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Bergamo. Comitato famigliari vittime di Covid deposita in Procura 50 esposti contro ignoti

Primo “Denuncia Day” di “Noi Denunceremo”, il comitato nato dal dolore e dallo sconcerto dei famigliari che hanno perso una persona cara a causa del Covid 19. “Se qualcuno ha delle responsabilità, paghi penalmente per le sue azioni e risponda delle sue negligenze”, dichiara il Comitato, che oggi ha presentato i primi 50 esposti contro ignoti: “Noi non puntiamo il dito contro nessuno, raccontiamo quanto successo. Poi sarà la Procura a individuare le ipotesi di reato”.

10 GIU - Sono iniziati a fluire davanti alla Procura di Bergamo, in Piazza Dante, già prima delle 8.30 i membro del Comitato Noi Denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime di Covid-19. Oggi è stato il primo Denuncia Day, appuntamenti nel corso dei quali il Comitato depositerà in Procura le denunce raccolte tra chi, a causa del coronavirus, ha perso un padre, una madre, un marito o una moglie, un figlio, un nonno, una sorella, una persona cara. Cinquanta le denunce consegnate oggi.
 
Si tratta, per la precisione, di esposti contro “ignoti”. Perché, ha spiegato all’Ansa Luca Fusco, presidente del Comitato, “non puntiamo il dito contro nessuno, raccontiamo quanto successo. Poi sarà la Procura a individuare le ipotesi di reato”. Sicuramente, per il Comitato, ci sono responsabilità politiche, mentre nessuna colpa è attribuita al personale sanitario, considerato a sua volta vittima del sistema.

Il Comitato non vuole un capro espiatorio: “Lasciamo lavorare la magistratura, magari si scopre che la pandemia era incontrollabile, anche questa sarebbe una verità. Noi vogliamo sapere se si poteva fare qualcosa e, se si poteva e qualcuno non l'ha fatto, allora è colpevole. Si possono ipotizzare mancanze politiche e gestionali: non esiste che un medico normale in un giorno solo debba prendere in carico tre pazienti in terapia intensiva. Normalmente per ogni letto ce ne vorrebbero cinque se vuoi lavorare bene e in tranquillità. Se ne arrivano trenta la colpa è del medico o di chi gli fa arrivare trenta pazienti?”.

Il Comitato Noi Denunceremo nasce il 22 Marzo 2020 come gruppo Facebook, dalle di domande di Luca e suo figlio Stefano Fusco, alcuni giorni dopo la perdita rispettivamente del papà e del nonno, Antonio, dopo essere risultato positivo al Covid-19. “Una persona di 85 anni, sana per la sua età, che è entrata con le sue gambe in una clinica privata per fare della riabilitazione e ne è uscito in una cassa di legno. Una persona che, come tanti, è morta da sola, lontano dalla famiglia che amava e che ha costruito. Una persona che non ha potuto avere neanche un funerale. Una persona che è stata portata fuori regione per essere cremata in quanto i crematori di Bergamo erano ormai al collasso. Una persona che sarebbe ancora qui se non fosse stato per questa brutta storia”, si legge sul sito del Comitato. Entrambi si sono domandati come mai in Lombardia (soprattutto nella provincia di Bergamo) il virus abbia colpito così duramente. L’opinione di Luca e Stefano è che chi doveva gestire l’emergenza, non lo ha fatto nel modo adeguato.

“Neanche tutto l’oro del mondo ci ridarà ciò che il Covid ci ha strappato via - si legge ancora -. Siamo nati per far sì che, se qualcuno ha delle responsabilità, se qualcuno poteva agire e non l’ha fatto, se qualcuno ha anteposto chissà quale interesse alla vita di migliaia di persone, egli (o essi) paghi penalmente per le sue azioni e risponda delle sue negligenze. E per fare ciò, e farlo nelle sedi opportune, hanno deciso di costituire un Comitato no-profit con lo scopo di raccogliere ogni singola denuncia e renderla disponibile alla Magistratura in ogni fase dell’indagine e del processo che ne deriverà".

Il 28 Aprile 2020, il gruppo, che conta ormai quasi 50.000 membri, diventa ufficialmente Comitato Noi Denunceremo – Verità e Giustizia per le vittime di Covid.

 

10 giugno 2020
© Riproduzione riservata

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