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Lazio. Coordinamento professioni sanitarie: "Confermato ricorso Tar contro Commissione riorganizzazione Ssr"


L'organismo, nominato lo scorso novembre, "è formato da soli medici, 1 infermiere e 1 ostetrica, ignorando completamente tutte le altre professioni". Una mancanza che darà vita "ad un lavoro inevitabilmente incompleto e parziale, con ricaduta inesorabile sui pazienti e sul Ssr".

21 GEN - Un ricorso al Tar contro la composizione della Commissione di esperti che, nominata con un decreto dello scorso 22 ottobre firmato da Zingaretti, è stata incaricata di studiare e riformulare il Ssr. L’ha presentato il Coordinamento delle professioni sanitarie del Lazio.

“Tale Commissione – spiega Paola Caruso, presidente del Coordinamento – ignorando completamente tutte le altre professioni, è formata da soli medici (ben 43), da 1 infermiere e 1 ostetrica (avulsa dal contesto del Collegio di categoria, che ignorava la nomina e, quindi, rappresentante solo di se stessa). I componenti della succitata Commissione (tutti professionisti di chiara fama), non potendo, per forza di cose, conoscere a fondo le 22 diverse professioni sanitarie con diverse problematiche, diverse esigenze e diverse criticità, daranno vita ad un lavoro inevitabilmente incompleto e parziale, con ricaduta inesorabile sui pazienti e sul Ssr”.

Caruso sottolinea inoltre che sono stati ripetuti e “vani i tentativi di avvicinare i legislatori e di far loro correggere il tiro. Appresa la notizia della sventurata nomina, il Coordinamento ha messo in atto molteplici tentativi per sensibilizzare il legislatore in merito alla totale inadeguatezza di quanto si era andato a costituire”.

Tuttavia, aggiunge Caruso, “al di là di decine di telefonate e fax, di decine di rassicurazioni sull’appianamento delle anomalie, di molteplici richieste di colloquio con la cabina di regia, di lettere spedite a tutti gli amministratori regionali (dai vari segretari di Commissione ai relativi presidenti, dagli assessori competenti fino ad arrivare direttamente al Presidente Zingaretti), nessun atto riparativo è mai stato messo in atto. Siamo svariate migliaia di professionisti e – conclude la nota - difenderemo fino all’ultimo l’unica cosa che ci preme più della nostra dignità professionale: la salute dei cittadini!”
 

21 gennaio 2014
© Riproduzione riservata

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