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Per il ministero della Salute si è giustamente scelta la via della continuità con Speranza e Sileri e allora perché non con Zampa?

di Cesare Fassari

Senza nulla togliere al neo sottosegretario Andrea Costa, cui vanno i nostri sinceri auguri di buon lavoro, risulta incomprensibile la mancata conferma di Sandra Zampa, inequivocabilmente vittima di equilibri politici che è sempre più difficile capire e rispettare

25 FEB - Alla fine l’unico cambio nel ministero della Salute dal Conte II al Draghi I si è registrato con la sostituzione del sottosegretario Sandra Zampa con Andrea Costa.
 
Non conosco Andrea Costa e di lui si sa ancora poco, se non che sia nato nel 1970, che è stato geometra di professione fino a quando, scoperta la politica se ne innamora, che per tre mandati fa il sindaco a Beverino in provincia di La Spezia e che poi entra in Consiglio regionale della Liguria nel 2005 con il gruppo Liguria Popolare federato con il Nci di Maurizio Lupi.
 
Alle ultime elezioni regionali il bis non gli riesce e al momento della nomina nel Governo nazionale del Paese ricopriva l'incarico di consigliere comunale a La Spezia.
 
Sul perché della scelta di Costa alla Salute non sappiamo e, visto il suo curriculum, è certo che la decisone non è conseguenza di un particolare expertise.
 
Intendiamoci, per fare il sottosegretario alla Salute non bisogna certamente essere un medico, un farmacista o un esperto del settore e siamo certi che Costa darà il meglio di sé come ha promesso oggi sulla sua pagina facebook, scrivendo tra l'altro: “Cercherò di svolgere questo incarico al massimo delle mie capacità e del mio impegno. .. Poiché il Ministero della Salute non è un dicastero qualunque, desidero affermare che cercherò di svolgere il mio incarico senza mai dimenticare tutti coloro che soffrono, i pazienti e le loro famiglie, tutti coloro i quali hanno perso un proprio caro, e tutti gli operatori sanitari e medico-infermieristici che da un anno pagano un tributo inusitatamente alto, che mai e poi mai potrà e dovrà essere dimenticato”.
 
Ma torniamo al nostro incipit. A Lungotevere Ripa si è scelta e rivendicata, a mio avviso giustamente, la continuità, soprattutto perché in piena guerra alla pandemia cambiare i generali e i colonelli non era il caso.
 
Ma allora perché cambiare la Zampa? Aveva fatto male? Non risulta, anzi, i commenti di tutti coloro che vi hanno avuto a che fare in questo anno e mezzo di Governo sono positivi e sappiamo anche che tra questa giornalista esperta di diritti umani e problematiche dell’adolescenza, ex portavoce di Romano Prodi, ex parlamentare ed ex vice presidente del PD, c’era un forte feeling con Speranza, consolidatosi soprattutto nella prima ondata della pandemia quando a un certo punto sembrava veramente che potesse crollare tutto.
 
Zampa è stata sempre lì, forte, decisa, aggredendo questo nemico sconosciuto con l’unica arma a sua disposizione e della quale è una esperta indiscussa: lo studio e l’analisi. Portando comunque avanti le sue deleghe da sottosegretario su materie delicate come la salute mentale, i migranti, la medicina di genere, l’infanzia e l’adolescenza e l’intelligenza artificiale applicata alla sanità.
 
Di lei più di ogni altra cosa ricordo comunque la sua testimonianza raccolta dal nostro giornale dopo la sua visita a Bergamo il 2 aprile di quasi un anno fa. Una visita difficile, alla città martire della prima ondata. “Quello che è successo qui, che sta succedendo – scriveva - ci insegna che dobbiamo fare di più. Che nessuno mai più dovrà pensare a risparmi sulla salute delle persone, che servono investimenti nel Welfare, per il benessere dei bambini e degli anziani che hanno pagato, questi ultimi, il prezzo più oneroso di un virus assassino che li ha spesso trovati soli e indifesi. Quello che è successo, che sta succedendo, ci insegna che abbiamo fatto anche errori, che siamo arrivati con qualche ritardo in situazioni che sono precipitate anche soltanto per dilazioni di secondi. Abbiamo rimediato, stiamo rimediando”.
 
Peccato che Sandra Zampa abbia dovuto lasciare questa sfida, travolta da equilibri politici che è sempre più difficile capire e rispettare.
 
Cesare Fassari

25 febbraio 2021
© Riproduzione riservata

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