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Le pensioni dei farmacisti. Le proposte di Fenagifar per la riforma dell’Enpaf


Tra le richieste formulate dai giovani farmacisti, utili al futuro pensionistico di tutta la categoria, l’abolizione dell’obbligo di attività professionale, la modifica del contributo di solidarietà e contributi ridotti per i neo-iscritti, ai quali fornire maggiori informazioni. Petrosillo: “Vogliamo farci portavoce di tutti i farmacisti: un atto simbolico e significativo che parte dalle giovani generazioni”. LA PETIZIONE FENAGIFAR

01 FEB - Sette proposte per metter in atto altrettante modifiche e per dare il via a una profonda riforma dell’Ente Nazionale Previdenza e Assistenza dei Farmacisti (Enpaf). A partire dall’abolizione dell’obbligo di attività professionale fino alla modifica del contributo di solidarietà e contributi ridotti per i neo-iscritti, ai quali fornire maggiori informazioni.
 
È quanto chiedono i giovani farmacisti della Fenagifar che invita i farmacisti a sottoscrivere la petizione rivolta al presidente dell’Ente Nazionale Previdenza e Assistenza dei Farmacisti (Enpaf), Emilio Croce, a favore di tutti gli iscritti.
 
L’obiettivo è “dare una decisa svolta alla situazione pensionistica di tutti i farmacisti”. La Federazione inoltrerà quindi al presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, una petizione nella quale si evidenziano proposte di modifica che potranno portare concreti miglioramenti al futuro della professione e che riguardano non soltanto i giovani, ma tutte le età e le categorie di farmacisti, titolari e non titolari di farmacia.
 
“Invitiamo tutti i farmacisti a sottoscrivere la petizione, consultabile sul sito Fenagifar –  sottolinea Davide Petrosillo, presidente Fenagifar – maggiore sarà il numero di adesioni, più forza avrà la nostra richiesta nei confronti dell’Enpaf per ottenere migliori condizioni per la nostra posizione pensionistica . Con questa proposta ci siamo permessi di evidenziare le principali aspettative di molti farmacisti, a partire dai giovani che più di tutti hanno ragione di chiedere oggi modifiche che possano portare a concreti miglioramenti per il futuro. Vogliamo comunque farci portavoce di tutti i farmacisti: un atto simbolico e significativo che parte dalle giovani generazioni”.
 
Di seguito le modifiche gestionali proposte:
1. Obbligo di attività professionale. Viene proposta l’abolizione dell’obbligo dell’attività professionale per dare l’opportunità a tutti di godere di prestazioni pensionistiche, senza obbligatorietà di un minimo di anni di contributi. Oggi è infatti previsto il versamento dei contributi per almeno 20 anni o, in caso di mancato raggiungimento della soglia minima, la perdita del diritto alla pensione.
 
2. Contributo di solidarietà. Fenagifar chiede che venga data la possibilità di versare il contributo di solidarietà solo ai pensionati attivi professionalmente. Per gli iscritti che versano già a altro Ente si rende necessario prevedere un contributo di pari importo al contributo di solidarietà, che vada però ad alimentare un fondo pensione riscattabile, esiguo ma più accettabile per la maggior parte degli iscritti.
 
3. Ripristino dei contributi ridotti per i neo iscritti per i primi 3 anni. Nella situazione attuale di difficoltà economica del settore, è necessario, secondo Fenagifar, individuare forme speciali di contribuzione. Si propone quindi di prevedere un contributo di mille euro, almeno per i primi tre anni di iscrizione, qualunque sia la tipologia di contratto in atto (borsa di studio, tirocinio, libero professionista o sostituzione occasionale), da applicare in tutti i casi in cui non si possa far valere il diritto alla riduzione.
 
4. Contributo 0,90%. Si richiede una modifica di questo dispositivo, versato solo dalle farmacie in una misura media di circa 5mila euro l’anno, senza avere alcuna prestazione aggiuntiva come corrispettivo; Fenagifar propone che, per i farmacisti iscritti che la versano, venga trasformata in una forma aggiuntiva di prestazione pensionistica.
 
5. Contributo di solidarietà solo post pensionamento. Oggi chi è iscritto all’Ordine, se esercita l’attività, è obbligato a pagare la quota intera Enpaf anche dopo il pensionamento. La pensione media si aggira intorno ai 6mila euro lordi annui, quota che serve in pratica a pagare il contributo Enpaf. Fenagifar chiede quindi che sia data l’opportunità di mantenere l’iscrizione dopo il pensionamento Enpaf o Inps pagando il solo contributo di solidarietà: questo eviterebbe le cancellazioni di moltissimi iscritti.
 
6. Iniquità. La proposta consiste nel riformulare in modo più equo il regolamento dell’Ente, eliminando alcune discriminazioni. Fenagifar illustra un caso esemplare: mentre il pensionato Enpaf che non esercita più la professione può chiedere la riduzione dell’85%, un dipendente che usufruisce della quota ridotta e apre la partita iva per meno di 6 mesi ha il diritto di mantenere la riduzione durante quell’anno, un dipendente che usufruisce della quota ridotta e che acquista una farmacia o diventa socio, anche solo per un mese, è tenuto a pagare la quota intera per quell’anno.
 
7. Rapporti con gli iscritti. Nella petizione Fenagifar auspica una minor rigidità nell’applicazione di alcune regole, soprattutto quelle rivolte ai giovani iscritti (es. scadenza tassativa delle contribuzioni), senza che venga stravolto il regolamento dell’Ente stesso; chiede inoltre che ai giovani venga fornita una maggiore informazione.
 
“Abbiamo lavorato partendo dalle esigenze dei giovani farmacisti per formulare proposte che integrino le necessità di tutte le categorie di farmacisti – conclude Petrosillo – prendendo in esame la difficile situazione economica del nostro Paese, abbiamo avanzato richieste concrete al fine di garantire un futuro pensionistico più sicuro per gli iscritti all’Ente. Per questo ci auguriamo che le nostre istanze abbiano un’ampia eco e possano essere ascoltate e realizzate”.

01 febbraio 2018
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