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Umbria. Tar dice no ai ticket per l’intramoenia. Regione ricorrerà al Consiglio di Stato


Il Tar dell’Umbria ha annullato questa misura di compartecipazione a seguito del ricorso presentato nel 2012 da alcuni medici dell'Ao di Perugia. Per la Regione si corre ora il rischio di dover valutare l’inserimento del ticket fisso da 10 euro per le visite specialistiche o aumentare quello sui farmaci.

22 GEN - Il Tar dell’Umbria a seguito di un ricorso presentato nel 2012 da medici operanti presso l’azienda ospedaliera di Perugia, ha annullato la misura il ticket previsto per l’attività libero professionale di intramoenia dei medici dipendenti del servizio sanitario. La Giunta regionale ha annunciato che, nel prendere atto del contenuto della sentenza, sarà ora costretta a valutare l’introduzione di ulteriori misure di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, come l’obbligo di un ticket generalizzato di dieci euro (quota fissa per ogni ricetta) aggiuntivi a quello esistente per tutti i cittadini indipendentemente dalle loro condizioni economiche ed individuali, a valere su tutte le visite specialistiche e su tutte le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio, già in vigore in altre Regioni.

La Regione Umbria aveva considerato assolutamente iniqua questa misura perché a pagare sarebbero stati prevalentemente tutti i cittadini, anche quelli a basso reddito, e per  questo aveva concordato con il Ministero dell’Economia e Finanze e della Salute una rimodulazione, prevedendo fasce di esenzioni per reddito per tutti i cittadini umbri con reddito del nucleo familiare inferiore a 36.000 euro.
Pertanto, proprio per difendere gli interessi di tutta la collettività, il presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha annunciato che valuterà innanzitutto l’ipotesi del ricorso immediato al Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar, e nell’adempiere al dispositivo della sentenza, avvierà un confronto con il Ministero dell’Economia e Salute per valutare la modalità di spostamento del ticket su altre parti del servizio sanitario nazionale.

Marini ha inoltre aggiunto che, pur nel totale rispetto del lavoro dei giudici amministrativi, “provoca amarezza” il fatto di dover applicare una sentenza che definisce la sanità pubblica ‘un mercato sanitario’ nel quale l’interesse dei medici del sistema sanitario in regime di attività libero professionale in intramoenia, ‘sia quello di ripristinare il confronto concorrenziale con i medici che prestano la propria opera privatamente’ a  garanzia del proprio fatturato che sarebbe leso dal ticket.
 

22 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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