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Federsanità Lazio: "Taglio del 15% insostenibile. Palumbo sospenda direttiva"


Con una lettera a firma di Enrico Bollero, presidente di Federsanità-Anci del Lazio, indirizzata al Commissario di governo Filippo Palumbo, sottolineata l’impossibilità per le strutture sanitarie regionali di attuare il taglio lineare del 15% previsto da una recente direttiva. A rischio i servizi per i cittadini.

30 GEN - Le aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio aderenti a Federsanità-Anci, respingono al mittente la richiesta di un taglio lineare del 15% della spesa sanitaria 2013, chiedendo l’immediata sospensiva della direttiva regionale del 17 febbraio scorso.
 
Con una lettera a firma del professor Enrico Bollero, presidente di Federsanità-Anci del Lazio, indirizzata al Commissario di governo Filippo Palumbo, viene infatti sottolineata l’impossibilità per le strutture sanitarie regionali di attuare quelle disposizioni nei tempi e nei modi richiesti e soprattutto senza che i tagli previsti non intacchino pesantemente il livello e la quantità dei servizi e delle prestazioni sanitarie ai cittadini.
 
Del resto, scrive Bollero: “Anche ipotizzando che le Aziende riescano a definire azioni utili a raggiungere l’obiettivo di contenimento della spesa individuato nella circolare certo non è in alcun modo pensabile che ciò accada ad invarianza dei servizi per i cittadini”.
“Infatti – prosegue il presidente di Federsanità-Anci Lazio - le aziende regionali ed il SSR nel suo complesso, nei “primi” cinque anni di Piano di Rientro, hanno già effettuato le azioni maggiormente efficaci in termini di recupero di efficienza ed economicità”.
 
In altri termini, a meno di non ridurre i livelli di assistenza alla popolazione, non c’è altro da tagliare.
“Una riduzione dei costi così importante a livello di singola azienda – spiega Bollero - può essere raggiunto soltanto mediante una consistente riduzione dei servizi, sia quantitativa che qualitativa”.
 
Per tutte queste ragioni la Federsanità-Anci chiede al Commissario Palumbo l’immediata sospensione della direttiva, sottolineando anche la possibile illegittimità di quell’atto in considerazione del fatto che in esso vengono indicate disposizioni impositive prive di qualsiasi supporto normativo nazionale o regionale, con ricadute indiscutibili sui livelli quantitativi e qualitativi del servizio sanitario regionale.

30 gennaio 2013
© Riproduzione riservata

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