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Concorso farmacie. Nicotra (Ordine Roma): “Regole illogiche, presenteremo ricorso al Tar”


“Un concorso profondamente ingiusto, che lede i principi di equità e trasparenza, e non premia di certo il merito, la preparazione e l’esperienza. E' una gara che si vince a tavolino e penalizza la categoria, ma anche i cittadini”. Così il Segretario dell’Ordine dei Farmacisti di Roma sul bando indetto dalla Regione Lazio.

21 GEN - “Un concorso profondamente ingiusto, che lede i principi di equità e trasparenza, e non premia di certo il merito, la preparazione e l’esperienza. Così formulato è una gara che si vince a tavolino e penalizza la categoria, ma anche i cittadini”. Così il Segretario dell’Ordine dei Farmacisti di Roma, Nunzio Nicotra, definisce il bando indetto dalla Regione Lazio per l’apertura di 278 nuove farmacie in attuazione del Decreto “Cresci Italia”, del gennaio 2012. Contro le disposizioni che lo regolamentano, Nicotra, con il sostegno di altri colleghi, ha deciso di presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per chiedere la sospensiva e il riesame dei termini.
 
In base alla legge Monti, che attua il Decreto Liberalizzazioni del 2012, si può partecipare sia individualmente che in forma associata, ed il criterio selettivo non è più l’esame, ma i titoli dei candidati.  Spetta alle regioni stabilire come attribuire i punti in caso di associazione. Nel Lazio, è prevalsa l’interpretazione della semplice somma aritmetica, come spiega Nicotra: “L’anomalia sta nel fatto che i titoli dei singoli associati vengono sommati, per ogni voce prevista – come gli anni di attività o i voti di laurea - fino al raggiungimento del tetto massimo di 35 punti previsto per legge. Ad esempio un 103 e un 107 valgono quanto un 110 e lode. E’ un meccanismo di sommatoria di pere e di mele assolutamente irrazionale ed ingiusto”.
 
 “Tale sommatoria corrisponde ad una violazione dell’articolo 97 della costituzione – spiega il legale che sta seguendo il ricorso -. È un meccanismo che infrange il principio di ragionevolezza: è impossibile considerare giuridicamente corretto che due persone con punteggi diversi, eguaglino, grazie a questo meccanismo, una persona con un punteggio, e quindi con merito, più alto”.
 
“La filosofia del concorso – afferma poi Nicotra - dovrebbe essere finalizzata a garantire uguali possibilità di accesso alle posizioni in palio, attraverso una valutazione oggettiva della capacità di svolgere i relativi compiti e, dunque, su base esclusivamente meritocratica. Una selezione con queste regole, può essere un vantaggio in termini di celerità, ma è sicuramente meno selettiva perché non prevede più il superamento di prove tecniche. Inoltre – mette in guardia il Segretario dell’Ordine - si può stabilire a tavolino chi vince, scegliendo il partner con cui conviene associarsi. Sommare per ceppi sarebbe stata un’interpretazione razionale. Quella prescelta è una tipologia di interpretazione funzionale ad interessi”.
 
“In un sistema in cui l’ereditarietà e la compravendita delle farmacie sono le colonne portanti, il concorso restava l’unico spiraglio di accesso per i comuni mortali. Questo bando – continua Nicotra - era atteso con speranza da tempo e doveva avere due obiettivi: ampliare il servizio farmaceutico per la cittadinanza e liberalizzare la categoria. E’ stato invece confezionato da mani inesperte. Non ci si è preoccupati di dare, una volta che la legge aveva consentito la partecipazione in forma associata, una traduzione bilanciata, né punitiva né agevolativa, né per i singoli né per gli associati. Così stando le cose, non ci sono aspettative di carriera, né la speranza di avere una condizione lavorativa dignitosa. Diventare titolari di una farmacia resta per molti un miraggio”.
 
Gli effetti negativi, come spiega Nicotra, investiranno anche i cittadini: “L’apertura di 278 nuove sedi farmaceutiche tramite il risultato di questo concorso, chiuderà la possibilità di aprire nuove strutture per altri 100 anni e più, preclude da un lato la possibilità di accesso per chi domani vorrà diventare farmacista e, dall’altro, snatura la natura di servizio pubblico di questa attività”.
 
Questo perché la legge stabilisce il tetto di 3.300 abitanti per aprire una nuova farmacia in un comune. “Passeranno decenni prima di avere un aumento demografico adeguato. Il quorum è basato su un’irrealistica concezione statica della popolazione sul territorio. Si avranno quindi quartieri centrali di Roma con un’altissima concentrazione di esercizi e zone (come Ostia) completamente scoperte. Questo significa distinguere tra cittadini di serie A e di serie B”.

21 gennaio 2013
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