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Ddl concorrenza. Farmacisti siciliani: “Giustificati timori. Inspiegabile la posizione di Federfarma nazionale”


In una nota congiunta ATiFar Agrigento, Federfarma Caltanissetta, Federfarma Siracusa e Federfarma Trapani esprimono le proprie preoccupazioni per l’ingresso nel settore delle società di capitali e contestano i vertici nazionali del sindacato: “Rappresentano come un successo ‘tetto’ del 20%, ma non è altro che una foglia di fico”.

26 LUG - “Forti timori per il futuro della categoria e per l’efficacia dello stesso Ssn” espressi in una nota congiunta dai consigli di Federfarma Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, e Trapani.

“Nell’attuale stesura del citato Ddl – scrivono nella nota Claudio Miceli, presidente ATiFar Agrigento; Maria Ippolito, presidente Federfarma Caltanissetta; Sebastiano Rizzo, presidente Federfarma Siracusa e Leonardo Galatioto, presidente Federfarma Trapani - rimane infatti prevista la possibilità che società di capitali possiedano e gestiscano farmacie facendo, di fatto, tramontare la sopravvivenza delle farmacie libere ed indipendenti, che hanno svolto finora, rispettando i principi deontologici professionali, il proprio ruolo di servizio pubblico, operando all’interno del Ssn ed a garanzia dei Lea, e quindi in effetti della intera cittadinanza”.

Per i rappresentanti dei titolari di farmacia siciliani è “risibile lo pseudo limite del 20% previsto delle farmacie in capo a ciascuna società, che lascia libera e perfino probabile la grottesca possibilità che tutte le farmacie operanti nel territorio nazionale appartengano a società di capitale ciascuna per una quota pari al 20% del totale!”.

Per Miceli, Ippolito, Rizzo e Galatioto “la fatale marginalizzazione delle farmacie indipendenti si traduce quindi nella formazione di catene orientate ad operare in base a logiche puramente commerciali - in quanto rispondenti in primo luogo al capitale che le possiede - indirizzate innanzitutto al lucro ed al profitto, con buona pace del ruolo di servizio pubblico e dell'agire secondo scienza, coscienza, e deontologia professionale da parte di un farmacista ormai limitato al ruolo di dipendente di una società multinazionale titolare della catena di esercizi farmaceutici”.

A fronte di questi “drammatici interrogativi” appare, per i rappresentanti dei titolari di farmacia siciliani, “inspiegabile e contraddittoria la posizione dei vertici nazionali di Federfarma espressa durante l’assemblea del 13 luglio,che è stata oggetto di critiche mosse da parecchi tra gli intervenuti, dove veniva rappresentato come un successo l’introduzione del citato ‘tetto’ del 20% paragonabile in effetti all’applicazione di una foglia di fico in mezzo ad un assordante silenzio sulle effettive strategie e sui reali pericoli che la situazione presenta, tanto evidenti che – concludono i leader di Federfarma Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, e Trapani  - non si comprende l’incapacità a valutarli dello stesso governo i cui rappresentanti, avendo ben presente l’opera di Karl Marx, sembrano invece essersi imitati alla lettura del suo titolo assumendo ‘Il Capitale’ come rimedio ai mali del settore!”.

26 luglio 2016
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