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Certificati sportivi. I medici di famiglia a Bianco e Lorenzin: "Rischio conflitto tra norme"


Il segretario nazionale della Fimmg Milillo, in una lettera al ministro Lorenzin e al presidente dell'Ordine Bianco, sottolinea il rischio di problemi con le norme contenute nel recente Dl Fare in quanto non è stata abrogata la precedente normativa di aprile. "Chiediamo una circolare interpretativa".

27 AGO - Le nuove norme relative alla certificazione per le attività sportiva non convincono la Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg). In una lettera indirizzata al ministro Lorenzin e al presidente dell’Ordine Bianco, il segretario nazionale Giacomo Milillo individua infatti alcune criticità interpretative nell’applicazione dei nuovi dispositivi.

Il primo elemento messo a fuoco da Milillo è legato al conflitto che si creerebbe tra quanto contenuto nel D.L. 24 aprile 2013 ‘Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale’, che introduceva l’obbligatorietà per tutti i casi di sottoporsi oltre alla opportuna  visita medica anche ad accertamenti strumentali quali l'elettrocardiogramma, con la norma contenuta nel Dl Fare (diventato legge il 9 agosto) che invece ha soppresso l’obbligo di certificazione di idoneità per l’attività ludico-motoria e amatoriale. Secondo Milillo il problema si pone in quanto “il combinato disposto dell’insieme delle norme in atto vigenti orienta i medici certificatori al mantenimento, in molti casi, delle procedure previste inficiando negli effetti le motivazioni etiche ed economiche che hanno determinato l’emissione di tali emendamenti”. E’ sulla base di queste considerazioni quindi che la lettera “sollecita, anche in vista dell’imminente ripresa delle attività scolastiche e della riapertura delle strutture private dove si svolgono attività motorie, l’emanazione di una circolare interpretativa che definisca inequivocabili interpretazioni per i professionisti interessati all’applicazione di tali norme”.

In particolare sono tre i punti su cui Milillo chiede approfondimenti e delucidazioni. In primo luogo viene posta l’attenzione sul fatto che, una volta entrate in vigore le norme contenute nell’art 42 bis del Dl Fare, non “è stata abrogata, invece, la precedente normativa”. Una situazione che rischia di generare confusione in quanto “è ragionevole ritenere che in molti casi le certificazioni continueranno ad essere richieste dai cittadini per esigenze loro indotte da enti terzi, nel caso di rilascio di dette certificazioni il medico dovrà comunque attenersi alle indicazioni già presenti nel citato Decreto ovvero prevedere gli accertamenti integrativi relativi alla classe di rischio individuata per il cittadino richiedente”.

Per Milillo un altro elemento di criticità è dovuto al mantenimento, nel Dl Fare, dell’obbligatorietà della certificazione per l’attività sportiva non agonistica lasciando alla discrezionalità del medico la scelta di effettuare approfondimenti diagnostici strumentali. “Alla luce dell’attuale formulazione della norma, la mancata effettuazione dell’elettrocardiogramma in caso di contenzioso legale potrebbe essere configurata come imprudenza. Ciò impone la prescrizione dell’approfondimento diagnostico”. Infine, rileva Milillo nella lettera, “non sembra variata la normativa per i certificati relativi alle attività a maggiore impegno cosiddette ‘gran fondo’, ma anche in questo caso sembra utile un chiarimento ufficiale del Ministero della Salute”.
 

27 agosto 2013
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