicabile nelle realtà territoriali con presenza di sub centrali di coordinamento o con postazioni che ricevono direttamente la chiamata d’emergenza e nelle quali è previsto il superamento delle eventuali sub centrali e il superamento dei numeri di riferimento delle postazioni territoriali. Qui il numero dei medici deve essere proporzionale al carico di lavoro del servizio. Le chiamate al servizio di Ca saranno centralizzate nella sede della centrale intergrata di 118 e Ca. saranno coordinate dal personale presente nella centrale integrata. È possibile ampliare l’orario di servizio alle ore diurne, in questo casi i medici provvedono a indirizzare i pazienti nelle eventuali equipe territoriali (Mmg, Uccp e Utap) attive e segnalate alla centrale dalle Asl.
 
Modello B: integrazione funzionale con la centrale operativa 118 in presenza di centrale di ascolto di Ca autonoma di coordinamento
Nelle aree metropolitane dove esistono centrali di ascolto autonome della Ca con un importante carico di lavoro collocate in sedi diverse dalle Co 118 si può prevedere il prolungamento dell’orario di servizio dei medici di Ca durante il giorno e l’integrazione con il 118 attraverso collegamenti telefonici diretti o linee dedicate, utilizzo del sistema radio, disponibilità di sistema informatico compatibile, protocolli operativi e procedure concordate per atti specifici.
I medici di Ca, forniranno informazioni e consigli agli utenti e se necessario li indirizzeranno alle equipe territoriali. Nel caso arrivasse una richiesta impropria al 118, l’operatore metterà direttamente in contatto l’utente con il medico della centrale di Ca senza obbligare il cittadino a comporre il numero di riferimento.

Modello C: istituzione di un call center di secondo livello
Nelle realtà dove il numero di richieste è elevato, si prevede l’istituzione di un call center costituito da operatori non sanitari su cui possono confluire sia le chiamate al 118 sia quelle al numero unico di Ca. Un servizio con funzione di filtro che fornisce informazioni generiche sui servizi disponibili (es, farmacie, ambulatori) e inoltra la chiamata al servizio più idoneo (Ca o 118).
 
Nelle more della realizzazione di modelli compatibili, le Regioni possono comunque predisporre progetti per realizzare o potenziare lo sviluppo di modalità finalizzate all’integrazione 118-Ca attraverso:
- individuazione di un’area dedicata di Ca nelle Co 118 con l’ampliamento dell’orario di lavoro durante il giorno;
- integrazione funzionale in presenza di centrale di ascolto di Ca autonoma di coordinamento, tra la centrale di Ca e la Co 118 utilizzando tecnologie compatibili e protocolli operativi concordati, sempre ampliando l’offerta lavorativa diurna;
- istituzione di un call center di secondo livello con funzione di filtro.
Così come potranno predisporre progetti di formazione del personale, realizzare sistemi informatici ad hoc e campagne informative per educare la popolazione al corretto uso dei servizi ospedalieri e territoriali.

22 luglio 2011
© Riproduzione riservata

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