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Emergenza urgenza. Simeu: “La causa del sovraffollamento dei Ps è l'impossibilità di ricoverare nei reparti”


E non i codici bianchi. Tre accessi su dieci sono inappropriati, ma impegnano meno del 15% delle ore totali, mentre i casi più gravi restano molto di più in pronto soccorso, con aumento proporzionale dell’impegno del personale e conseguente rallentamento della presa in carico dei nuovi arrivi.

09 NOV - Le cause del sovraffollamento dei Pronto soccorso? Non sono i codici bianchi, ma l’impossibilità di ricoverare nei reparti.
È questa la sentenza arrivata da IX Congresso nazionale Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza-urgenza che si è chiuso ieri al Lingotto di Torino. Tra gli oltre 1.000 medici che hanno partecipato al congresso circa 400 erano under 35.
 
Dall’analisi corretta dei dati presentati al Congresso è emerso che il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso è determinato non tanto dal  problema degli accessi impropri, quanto piuttosto su altri fattori che sono i reali determinanti dell’affollamento: i percorsi intra-ospedalieri dai pronto soccorso ai reparti e i percorsi di uscita dall’ospedale al territorio, dove è indispensabile rafforzare il sistema di supporto domiciliare e la rete delle strutture residenziali.
 
Gli accessi nel 2013 in tutta Italia sono stati circa 24 milioni: 1% i codici rossi, 18% gialli, 66% verdi, 15% i bianchi. Sul totale, una parte viene dimessa senza necessità di ricovero, dopo aver esaurito il bisogno di cure già in pronto soccorso: circa 98% dei bianchi, l’88% dei verdi, il 64% dei gialli. E l’attesa per il ricovero, dopo la valutazione in pronto soccorso, in molti casi si estende da 1 a 6 giorni.
 
Gli accessi inappropriati, e che potrebbero trovare risposta in sedi diverse dal pronto soccorso, sono il 30% del totale: di questi il 95% sono codici bianchi e il 20% codici verdi, spesso celano un’emergenza sociale a cui si deve dare comunque una risposta.
E questi accessi “inappropriati”, pur costituendo il 30% degli accessi, sono gestiti in tempi brevi e impegnano limitatamente il personale dell’emergenza: meno del 15% delle ore totali. L’impegno enorme del personale di pronto soccorso è invece sui casi più gravi, codici verdi, gialli e rossi, che dovrebbero essere ricoverati entro 6 ore, secondo gli standard di riferimento. Invece restano molto di più in pronto soccorso, con aumento proporzionale dell’impegno del personale e conseguente rallentamento della presa in carico dei nuovi arrivi.
 
La vera inappropriatezza per il pronto soccorso, sottolinea la Simeu “non è tanto il paziente con un codice basso, ma il paziente in barella in attesa di essere ricoverato in un altro reparto dell’ospedale”.
 
“L’analisi corretta dei dati – ha concluso la Simeu – orienta a progettare interventi e destinare risorse non tanto sul problema degli accessi impropri, quanto piuttosto su altri fattori che sono i reali determinanti dell’affollamento: i percorsi intra-ospedalieri dai pronto soccorso ai reparti e i percorsi di uscita dall’ospedale al territorio, dove è indispensabile rafforzare il sistema di supporto domiciliare e la rete delle strutture residenziali”.

09 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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