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Ma non eravamo rimasti che il “PNE non produce classifiche, graduatorie, giudizi”?

di Claudio Maria Maffei

07 DIC -

Gentile Direttore,
ieri nell’ambito della presentazione della Edizione 2022 del Rapporto del Programma Nazionale Esiti (PNE), una struttura pubblica (l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona) e una privata (l’Humanitas di Rozzano, Milano) sono state premiate dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) in quanto uniche ad aver ottenuto in base ai dati 2021 «semaforo verde», cioè valutazione alta, per almeno 6 aree cliniche tra le 7 comprese nel cosiddetto Treemap.

Alla grande maggioranza dei lettori di QS (che ha già commentato i dati del PNE 2022) è noto che questo Programma elabora i dati dei ricoveri in ospedale per ricavare una lunga serie di informazioni e produrre una lunga serie di elaborazioni. Tra gli indicatori più importanti figurano quelli di esito e quelli di volume.

Gli indicatori di esito misurano i risultati ottenuti da ciascun ospedale sia nella esecuzione di una serie di interventi e procedure invasive (tra queste ultime molto indagata è l’angioplastica coronarica) che nel trattamento di alcune malattie.

Gli indicatori di volume misurano se la casistica di ciascun ospedale per quegli interventi e per quelle malattie è quantitativamente adeguata.

Con venti di questi indicatori - oltre la metà dei quali corrispondente alla mortalità a 30 giorni - viene poi costruita una mappa ad albero, il Treemap appunto, che consente di capire se nelle 7 aree cliniche in cui la mappa si articola l’Ospedale raggiunge un livello di performance adeguato (e quindi con un livello di aderenza allo standard previsto per ciascun indicatore di buono o molto buono).

Le 7 aree prese in esame sono le seguenti: cardiocircolatorio, osteomuscolare, respiratorio, nervoso, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto. Per saperne di più su questa metodologia di analisi basta andare nel sito del PNE.

Questa metodologia di analisi è decisamente sofisticata rispetto alle altre analisi istituzionali delle SDO, ma la valutazione della performance in base al (o alla?) Treemap ha certamente e inevitabilmente dei limiti. Lasciando da parte quelli metodologici, che nemmeno m’azzardo a sfiorare, ne rimangono altri che saltano immediatamente all’occhio di chi cerca di ragionarci. Limiti che sconsigliano di usarlo per fare elenchi e graduatorie dei migliori ospedali.

Ne cito solo alcuni:

Tutto questo chi cura il PNE lo sa benissimo tanto che sin dalla home il sito del PNE ricorda che “PNE non produce classifiche, graduatorie, giudizi". Ma se dai un premio agli ospedali che alla rappresentazione col Treemap riescono meglio non ci si può sorprendere se l’effetto mediatico della presentazione del PNE 2022 è stato tutto sugli ospedali premiati e sui confronti Nord-Sud e Pubblico-Privato. Esattamente l’opposto di quello che dovrebbe avvenire col PNE che dovrebbe innescare approfondimenti di sistema e non suscitare compiacimenti locali o di settore.

Io sono molto contento del risultato dell’Ospedale della mia città, Ancona, tanto più che a febbraio per una frattura di tibia e perone vi sono stato operato in giornata. Poi però rimango perplesso quando leggo il Comunicato Stampa della Regione Marche secondo cui “Gli indicatori di Agenas certificano la qualità delle nostre decisioni la Regione, con la riforma della Legge 13, ha scelto Torrette come ospedale unico di secondo livello e ha investito per far sì che raggiungesse livelli di eccellenza, le aspettative che abbiamo sull’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ancona sono quindi di questa caratura”.

Ecco a cosa portano e a cosa non dovrebbero portare le classifiche fatte in base al PNE: propaganda politica.

Claudio Maria Maffei



07 dicembre 2022
© Riproduzione riservata

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