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Blocco contratti PA. La Corte Costituzionale: “Illegittimo”. Ma non ci sarà retroattività


Arriva la decisone della Corte. Ma non ci sarà il tenuto (dal Governo) tsunami sui conti pubblici. “Il blocco della contrattazione è illegittimo”. Ma gli effetti della sentenza varranno dalla data di pubblicazione in poi. Quindi niente retroattività. E ora cadono gli ostacoli alla riapertura di contratti e convenzioni nel Ssn, anche per la parte economica. Mirabelli (ex presidente Consulta): “Usata una formula che indica non l'illegittimità originaria della norma ma una illegittimità sopravvenuta”

24 GIU - “La Corte Costituzionale, in relazione alle questioni di legittimità costituzionale sollevate con le ordinanze R.O. n. 76/2014 e R.O. n. 125/2014, ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato. La Corte ha respinto le restanti censure proposte”.
 
Questo lo stringato comunicato della Consulta sull’attesissima sentenza sulla legittimità delle varie norme che, dal 2009 in poi, hanno impedito il rinnovo della parte economica dei contratti del personale dipendente delle dioverse pubbliche amministrazioni. Sanità compresa.
 
Ma la temuta retroattività conseguente a un verdetto di illegittimità non c’è, e in questo senso vale la specifica della Corte sul fatto che la sua decisione avrà decorrenza “dalla pubblicazione della sentenza” con la conseguenza che, per l'appunto, non si dovrebbero avere effetti retroattivi, come temuto dal Governo, considerando che la stima dell’avvocatura dello Stato parlava di oneri retroattivi per 35 miliardi di euro, più 16 miliardi annui a decorrere dal 2016.
 
E infatti, secondo quanto affermato all'Adnkronos dall’ex presidente della Corte, Cesare Mirabelli, la Corte "ha dichiarato illegittimo il protrarsi del blocco dei contratti del pubblico impiego". In sostanza, dice Mirabelli,  "è stata usata una formula che indica non l'illegittimità originaria della norma ma una illegittimità sopravvenuta".
 
 
Ma se questo “pericolo” è scampato ora appare inevitabile la riapertura dei contratti, e per la sanità anche delle convenzioni, pure per la parte economica.

24 giugno 2015
© Riproduzione riservata

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