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Anestesisti: dialogo con gli Oculisti? Volentieri, ma con interlocutori di buon senso

di Alessandro Vergallo

01 GIU - Gentile Direttore,
l’equilibrato intervento dell’Associazione Italiana Medici Oculisti (Aimo) ci offre l’occasione per evidenziare come solo con la ragionevolezza sia possibile un dialogo tra professionisti della salute finalizzato a garantire ai Cittadini/Pazienti cure di qualità, in sicurezza, ma anche con adeguata appropriatezza di impiego delle risorse. Le basi per un dialogo, che l’Aimo ci propone, ci paiono infatti improntate al buon senso.
 
Invece, non abbiamo né tempo né voglia, per ora, di difenderci nelle sedi più opportune dalle stupefacenti aggressioni che stiamo subendo da parte della Soi (Società Oftalmologica Italiana) e della Asmooi (Associazione Sindacale Medici Oculisti ed Ortottisti Italiani) attraverso accuse, esposti, ed ogni altro tipo di simili ridicole cortesie. Abbiamo molte altre cose più serie da fare.
 
Tuttavia, ci corre l’obbligo, con l’occasione, di iniziare a rivolgere alcune nostre precisazioni sia a tutti i Colleghi Oculisti, sia a tutti i Cittadini/Pazienti che necessitino di interventi chirurgici oftalmici.
 
Ai Colleghi Oculisti, in primo luogo, facciamo presente che gli Anestesisti Rianimatori non possono certamente, almeno stanti le attuali risorse umane disponibili sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private del SSN, “stabilire chi può sottoporsi alla operazione adottando una anestesia topica e chi, invece, presenti caratteristiche che richiedono un altro tipo di sedazione”(affermazione scientificamente e strumentalmente errata, perché l’anestesia topica non è una sedazione), come invece pretendono la Soi (Società Scientifica che degli Oculisti rappresenta solo una parte) e l’Asmooi (“Organizzazione Sindacale” che in base alle rilevazioni ufficiali ARAN riguardanti gli Ospedali Pubblici parrebbe attualmente rappresentare – pag. 18 del documento – solo due iscritti).
 
Tale “presa in carico”, infatti, oltre che essere smisuratamente sovradimensionata se applicata a tutti gli interventi chirurgici o invasivi – e quindi, per almeno pari dignità di altre specialità mediche, non solo oculistici – elettivamente eseguiti in anestesia topica o locale, richiederebbe come minimo di raddoppiare il numero di Anestesisti Rianimatori negli Ospedali Italiani. Se la Soi e l’Asmooi avessero la forza di imporne alla politica l’assunzione di altri 15.000, magari non ci opporremo a prendere in carico nemmeno pazienti candidati alla rimozione dei peli incarniti. Ma qualora, come è probabile, questo non dovesse avvenire, non ci stracceremo le vesti: riteniamo che l’indubbia necessità di incrementare gli Anestesisti Rianimatori nei nostri Ospedali abbia altre più fondate ragioni.
 
Inoltre, sempre ai Colleghi Oculisti, sommessamente rivolgiamo l’invito a riflettere su quale reale tutela possa venir loro a favore dall’eventuale porre in atto il comportamento suggerito dalla Soi e dalla Asmooi, che in sostanza sarebbe – a quanto da ultimo par di capire – di richiedere un Anestesista che “prenda in carico” ogni prestazione chirurgica oftalmica, almeno con una “visita anestesiologica”, in pratica una sorta di lasciapassare di cui non si comprende l’utilità clinica, dato che nelle comuni prassi adottate chi segue questo comportamento pretende che non interferisca con le tempistiche del percorso chirurgico prestabilito (ci giunge notizia che in alcune realtà si pretenderebbe l’esecuzione di tale visita addirittura pochi minuti prima dell’intervento).
 
In caso tale “presa in carico” non potesse avvenire, par di capire che la Soi e la Asmooi non ritengano gli interventi in questione da doversi rinviare, ma da potersi eseguire comunque, facendosi garanti che per gli Oculisti l’avanzare una semplice richiesta di “presa in carico” anestesiologica, pur se inevasa, costituisca un motivo attenuante, o addirittura esimente, da ogni ipotesi di colpa, in ambito sia civile che penale, in un eventuale contenzioso che dovesse chiamarli in causa. Orbene, se così fosse, non essendo necessario possedere conoscenze giuridiche né medico-legali troppo approfondite per comprendere come tale comportamento costituirebbe invece esattamente (e pesantemente) un’aggravante, riteniamo che i Colleghi Oculisti meritino più prudenti consigli di tutela della loro professionalità.
 
O, sempre se così fosse, si dovrebbe forse sospettare, almeno in certi casi, che il motivo di questo apparentemente spiazzante suggerimento possa essere la salvaguardia dell’attività libero-professionale privata, dove il paziente è un “cliente pagante” e dove ogni “perdita di tempo” significa minori introiti? Ebbene, se così fosse, sarebbe opportuna più d’una riflessione.
 
Ai Cittadini/Pazienti candidati ad interventi chirurgici oculistici, comunque sia, diciamo che non meritano di essere terrorizzati: gli Anestesisti Rianimatori Italiani hanno sempre garantito la propria necessaria presenza e assistenza specialistica nei casi in cui essa sia effettivamente tale. Del resto, la progressione delle tecniche chirurgiche consente da molti anni, soprattutto in campo oftalmico, un sempre minor ricorso all’anestesia generale e financo all’anestesia locale (peri- o retro-bulbare), potendo invece una anestesia locale topica (collirio per i non addetti ai lavori) associata a blanda sedazione cosciente essere eseguita da qualsiasi medico, o sotto la sua supervisione, o sotto la sua indicazione, fermo restando il necessario monitoraggio per tutti i pazienti sottoposti ad intervento, oltre che la disponibilità dell’Anestesista Rianimatore a poter intervenire tempestivamente in caso di necessità, come abbiamo inequivocabilmente affermato nel nostro documento.
 
I Cittadini/Pazienti meritano la garanzia di poter affidare la propria salute e la propria serenità a professionisti la cui organizzazione di lavoro sia declinata in percorsi di cura efficaci, efficienti, appropriati, e non influenzata da atteggiamenti di medicina difensiva.
 
In ogni caso, cogliendo volentieri l’invito dell’Aimo, gli Anestesisti Rianimatori sono disponibili a riaggiornare insieme a tutti i Colleghi Oculisti di buon senso, per gli interventi chirurgici oftalmici, percorsi condivisi che possano salvaguardare ed implementare al meglio la sicurezza di Pazienti e Operatori.
 
Dr Alessandro Vergallo
Presidente Nazionale AAROI-EMC

01 giugno 2017
© Riproduzione riservata

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