Coronavirus. La paura degli operatori dei servizi per le dipendenze: “Riceviamo circa 300.000 persone alla settimana, rischio contagio altissimo”

Coronavirus. La paura degli operatori dei servizi per le dipendenze: “Riceviamo circa 300.000 persone alla settimana, rischio contagio altissimo”

Coronavirus. La paura degli operatori dei servizi per le dipendenze: “Riceviamo circa 300.000 persone alla settimana, rischio contagio altissimo”
Il presidente della Sitd, Società italiana tossicodipendenze, Luigi Stella, denuncia problemi anche di privacy, “perché i pazienti se fermati” in strada, “devono dichiarare alle Forze dell’Ordine dove si recano”. In mancanza di dispositivi per la sicurezza individuale la Sidt invita gli operatori a “non perdere il contatto con l’utenza”, ma a “sfruttare l’informatica” per ridurre il rischio contagio.

“La situazione in alcune parti del paese è drammatica, il sud, al momento (e spero che rimanga così), è un tantino migliore”. Ma “i nostri Servizi ricevono tra pazienti e familiari circa 300.000 persone alla settimana e questi numeri già da soli indicano il pericolo a cui sono esposti i nostri pazienti e i professionisti del settore”. Lo afferma, in una nota, Luigi Stella, Presidente Nazionale SITD, la Società italiana tossicodipendenze. Che mette in evidenza anche un altro rischio di questa situazione di isolamento e contagio: “Con i recenti DPCM, è stata disposta una notevole limitazione degli spostamenti e anche la privacy è in pericolo, perché i pazienti se fermati, devono dichiarare alle Forze dell’Ordine dove si recano. Pertanto, sarebbe auspicabile mettere in atto tutte la strategie possibili per contribuire al miglioramento della situazione”.

“Abbiamo notizie da tutto il territorio nazionale – spiega Stella – che già tutti i Dipartimenti delle Dipendenze e moltissime Comunità Terapeutiche si sono organizzati per fronteggiare l’emergenza, con affido dei farmaci agonisti per periodi più lunghi e di procrastinare la parte psicosociale ove possibile, quindi di ridurre al minino i contatti e laddove l’emergenza lo richiede mettere in atto tutti i presidi con i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), ma so anche che in molti Servizi mancano e addirittura apprendo che qualcuno ritiene se nei Ser. D. non siano necessari”.

“Per quello che può servire – dice il presidente della Sidt agli operatori dei SerD – sappiate tutti che la nostra Società Vi sostiene in ogni modo e mezzo, se necessario e se Vi sono delle criticità da segnalare, Vi prego di evidenziarle. Inoltre, abbiamo strutturato il sito in modo da aggiornare tutti i professionisti del settore e non con continui articoli relativi al rapporto Addiction Sars Cov – 2”.

Il consiglio della Sidt è di “non perdere il contatto con l’utenza e poter ridurre al minimo i disagi di sfruttare a pieno in questo momento l’informatica, per esempio per i colloqui psicosociali o consulenze mediche di routine si potrebbero attivare dei collegamenti a distanza tipo Skype, perché fortunatamente, oggi quasi tutti hanno gli smartphone”.

Da Stella, infine, un grazie a “medici, infermieri, psicologi, sociologi, AA. SS., educatori e in particolare il Privato Sociale e le Comunità Terapeutiche che in questo momento stanno facendo la Loro parte in modo encomiabile con grande responsabilità affinché tutti insieme possiamo dimostrare anche solo semplicemente, con un sorriso, la nostra vicinanza e disponibilità per contribuire alla risoluzione del problema.” .

26 Marzo 2020

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