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Sicilia. Serrata dei laboratori di analisi contro nuovo tariffario


La mobilitazione è stata innescata dall'adozione dei nuovi rimborsi sulle prestazioni, con tagli fino al 40%. Oggi molte strutture hanno chiuso per protesta. L'assessore Borsellino: "Disponibile a confronto, ma Regione segue sentenze e vincoli di bilancio".

03 GIU - Nuova mobilitazione dei laboratori di analisi in Sicilia che da oggi protestano contro il nuovo tariffario nazionale dei rimborsi sulle prestazioni, con tagli fino al quaranta per cento. Le tariffe che entreranno in vigore sono previste dal decreto Balduzzi, che impone un adeguamento verso il basso delle cifre, in particolare per le analisi cliniche e la radiologia. La serrata sta determinando disservizi per l’utenza, dato che molte struttura hanno chiuso i battenti. E per mercoledì prossimo è prevista una manifestazione regionale, a Palermo, davanti all’assessorato regionale alla Salute di piazza Ottavio Ziino.

Secondo i sindacati, le nuove tariffe “non consentono neppure di recuperare i costi di produzione delle prestazioni e di garantire i livelli qualitativi accettabili delle stesse, non potendo le stesse, a tali condizioni, sostenere i costi del mantenimento dei requisiti di accreditamento, sia in termini di requisiti strutturali, strumentali, organizzativi, che in termini di mantenimento dei livelli di personale”. Da parte sua l’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, si è detta disponibile  “a ogni confronto e a portare avanti ogni proposta ragionevole”, tenendo però presente che “la Regione segue norme, sentenze e vincoli di bilancio. L'applicazione del tariffario nazionale è dovuta”.

L’assessore ha poi ricordato che “altre regioni che hanno mantenuto tariffe maggiori per alcune prestazioni, potevano farlo solo se a carico del proprio bilancio regionale e non del fondo sanitario. Gli Uffici hanno valutato, con le categorie interessate, ogni possibile soluzione. Ma la loro percorribilità è sostanzialmente subordinata al reperimento di risorse, in atto non previste nel Bilancio regionale, o, per quanto attiene alla modifica del decreto ministeriale, ad un percorso dall'esito comunque subordinato ad un confronto con il Ministero”.

L’idea di “far pagare prestazioni a carico del servizio sanitario è un grave disservizio verso i cittadini e chi lo fa deve assumersene la responsabilità.  Questo governo ha già assunto l'impegno di mantenere invariati gli aggregati di spesa per il settore, nonostante minori trasferimenti di risorse complessive da parte dello Stato. Ricordo che le strutture private accreditate sono contrattualizzate con il Servizio Sanitario e – conclude - operano per conto dello stesso".
 

03 giugno 2013
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