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Vaccini Covid. Governo e Regioni ai ferri corti. Lunedì vertice per cambio di passo. Ma i dati, finora, danno ragione a Draghi: ognuno è andato per conto proprio. Ecco tutti i numeri

di C.F.

In alcune regioni si è vaccinato il 100% degli ospiti delle Rsa e in altre si è fermi al 58%. In alcune regioni più di 4 over 80 su 10 non hanno ancora ricevuto la prima dose. E se oltre il 70% dei sanitari è già stato immunizzato con due dosi in alcuni casi deve ancora ricevere la prima dose il 45% degli operatori. Anche per la scuola la situazione è molto difforme: rispetto a una media di quasi il 60% di vaccinati con la prima dose ci sono realtà dove siamo fermi al 20% o peggio. Insomma c’è molto da lavorare per quella svolta che tutti si aspettano a partire da aprile

27 MAR - Lunedì ci sarà l’atteso chiarimento tra Governo e Regioni per condividere le prossime mosse per affrontare con una maggiore condivisione di obiettivi e modalità la fase clou della campagna vaccinale contro il Covid che dovrebbe finalmente spiccare il volo durante il mese di aprile con l’obiettivo ribadito anche ieri da Draghi di fare almeno 500mila vaccinazioni al giorno.
 
Ma da dove partiamo e perché quelle frecciate di Draghi all’indirizzo delle Regioni, accusate di andare ognun per sé e in alcuni casi di privilegiare non ben indentificate categorie piuttosto che le persone più fragili, ovvero gli ultra ottantenni indicati al primo posto insieme agli operatori sanitari nella prima fase della campagna?
 
Per capirlo abbiamo oggi a disposizione dati abbastanza dettagliati di come siano andate le cose fino ad oggi. Dati forniti dal Governo che al momento non sono contestati dalle Regioni che però hanno finora replicato all’unisono che il vero problema è stato finora la mancanza di vaccini e che in ogni caso non bisogna fare di tutta un’erba un fascio perché le cose non sono poi andate nello stesso modo dappertutto.
 
E in effetti dati evidenziano che anche per le vaccinazioni Covid le sanità regionali hanno dimostrato una volta di più di muoversi con energia e metodi diversi. Differenze che nel caso di questa campagna salvavita (in tutti i sensi, non solo dal punto di vista clinico) si stenta onestamente a giustificare con la mancanza di dosi perché quelle sono mancate dappertutto eppure in alcune Regioni si sono raggiunti livelli di copertura vaccinali che in altre sembrano ancora molto lontani.
 
La vera sfida per Draghi, Speranza, Figliuolo e Croce è proprio questa: superare differenze e disparità di approccio che finora hanno frenato obiettivamente la campagna con Regioni dove per alcune categorie il target prefissato di vaccinazioni è molto lontano.
 
Ma vediamo questi numeri.
 
Totale vaccinazioni
Ad oggi risultano vaccinati almeno con una dose 9.017.095 milioni di italiani a fronte di una fornitura di vaccini da dicembre ad oggi di 10.963.780 dosi di cui ben 7.628.166 consegnate a marzo.
 
Sono invece 2.862.386 le persone che hanno ricevuto anche la seconda dose.
 
Vaccinazioni over 80
In totale sono 4.639.931 le persone censite ultra ottantenni inserite in classe prioritaria fin dall’inizio, di queste hanno ricevuto la prima dose 2.173.782 persone pari al 46,85% mentre la seconda dose l’hanno ricevuta al momento 983.320 persone pari al 21,19%.
 
All’appello della prima dose mancano ancora quindi ben 2.446.149 persone pari al 53,15%.
 
Questa la media nazionale ma fortunatamente in alcune Regioni è andata meglio (e questo vuol dire ovviamente che in altre si è ancora sotto la media nazionale).
 
C’è infatti chi ha superato la soglia del 60% per la prima dose (Trento e Molise, o ci si è avvicinato, Bolzano) e chi, come Toscana, Sicilia e Sardegna, ha più del 60% dei loro over 80 che non hanno ancora ricevuto la prima dose di vaccino.
 

Vaccinazioni 70-79 anni
Sono in tutto 6.061.078 le persone in questa fascia d’età e di queste hanno ricevuto la prima dose 352.227 pari al 5,81% e sono 96.312 quelle già vaccinate anche con la seconda dose.
 
Ricordiamo che per questa fascia si è cominciato da poco ma anche in questo caso rispetto alla media del 5,81% per la prima dose abbiamo Bolzano e Trento che viaggiano già, la prima oltre il 16% di vaccinati e la seconda quasi all’11%, e anche la Sicilia che ne ha vaccinati già il 12,4%.
 
Perché? Un mistero.
 

Ospiti Rsa
In tutto ne sono stati censiti 341.097, di questi ne sono stati vaccinati con la prima dose 295.589 (86,66%) e con la seconda 237.727 (69,69%).
 
Una buona media quindi, ma anche qui abbiamo ben tre regioni che hanno somministrato la prima dose al 100% delle persone ospitate in Rsa (Calabria, Lombardia e Toscana) e chi sta sotto il 70% come Bolzano (58,5% di vaccinati), Sicilia (64%) e Valle d’Aosta (67%).
 

 
Personale sanitario
I professionisti e gli addetti del comparto sanitario individuati per la vaccinazione anti Covid sono in tutto 1.876.108, di questi ne sono stati vaccinati con la prima dose 1.584.853, pari all’84,48% e di questi 1.344.599 (71,52%) ha ricevuto anche la seconda dose.
Ne mancano quindi all’appello poco più di 290mila pari al 15,5% del totale.
 
Buone medie anche qui, ma quando passiamo alla situazione locale pure in questo caso oscilliamo da Regioni come Toscana, Marche e Pa di Bolzano che hanno somministrato prima e seconda dose a quasi il 95% dei loro operatori sanitari ed altre realtà, come la Campania dove deve ancora ricevere la prima dose di vaccino il 45,5% del personale o l’Umbria con il 37,9% ancora da vaccinare e il Friuli Venezia Giulia che deve chiamare alla prima somministrazione il 30,9% dei suoi operatori.
 

 
Personale scolastico
E infine la scuola, altro settore tra i primi ad essere oggetto della campagna vaccinale. Su un totale di 1.493.334 tra docenti e operatori scolastici in generale da vaccinare hanno finora ricevuto la prima dose 874.810 persone pari al 58,58%, mentre solo lo 0,37% ha ricevuto la seconda dose e questo si spiega però con il fatto che la stragrande maggioranza del personale scolastico si sta vaccinando con AstraZeneca che prevede la seconda dose dopo circa tre mesi dalla prima.
 
Ma anche in questo caso la mappa regionale non è omogenea. Rispetto alla media del 58,5% abbiamo regioni come Abruzzo e Basilicata che viaggiano attorno all’85% e oltre e altre, come Calabria, Liguria e Sardegna che raggiungono o si avvicinano a malapena al 20%.
 

 
C.F.

27 marzo 2021
© Riproduzione riservata

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