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Inps. Visite fiscali di malattia a rischio. Stop a quelle d’ufficio


E’ quanto denunciano Fimmg, Cgil e Uil. L’Inps avrebbe infatti cancellato le visite mediche “d’ufficio” per l’accertamento malattia lasciando solo quelle su richiesta dei datori di lavoro. A rischio 1.000 posti di lavoro pewr i medici. Senza contare l’aumento certo della spesa per le indennità di malattia a fronte di minori controlli.

02 MAG - Bisogna risparmiare. Questo il diktat per tutta la pubblica amministrazione e così tra le maglie della spending review in atto all’Inps vengano triturate anche le visite fiscali d’ufficio per l’accertamento malattia.
 
Lo denunciano i sindacati Fimmg, Cgil e Uil in una lettera al direttore generale dell’ente Antonio Mastropasqua, dove le organizzazioni sindacali esprimono “netta contrarietà” a una misura che farà forse risparmiare oggi (si stima un taglio al budget Inps di circa 500 milioni) ma farà certamente lievitare la spesa per indennità di malattia. In quanto, scrivono i sindacati, “le visite mediche di controllo hanno da sempre rappresentato un elemento cardine del contenimento del costo di questa voce del welfare e nella lotta all’abuso dell’ assenteismo di malattia”.
 
Ma non basta. A rischio anche 1.000 posti di lavoro di quei medici che svolgono questa attività per conto dell’Inps. “Con tale sospensione – aggiunge poi Giacomo Milillo della Fimmg in un’altra lettera inviata oggi al neo ministro del Lavoro Giovannini -  l’Inps rinuncia a svolgere il proprio ruolo sociale, causa un sicuro danno erariale allo Stato e contemporaneamente annuncia la fine della collaborazione professionale, un sostanziale licenziamento, di circa 1.000 medici che assicurano il servizio su tutto il territorio nazionale da oltre 20 anni, con una elevata professionalità , con un’età media intorno ai 50 anni e che svolge questa attività in modo prevalente. Tali professionisti a causa della tipologia del rapporto “libero professionale di collaborazione fiduciaria” intrattenuto con l’Inps, avrebbero enormi difficoltà di reinserimento lavorativo senza neanche beneficiare, tra l’altro, degli ammortizzatori sociali previsti per le altre categorie di lavoratori”.
 
 “Il servizio è assicurato, su tutto il territorio nazionale, - scrivono ancora i sindacati -  da medici incaricati dall’Inps da oltre 15 anni, quindi con una elevata professionalità e, la maggior parte di loro, con un’età media intorno ai 50 anni, svolge questa attività in modo prevalente, anche a seguito delle pesanti incompatibilità cui devono sottostare che non ha consentito, tra l’altro, la frequenza delle scuole di specializzazione post lauream”.
 
Per tutte queste ragioni i sindacati hanno chiesto l’immediata revoca della disposizione e un incontro urgente al fine di trovare soluzioni sia con l’Inps che con il ministro.

02 maggio 2013
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