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Emilia Romagna. E' nata l'Azienda sanitaria unica. Assisterà 1.106.375 di persone


Accorpa Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini e sarà la quinta Ausl più grande di Italia. Lusenti: "Il nostro obiettivo non è risparmiare ma spendere fino all’ultima risorsa disponibile per continuare a garantire i nostri elevati livelli di assistenza con un progetto che è di innovazione, sviluppo e crescita”.

20 NOV - E’ nata l’Ausl unica della Romagna. La legge approvata in Assemblea legislativa dà così vita alla quinta azienda sanitaria italiana per popolazione residente e tra le prime per superficie territoriale e numero di ospedali. L’Azienda Usl della Romagna, che nasce dall’unificazione delle aziende di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, ha una popolazione di 1.124.896 persone residenti (1.106.375 gli assistiti) e un territorio di 5.098 chilometri quadrati.
 
Con 3.355 posti letto nel sistema pubblico (che salgono a 4.895 con il privato accreditato), la nuova Azienda dispone di 15 ospedali pubblici, cui si aggiunge l’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola, e sono 14 le case di cura private accreditate totali. I dipendenti sono 14.789 mentre i professionisti convenzionati con l’Azienda unica, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, sono rispettivamente 796 e 158. Il volume di attività specialistica prodotta nel 2012 dalle quattro aziende romagnole, tra visite ed esami, è stato di 14.662.290 prestazioni.

Per quanto riguarda il finanziamento regionale, il volume complessivo delle quattro Aziende sanitarie romagnole per il 2013 si è attestato a 1,725 miliardi di euro su un totale di 6,883 miliardi di euro relativo a tutte le Ausl dell'Emilia-Romagna.
 
"Usciamo da una logica di pura conservazione e di continuismo: il servizio sanitario di questa Regione ha la propria forza non nella capacità di gestire ma in quella visionaria di proporre delle scelte e di porsi come guida per il resto del Paese”, ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la Salute Carlo Lusenti. Che ha aggiunto: “Il nostro obiettivo non è quello di risparmiare ma di spendere fino all’ultima risorsa disponibile per continuare a garantire i nostri elevati livelli di assistenza, con un progetto che è di innovazione, sviluppo e crescita”. Livelli che "testimoniano la qualità del nostro servizio anche più dei pur buoni risultati di bilancio e di equilibrio. Risultati che non sono garantiti per sempre in un settore, quello dell’assistenza sanitaria, come nessun altro attraversato da cambiamenti profondi. Le aziende romagnole - ha aggiunto l'assessore alla Sanità dell'Emilia Romagna - hanno una condizione di fragilità rispetto a obiettivi di ulteriore crescita e sviluppo. Quindi bisogna dire ‘no’ logiche di territorio miopi e parziali e ‘sì’ ad obiettivi più ambiziosi, cui si giunge dopo un percorso durato due anni. Le scelte non sono state calate dall’alto”.

 

20 novembre 2013
© Riproduzione riservata

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